ZACCHEO SCENDI SUBITO…

22 Nov 2009 | 1999-2003

ZACCHEO SCENDI SUBITO…

 

16 dicembre Sala della Provincia in Pescara

16 dicembre Sala della Provincia in Pescara

 

 

Prof.Nicola Reali

 

L’episodio di Zaccheo tratto dal vangelo di Luca cap.19,5 descrive quanto accade nell’esperienza cristiana.  In Zaccheo l’incontro con Gesù produce un cambiamento inaspettato. Zaccheo era un pubblicano e i pubblicani al tempo di Gesù erano persone di grande bassezza umana e morale, erano le persone più spregevoli che potessero esserci, avevano anche traffici con i romani e guadagnavano in maniera abbastanza losca.

Zaccheo, quindi, non era uno stinco di santo e fino ad allora viveva molto probabilmente abbastanza tranquillamente tutti i possibili conflitti che lo attanagliavano, nel senso che sapeva benissimo chi era e cosa faceva, molto probabilmente aveva deciso di andare avanti per questa strada, ma ad un certo punto cosa fa? Passa Gesù per la sua città, Gerico, molto probabilmente aveva sentito parlare  di Gesù, di un personaggio un po’ strano, un po’ originale, che diceva cose strane, che faceva i miracoli. Molto probabilmente Zaccheo è spinto dalla semplice curiosità di vedere che faccia  avesse questo personaggio. Egli va lungo la strada dove doveva passare Gesù e poiché era basso di statura salì su un sicomoro al fine di poterlo vedere.

Si nota che la spinta che muove Zaccheo verso Gesù è veramente banale o fragilissima; non va da Gesù per ascoltare la sua parola o per chiedere un consiglio circa la sua vita, per dire “io sono in crisi e mi rendo conto che andando avanti così faccio dei compromessi con la mia coscienza”. Zaccheo non aveva queste intenzioni, è mosso esclusivamente  da un fattore molto semplice: la sola curiosità di vedere che faccia avesse questo che diceva e faceva cose strane.

Quindi il movente antropologico che muove Zaccheo incontro a Cristo è banale, semplice e Gesù valorizza fino in fondo questo comportamento a tal punto da dirgli : “scendi dall’albero perché oggi voglio fermarmi a casa tua“.

Gesù valorizza questa piccola cosa e gli propone un rapporto con se stesso ” voglio mangiare a casa tua“. Il mangiare è segno di convivialità , allora ancor più di adesso.

Gesù, quindi di fronte al pubblicano Zaccheo valorizza la cosa più semplice : la curiosità e gli dice : voglio esserti amico, voglio avere un rapporto con te, non gli butta in faccia la sua immoralità o i suoi peccati, non gli dice : “Zaccheo devi essere bravo, Zaccheo devi comportarti bene, Zaccheo non devi più rubare, non devi più avere a che fare con affari loschi che ti fanno arricchire!”.

Gesù gli propone solamente se stesso. Un rapporto con se stesso.

E il risultato qual è ? 1) Un risultato negativo, la mormorazione dei farisei “Guarda è andato a mangiare con un peccatore”, quasi a dire ” guarda lui che si crede tanto bravo, che crede di  essere il Messia, il salvatore degli uomini, cosa fa? Va a mangiare con un peccatore!” Si scandalizzano dell’atteggiamento di Gesù. E’ il moralismo che imputa a  Gesù una mancanza.

2) Il secondo risultato è positivo, Zaccheo senza che Gesù gli chiedesse nulla si alza e dice :” Signore, se io ho frodato qualcuno restituisco quattro volte tanto “.

Gesù gli rispose:” Oggi Zaccheo la salvezza è entrata a casa tua“.

L’effetto è una conversione che genera anche una moralità nuova.

