Non sia lo stato a decidere

11 Apr 2020 | Covid

Non sia lo Stato a decidere per noi credenti.

L’Associazione ” Avvocatura in Missione”  e molti giuristi con essa sono altamente preoccupati per il pericoloso precedente che si sta creando a seguito dell’emissione del D.L. n.19 del 25 marzo 2020  (pubblicato in GU SG n. 79 del 25.03.2020 ed entrato in vigore il 26.03.2020) sul tema legato alla emergenza COVID – 19.

Ciò che davvero inquieta i credenti è quella dicitura “sospensione delle cerimonie civili e religiose, limitazione in esso nei luoghi destinati al culto” di cui l’Art. 1, co. 2, lett. g) del citato D .L. che espressamente prevede:

“g) limitazione o sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni altra forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo, ricreativo e religioso; sospensione delle cerimonie civile e religiose, limitazione in esso nei luoghi destinati al culto”

Da questa decisione è derivato che quasi tutte le Chiese e Parrocchie hanno chiuso i loro battenti, cosicchè la libertà religiosa di culto o di accesso ai sacramenti, anche in via tutelata con uso di mascherine o distanziati, è stata soppressa.

Lo Stato,per mezzo delle sue autorità di forza pubblica ha addirittura forzato le porte delle Chiese per sospendere le celebrazioni che avevano attirato fuori qualche devoto (V. ad es. il caso di Cerveteri) o sono fioccate denunce a chi si è permesso di entrare in Chiesa per fare una preghiera per la sua città (V. sindaco abruzzese presso il Santuario della Madonna dello Splendore).

Non sembra si stia parlando dell’Italia. Fino a qualche mese fa, tutti erano inorriditi delle persecuzioni religiose in Cina, tutti erano inorriditi perche le libertà individuali non erano tutelate nel nostro paese, l’Italia era la paladina di tutte le libertà anche le più strane, ed ora si vede compressa, mediante un DPCM della libertà personale e mediante il D.L.n.19 della libertà  religiosa e di accesso al culto.

Sì, perché senza un modulo che preveda espressamente la possibilità di recarsi in Chiesa si è sempre sottoposti alla controllo delle autorità di polizia.

A parte la libertà religiosa, ciò che crea grave allarme è che lo Stato italiano attraverso il governo e mediante il disposto lett.”g “ del D.L. menzionato si è ingerito di poteri che non sono suoi, andando ampiamente a violare i Patti Lateranensi,  entrando addirittura ad emanare mediante la Nota Ministeriale indirizzata a Mons. Maffeis le modalità di celebrazione dei riti sacri per la Pasqua.

Qui abbiamo uno Stato sovrano che è il Vaticano che sembra come quel Cristo spogliato delle sue vesti il venerdì santo.

Allora erano i sacerdoti del tempio, ora sono i governanti del mondo, allora Ponzio Pilato lasciò fare ed ora invece i credenti stanno reagendo, non ci stanno a fare i Ponzio Pilato e  combattono con la preghiera centuplicata attraverso varie tv e vari canali mediatici, e soprattutto con l’informazione perché non si lasci fare, ma si fermi questa deriva morale e giuridica.

Con l’art. 2 n. 1 e con l’ art. 5 n.1 dell’Accordo di Revisione del 1984, la Repubblica Italiana ha riconosciuto alla sola confessione cattolica il possesso di uno specifico ordine proprio; ha accordato solo ad essa la qualifica di indipendente e sovrana nel proprio ordine; ha ratificato e dato esecuzione ad un accordo internazionale con la Santa Sede (L. 121/85) con il quale, richiamando l’art. 7 co. 2° Cost. è stata garantita massima libertà alla Chiesa Cattolica nella “missione di evangelizzazione e santificazione” e “nel pubblico esercizio del culto” (art. 2 n. 1 Revisione concordato 1984).

Inoltre la Repubblica ha garantito che i luoghi di culto cattolici non possono essere requisiti, occupati o espropriati e che la forza pubblica non può entrarvi, senza aver dato previo avviso alla autorità ecclesiastica (art. 5 idem), ma è bastato un D.L. per mandare all’aria un accordo internazionale? Chi ha autorizzato la forza pubblica ad entrare entro luoghi sacri e sospendere celebrazioni?

L’accordo è evidente che è stato  violato ed i giuristi vedono pericoloso questo precedente di diritto che si sta creando.

Il diritto dei fedeli non esiste più e così tutte le prerogative e i diritti della S. Sede.

In vari tempi storici vi sono state delle prove ma ciò che si paventa è che dal Covid-19, potrà accadere qualsiasi altra problematica e i fedeli dovranno barricarsi  come  avvenuto e avviene ancora nei paesi totalitari.

La S. Sede, la Cei e i singoli vescovi sono gli unici ad essere titolati a prendere decisioni  in materia di fede, pur nel rispetto del divieto di assembramento, pertanto non è comprensibile che si ammettano  lunghe file per accedere ai supermercati e non si tolleri  eventuali file, che potrebbero essere organizzate e composte, per chi in questi giorni pasquali volesse accedere al sacramento della riconciliazione o dell’eucarestia.

Assistiamo a tante iniziative di volontariato al fine di occuparsi dei senza tetto, o di quanti  si sono attivati per portare le medicine a casa o la spesa, tanto volontariato attivo che distribuisce buste di cibo ai poveri, e perché non si pensa che si potrebbero trovare volontari per far accedere in maniera distanziata chi potrà o vorrà uscire per accostarsi ai sacramenti? Oppure ministri dell’eucaristia disposti ad accedere presso le abitazioni, così come fanno quelli che portano la spesa?

Siamo uno Stato di diritto e vorremmo rimanere tali.

Allora ognuno rispetti i poteri dell’altro Stato senza alcuna compromissione o travalicamento.

Lo Stato Italiano pensi ad evitare assembramenti, pensi a risolvere i problemi economi degli italiani a come far arrivare moneta alle famiglie o pacchi di viveri e la S. Sede sarà capace di svolgere la sua funzione di santificazione delle anime, pensando a come meglio svolgere i suoi riti e celebrazioni per la tutela dei fedeli.

Spetta solo alla Chiesa decidere modi, tempi e luoghi di accesso dei fedeli alle celebrazioni pasquali. Ci auguriamo che il governo possa emendare il disposto sopra citato e non voglia procrastinare oltre un atteggiamento di sconfinamento dai suoi poteri e così la Chiesa, che è madre, saprà tutelare il bene spirituale dei suoi figli.