Roma, 28 marzo 2020
S.Em.za Rev.ma Card. Gualtiero Bassetti
Presidente Conferenza Episcopale Italiana
Eminenza Rev.ma,
ci scusi il nostro ardire, scriviamo come se voi già non sapeste e sollecitiamo come se voi stessi non foste già animati dal sacro fuoco per la salvezza delle anime.
Forse siamo petulanti nel venire a richiedere ancora il vostro tempo per leggerci ma, visto che siamo confinati nelle nostre case il nostro essere giuristi ci spinge a continuare a dare la nostra professionalità questa volta per una causa meritoria, vogliamo riconoscere Gesù davanti agli uomini per non sentirci dire un giorno : non mi avete riconosciuto davanti agli uomini neppure io vi riconosco davanti al Padre Mio (Mtt 10,32-33).
Questo ci spinge a condividere con voi le risultanze del nostro approfondimento dell’ultimo D.L. n.19 del 25 marzo 2020 e le considerazioni svolte a seguito di eventi poco piacevoli accaduti in considerazione della non chiarezza delle norme, nonché a seguito della Nota del Ministero dell’Interno del 27.03.2020 indirizzato a Mons. Maffei.
Lo Stato dimentica i diritto fondamentale costituzionalmente garantito della libertà di culto e non contempla, fra i motivi di necessità che legittimano il movimento, quello di esercizio della propria religione.
Ricordiamo a noi stessi che l’art. 7 Cost. sancisce: “ lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi” e che all’art 8 Cost. “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge “.
A seguito del D.L. n.19 veniamo a sottolineare che lo stesso contiene norme gravemente lesive della libertà religiosa e che sono scritte nell’appello indirizzato ai Parlamentari e che qui allego.
Ordunque, se da un lato i parlamentari cattolici stanno tentando di spronare maggiore chiarezza nelle norme è pur vero che qui la parte lesa, che deve far sentire la sua voce, è la Chiesa in persona dei suoi rappresentanti.
La religione cattolica, ancor più che siamo in Italia, con la presenza del Papa, non può accettare nel silenzio qualunque norma che sconfina dai suoi poteri e si ingerisce dei poteri di altro Stato sovrano quale è il Vaticano, oltretutto norme emanate anche con strumenti legislativi non adeguati.
Siamo in piena violazione della libertà religiosa laddove non si contempla la possibilità di accedere presso le chiese o per fare visita al sacramento o per ricevere il sacramento della confessione o della Eucarestia. Nessuno vuole violare la regola del divieto di assembramento per evitare il contagio ma ammettere come necessarie tante attività, escludendo quella religiosa come se il governo avesse il potere su essa, questo giuridicamente non è ammissibile e a livello spirituale noi cattolici non lo possiamo tollerare.
Allora l’intento di questa lettera è di elevare una voce a favore di chi desidera accostarsi ai sacramenti soprattutto in questo tempo quaresimale e poi pasquale, a tal fine ci rivolgiamo a Sua Em.za Rev. Card. Bassetti e quindi a tutta la Conferenza episcopale italiana, di far sentire al governo che voi la Chiesa deve poter continuare a svolgere la sua funzione di salus animarum, motivo per cui fu fondata da Cristo e che la Chiesa stessa sarà ligia nel far rispettare le norme dello Stato che prevendono non assembramenti di persone e distanziamento fra esse.
A tal fine reitero l’appello già fatto nella nostra precedente del 14 marzo u.s. chiedendo che sia garantito ricevere, in ogni diocesi d’Italia, la sacra Eucarestia a chi andrà a chiederla secondo il Can. 918 C.I.C. che così stabilisce:
“Si raccomanda vivamente che i fedeli ricevano la sacra comunione durante la celebrazione eucaristica, tuttavia, a coloro che la richiedono per un giusto motivo venga amministrata anche fuori della Messa, osservando i riti liturgici”.
Le modalità, sarà la Chiesa a stabilirle, e sicuramente si farà attenzione ad assicurare maggior protezione per i sacerdoti che saranno forniti di mascherine e/o anche di camici protettivi come i medici e il sacramento dell’eucarestia o confessione potrebbe essere donato fuori della porta, sul sagrato, magari per chi può in ginocchio, così vi sarebbe maggiore distanza tra i visi delle persone.
Prima di ciò la Cei, come già suggerito in precedenza, deve chiedere a questo punto con forza ed ottenere dal governo, visto che ne ha tutto il diritto, la modifica del modulo di autocertificazione dove di dovrà chiaramente scrivere che è consentito l’accesso ai luoghi di culto, al fine di evitare ulteriori abusi di potere a danno di sacerdoti che si son visti bloccare nelle loro cerimonie o fedeli impediti di accedere a luoghi di culto perché sprovvisti di modulo chiaro. Lo Stato può impedire assembramenti per la salute pubblica ma non ha titolo di chiudere o sospendere o limitare attività religiose, dal nostro canto la tutela del bene della salute è primario interesse di ogni cristiano ma unito alla salvezza delle anime. Con devozione filiale, Il
Presidente
Avv. Anna Egidia Catenaro
Avvocatura in Missione
Associazione privata di fedeli