L’intervento di apertura del Cardinale Agostino Vallini al Convegno diocesano sulla missione dei laici a Roma

10 Mar 2014 | Riflessioni

LA MISSIONE DEI LAICI PER ROMA

1403 valliniIl Convegno diocesano sulla missione dei laici per la città è stato aperto dal Cardinale  Agostino Vallini, il quale ha portato il saluto di Papa Francesco ai circa mille partecipanti provenienti da oltre 160 aggregazioni laicali e d’ispirazione cattolica radunate presso la Pontificia Università Lateranense.

Tra i molti punti toccati nel lungo discorso, il Cardinal Vicario della Diocesi di Roma ha rappresentato l’esigenza che i laici cristiani si occupino delle cose del mondo, sporcandosi le mani nei processi economici e sociali, per realizzare un nuovo umanesimo fondato sulla dottrina sociale e sull’insegnamento di Gesù.

Infatti l’impegno politico e sociale riesce a trovare il punto di partenza e di arrivo in Cristo, la cui gloria non si è manifestata conquistando Gerusalemme. Il suo ingresso, che festeggiamo nella domenica delle Palme, è tra il giubilo di coloro che lo vedono entrare in città pensando che avrebbe liberato dall’oppressione dei romani, mentre Egli era già consapevole del sacrificio che avrebbe dovuto compiere. Tale impegno non è quindi successo personale ma sacrificio, ossia un atto di amore per gli altri.

Con questa carità i laici cristiani sentono una particolare spinta per farsi prossimi ai più deboli,ricercando costantemente il dialogo anche con coloro che la pensano diversamente. È necessaria una testimonianza di comportamento (che non scada in moralismo) e la forza delle idee contenute nella dottrina sociale della Chiesa.

Ricordando che la Chiesa non deve entrare nelle strategie di movimenti o partiti,  il vicario di Papa Francesco ha infine affermato con forza la necessità di una nuova classe politica che affronti, con fierezza e coerenza, la sfida di umanizzare la  città di Roma.

E’ poi intervenuto il prof. Giuseppe Della Torre, rettore dell’Università LUMSA, il quale si è soffermato sulla Roma delle periferie urbane ed esistenziali che hanno tolto la speranza di una società più giusta ed umana. Il pessimismo in cui viviamo non tiene conto, come ha ricordato Papa Francesco,  che “il mondo non è peggiore di cinque secoli fa! Il mondo è il mondo; è sempre stato il mondo“. Il mondo è buono in sé ma è l’uomo che può corromperlo.

Ecco che la speranza del laico cristiano deve essere testimonianza in un contesto in cui si vorrebbero solo diritti senza corrispondenti doveri. Occorre quindi perseguire la giustizia e, al contempo, la gratuità che prescinde dalla logica del do ut des. Richiamando l’enciclica “Deus caritas est” di Benedetto XVI, il rettore ha poi ricordato la necessità di una professionalitàdell’agire del laico che deve operare nella società con responsabilità.

Dopo le due relazioni, il prof. Cesare Mirabelli, già presidente della Corte costituzionale, e la dott.ssa Elisa Manna del CENSIS hanno brevemente illustrato l’attività dei gruppi di lavoro che non produrranno un documento di sintesi, in quanto il convegno rappresenta l’avvio di un percorso comune che dovrebbe proseguire oltre le due giornate di incontro.

Mi sono molto ritrovato nelle parole ascoltate in questa prima giornata alla quale ho partecipato insieme a molti amici, con l’unico obiettivo di ascoltare e  mettere in comunione l’esperienza e le competenze. Se la Chiesa ha deciso di radunare il suo popolo è perché sente forte l’esigenza di una rete di persone che, in un cammino di conversione, possano essere luce, sale e lievito della terra.

In quest’ottica domani parteciperò ai gruppi di lavoro per trovare ulteriori stimoli al mio impegnosenza farmi influenzare da coloro che, anche nell’ambiente cattolico, amano la polemica o guardano l’erba del vicino o, ancora, curano solo il proprio piccolo orticello.

Credo che si apra una grande opportunità di formazione iniziando dal costruire attrezzi da lavoro (vanghe, pale, sarchielli, badili, etc.), ossia un metodo di lavoro per Roma Capitale da condividere con altri uomini e donne di buona volontà.

La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi (Lc 9,2-3)