Un nuovo ordine mondiale contro lo scandalo della povertà

16 Nov 2009 | Riflessioni

Un nuovo ordine mondiale contro lo scandalo della povertà

 

II Congresso mondiale degli organismi ecclesiali operanti per la giustizia e la pace

ROMA, giovedì, 22 novembre 2007

Un nuovo ordine mondiale che elimini lo scandalo della povertà e promuova lo sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini: nel segno di questa speranza ha preso il via il II Congresso mondiale degli organismi ecclesiali operanti per la giustizia e la pace.

L’incontro, promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, si propone di approfondire i nuovi scenari venutisi a creare a 40 anni dall’Enciclica di Papa Paolo VI Populorum Progressio e le sfide attuali dello sviluppo dei popoli alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.

In apertura dei lavori, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, ha sottolineato l’attualità della Populorum Progressio, sia nella drammatica denuncia degli squilibri tra i popoli della fame e quelli dell’opulenza, sia nella precisa indicazione degli orientamenti da seguire per arrivare allo sviluppo come “nuovo nome della pace”ed ha sottolineato che “al problema dello sviluppo globale la Chiesa può dare due cose fondamentali: una visione globale dell’uomo e il comandamento dell’amore”.

Secondo il Cardinale Bertone si tratta di una visione di ragione e di fede, perché “la Chiesa vede l’intero processo di sviluppo finalizzato a Dio stesso”.

Dopo aver ricordato che è tramite la cooperazione, lo sviluppo e la riconciliazione che è possibile combattere e vincere la miseria, il Segretario di Stato Vaticano ha affermato che “verità e carità promanano da un’unica realtà”, perché – come ha insegnato Benedetto XVI – “Dio è amore e verità”.

A questo proposito , il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha spiegato che “senza la verità e la carità che vengono da Dio, non ci può essere né vera pace né vera giustizia”.

Il Presidente del Dicastero Vaticano ha ricordato il carattere profetico dell’Enciclica di Papa Montini ed ha incoraggiato i congressisti a interrogarsi sul reale stato di applicazione della Populorum Progressio, in special modo nell’ambito della cultura e della solidarietà.

Successivamente il Cardinale indiano Telesphore Toppo, Arcivescovo di Ranchi, ha portato la sua testimonianza al Congresso, parlando della fioritura cristiana in atto tra la sua gente del Chotanagpur grazie all’opera dell’evangelizzazione e all’attuazione pratica della dottrina sociale della Chiesa.

Il porporato, accennando alle sfide poste dalla ricerca di un autentico sviluppo dei popoli, ha ricordato lo scandalo della presenza di vaste zone di sottosviluppo del pianeta.

“La Chiesa e il popolo di Dio – ha sostenuto l’Arcivescovo di Ranchi – continuano il loro pellegrinaggio, essendo nel mondo senza essere del mondo”.

“La sfida più grande – ha spiegato il porporato indiano – è l’aumento di ingiustizia che affligge i poveri”.

“Nonostante la crescita industriale ed economica, l’umanità ancora soffre – ha sottolineato – . Guerre e povertà sono miserie spirituali e materiale che ancora persistono”.

Il Cardinale Toppo ha quindi denunciato che “gli esseri umani sono ancora abusati, schiavizzati e deprivati dei loro diritti fondamentali”, ed in proposito ha ricordato che solo nel Sud dell’Asia ci sono circa 20 milioni di persone che lavorano in condizione di schiavitù.

Secondo l’Arcivescovo di Ranchi esiste un problema di cattiva gestione finanziaria, perché se nel 1997 fosse stato cancellato, come promesso, il debito di 20 tra i Paesi più poveri del mondo, si sarebbe potuta salvare la vita di 21 milioni di bambini.

Il Cardinale Toppo ha concluso proponendo la globalizzazione della solidarietà come condizione per lo sviluppo integrale dell’umanità