Il fattore che ha fatto scaturire una rigenerazione dell’umanità di Zaccheo cosa è stato? E’ stato un discorso, una predica  per convincerlo? No. Allora cos’è che ha fatto rifiorire l’umanità di Zaccheo, che ha fatto rifiorire la sua moralità?

E’ stato un riferimento valoriale? Gesù gli ha elencato dei valori? I dieci comandamenti che qualsiasi buon ebreo avrebbe conosciuto? C’E’ UNA LEGGE MORALE ALL’ORIGINE DELLA CONVERSIONE DI ZACCHEO? NO.

All’origine della conversione di Zaccheo c’è la cosa più umana che l’uomo possa conoscere: un incontro , un avvenimento che accade e che ha la forma di un incontro umano. Accade quel giorno lì ciò che Zaccheo non avrebbe mai potuto immaginare e quell’incontro lì ha la forma di un incontro umano, cioè di un incontro con un uomo che gli propone solo se stesso, cioè “voglio esserti amico, voglio un incontro con te, mi interessa la tua vita“.

Questo favorisce una rifioritura dell’umanità di Zaccheo a tal punto che rifiorisce anche la sua moralità.

Allora perché esemplare tutto questo? Perché dice il carattere ideologico e non moralistico dell’esperienza cristiana? L’esperienza cristiana non nasce né da una ideologia , nel senso di filosofia, un pensiero su Dio, sugli angeli, sul mondo; cioè all’origine del cristianesimo non vi è un filosofo che ha pensato come stesse Dio e il mondo, come stesse il loro rapporto; quindi in questo senso non è ideologico, non c’è un’idea che guida l’esperienza cristiana a differenza di tutte le ideologie teoretiche in cui uno pensa come deve andare il mondo e cerca di metterlo in pratica.

Il Cristianesimo non è un’ideologia ma non è neppure una morale; cioè all’origine della fede cristiana non c’è una morale che ti dice di comportarti così o al contrario: All’origine dell’esperienza cristiana c’è un avvenimento, un fatto concreto storico, che ha la forma di un incontro umano. Questo genera una moralità nuova, una capacità riflessiva di pensiero; 2000 anni di storia crea anche un’ideologia, ma all’origine c’è tutto questo; la qualità particolare del tutto è determinata da una profonda corrispondenza di quella che è l’esperienza umana.

Anche nella nostra vita tutto ciò che accade in quella forma è ciò che più determina la nostra vita. C’è un esempio clamoroso nell’amore umano, amore tra un uomo e una donna, laddove si determina così, conduce  agli stessi risultati.

Ad esempio, per i ragazzi un po’ scapestrati, l’avvenimento dell’incontro accende una luce nuova, come un fiammifero nella notte, allora uno si ritrova più serio nelle cose della vita.

All’origine non c’è mai una predica, né il devo perché devo, il bene va fatto non perché si deve fare ma perché è bene.

Quindi la fede cristiana è nata dall’avvenimento che celebreremo fra qualche giorno, il Natale, avvenimento storico di Dio che si fa uomo ed entra nella vita dell’uomo per condividerla e si fa uomo e si fa incontro, così come si è fatto incontro con Zaccheo. L’unica questione che rimane di dire è : come permane nella storia tutto questo? Permane nella storia se altri Zaccheo possono incontrarlo in altri volti come quello di Gesù.  Permane nell’umanità di coloro che redenti dall’incontro con Cristo, si offrono o si propongono agli altri  con lo stesso spessore umano in cui Cristo si è rivelato.

Questo genera una storia che dura da 2000 anni ed è capace di rinnovare l’umanità dell’uomo e di rendere l’uomo più umano, quindi più vero.

Quest’episodio evangelico descrive in termini umani e profondamente veri cos’è l’esperienza cristiana e come questa possa aiutare anche un’associazione come la vostra, nella misura in cui prima di risolvere il problema professionale, prima di dare le istruzioni per l’uso, come comportarsi in quel caso, ti provoca a dire ” ma chi sono io che sto di fonte a quel caso?”