lettera alla Segreteria di Stato

11 Apr 2020 | Covid

Avvocatura in Missione

                                                            

 

Roma, 1 Aprile 2020   

Sua Em.za Rev.ma

Sig. Card. Pietro Parolin

Segretario di Stato

Sua Ecc.za Mons.Edgar Pena Parra

Sostituto Segreteria di Stato

Sua Ecc.za Mons. Paul Richard Gallagher

Segretario per i Rapporti con gli Stati

         Eminenza Reverendissima,

         Eccellentissimi Monsignori,

Chi le scrive è l’ Associazione privata di fedeli denominata” Avvocatura in Missione” che da anni promuove l’evangelizzazione in vari Tribunali d’Italia ed a Parigi. Sottoscrivono la presente anche altri amici che condividono la nostra iniziativa di rivolgerci a queste Eccellentissime Autorità.

Abbiamo l’ardire di scrivere perché, da giuristi, siamo altamente preoccupati del problema che si è venuto a creare a seguito dell’emissione del D.L. n.19 del 25 marzo 2020  (pubblicato in GU SG n. 79 del 25.03.2020 ed entrato in vigore il 26.03.2020) sul tema legato alla emergenza COVID – 19.

In particolare ciò che inquieta è l’Art. 1, co. 2, lett. g) del citato D .L.:

“g) limitazione o sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni altra forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo, ricreativo e religioso; sospensione delle cerimonie civile e religiose, limitazione in esso nei luoghi destinati al culto”

La norma ha portato alla chiusura delle nostre Chiese, Parrocchie, Cappelle ed Oratori, ha impedito l’accesso ai Sacramenti, financo a quello della Riconciliazione e della Eucarestia ed ha  addirittura autorizzato lo Stato italiano a entrare nelle chiese con le forze dell’ordine  per sospendere  una funzione religiosa ( V. per tutte il caso di Cerveteri).

Tutto ciò crea grave allarme in quanto lo Stato si è ingerito ed ha compresso non solo la libertà religiosa, non prevedendo nel modulo di autocertificazione come necessaria l’uscita per recarsi a fare visita in una chiesa o per ricevere il sacramento della Eucaristia ex  can 918 C.I.C. fuori della messa, ma ha violato ampiamente i Patti Lateranensi, esorbitando dai suoi poteri Statali entrando a legiferare in altro Stato sovrano quale è il Vaticano.

Ricordiamo a noi stessi che l’art. 2 n. 1 dell’Accordo di Revisione del 1984, così come l’art. 5 n.1 che  la Repubblica Italiana ha riconosciuto ad una sola tra le confessioni (tutte egualmente libere) il possesso di uno specifico ordine proprio; ha accordato solo alla  confessione cattolica la qualifica di indipendente e sovrana nel proprio ordine; ha ratificato e dato esecuzione ad un accordo internazionale con la Santa Sede (L. 121/85) con il quale, richiamando l’art. 7 co. 2° Cost. è stata garantita massima libertà alla Chiesa Cattolica nella “missione di evangelizzazione e santificazione” e “nel pubblico esercizio del culto” (art. 2 n. 1 Revisione concordato 1984); ancora, la Repubblica ha garantito che i luoghi di culto cattolici non possono essere requisiti, occupati o espropriati e che la forza pubblica non può entrarvi, senza aver dato previo avviso alla autorità ecclesiastica (art. 5 idem).

L’accordo è stato ampiamente violato con il  D.L. ed in concreto con i vari eventi spiacevoli accaduti,  con le denunce subite da vari cittadini come ad es. da un Sindaco che ha voluto fare un atto di pietà affidando la sua città alla Madonna, senza alcun assembramento di popolo ( V. santuario della Madonna dello Splendore vicino Pescara) ed altre ancora.

Il precedente di diritto che si sta creando è pericoloso e attenta al diritto dei fedeli di essere liberi di professare la propria religione, ma attenta soprattutto alle prerogative e ai diritti della S. Sede.

Oggi il Covid-19, domani un’altra influenza o il terrorismo.

Noi non riteniamo che la Chiesa non debba essere prudente ,la salute del corpo è importante, ma quella dell’anima non può essere soppressa da una legge dello Stato.

La Chiesa nei suoi poteri è l’unica, entro le sue chiese e territori, a dover e a poter decidere le modalità di accesso ai sacramenti, lo Stato potrà solo chiedere di evitare assembramenti, ed è su questa linea che abbiamo provveduto a fornire a qualche parlamentare di buona volontà una nostra proposta per emendare le storture del D.L. (che qui allego), ma gli stessi Parlamentari hanno bisogno che gli Organi di Governo della Chiesa si facciano sentire con il Governo Italiano e dissentire su ciò che non va.

Apprendiamo con tristezza, ancor prima che scada il termine del 3 aprile, indicato dallo Stato per i provvedimenti urgenti, che alcuni vescovi hanno già comunicati che i riti della settimana Santa si svolgeranno senza la presenza dei fedeli, persino le celebrazioni nel sacro triduo pasquale.

La scienza medica ha avvertito il pericolo di diffusione nei luoghi pubblici, ma ha anche individuato i dispositivi di protezione (mascherine – distanziamento) che rendono possibile l’accesso nei supermercati, come nelle farmacie o negli uffici postali. Solo l’accesso in Chiesa è escluso perché nel modulo non è compreso  e la Nota del Ministero degli interni a Mons. Maffei della Cei, ci fa davvero piangere giuridicamente, nel momento in cui asserisce che pur non essendo autorizzati se la chiesa è sulla strada del supermercato ci si può fermare ( salvo poi a dover sottostare al controllo del poliziotto di turno).

Così come vengono reclutati i volontari per consegnare il pane ai poveri, potrebbero essere reclutati i volontari per controllare il rispetto delle distanze tra i fedeli affinchè questi possano avere quell’unico Pane che può sfamare.

Eminenza, carissimi Monsignori, voi che avete potere di governo, non lasciate solo il gregge che Dio vi ha affidato, fate sentire la vostra voce al Governo italiano, buona ogni trattativa di dialogo ma bisogna rimettere le cose per iscritto al posto giusto, ogni Stato (Italiano e Vaticano) deve rientrare nei suoi poteri.

Se è la Chiesa che vieterà qualunque accesso ai sacramenti per la Pasqua ne prenderemo atto ed ubbidiremo, oppure la Chiesa entro il suo territorio potrà stabilire le condizioni e metodologie e tempi per un accesso ordinato ai sacramenti,  ma da giuristi vi imploriamo, Non sia lo Stato italiano a decidere per noi, non siano i poliziotti a fare terrorismo spirituale.

Il popolo di Dio non perde la speranza, lo Spirito Santo che è la luce che illumina i cuori possa illuminarci tutti in questo momento così difficile per tutta l’umanità.

Preghiamo per Voi.

Con devozione di figli,

Avv. Anna Egidia Catenaro

Presidente

Avvocatura in Missione