Lettera alla Cei

11 Apr 2020 | Opere di carità solidale

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Avvocatura in Missione

Roma, 14 marzo 2020   

S.Em.za Rev.ma Card. Gualtiero Bassetti

Presidente Conferenza Episcopale Italiana

A seguito del Dpcm del 4.03.2020 in merito alla gestione del covid 19 ed ai decreti successivi in particolare quello del 9.03.2020 dove si autorizza l’uscita da casa solo per motivi di lavoro, di necessità e mediche, nonchè a seguito della comunicazione della Cei del 13 marzo in cui si legge: “Di questa responsabilità può essere espressione anche la decisione di  chiudere le chiese” si è creato all’interno della Chiesa  una gran confusione generale.

Basti guardare al decreto del 12 marzo del Card. Vicario di Roma De Donatis mediante il quale chiude le chiese,  seguito dal successivo decreto del 13 marzo dove invece da la possibilità di aprire le parrocchie.

Nelle varie diocesi ciascun vescovo e a volte gli stessi sacerdoti hanno una diversa direttiva, alcuni vescovi hanno lasciato le chiese aperte anche per fare adorazione eucaristica, altri invece hanno chiuso tutto ed addirittura impedito che si suonassero perfino le campane; alcuni sacerdoti escono per le strade con il Santo Sacramento per benedire, altri sono barricati dentro per la paura dei superiori.

Il popolo di Dio non solo smarrito per la paura del contagio da virus risulta essere altresì disorientato dalla mancanza della vicinanza dei sacerdoti e dalla impossibilità di ricevere i sacramenti della confessione e comunione.

Allora l’intento di questa lettera è di elevare una voce a favore di chi desidera i sacramenti e si trova in diocesi o parrocchie chiuse, a tal fine ci rivolgiamo a Sua Em.za Rev. Card. Bassetti e quindi a tutta la Conferenza episcopale italiana, di far sentire al gregge che il Signore vi ha dato di pascere, di avere una linea coerente al Vangelo e ai canoni in tutto in territorio nazionale, pur nel rispetto delle leggi dello Stato.

Il credente ha diritto alla tutela della sua salute corporale ma anche alla tutela della sua salute spirituale e questa tutela può venire ora solo attraverso i ministri della Chiesa.

Se con il decreto del 13.3.2020 il card. Vicario per la diocesi di Roma ha riaperto le chiese parrocchiali è pur vero che non tutte le diocesi hanno adottato tale linea e comunque se fare visita in chiesa può essere salutare, ciò che dona davvero la grazia sono i sacramenti, pertanto a nostro sommesso pensiero, i sacerdoti dovrebbero proteggersi al pari dei medici e svolgere la loro funzione primaria di confessare e dare l’eucarestia fuori della messa, visto che questa al momento è impedita.

A tal fine si fa appello al Can. 918 C.I.C. che così stabilisce:

“Si raccomanda vivamente che i fedeli ricevano la sacra comunione durante la celebrazione eucaristica, tuttavia, a coloro che la richiedono per un giusto motivo venga amministrata anche fuori della Messa, osservando i riti liturgici”.

Poiché non vi è una direttiva emanata in maniera chiara da seguire, sorge l’urgenza di un chiarimento a livello  di Conferenza Episcopale.

La chiusura delle chiese e il divieto di riunioni affollate di fedeli potrebbe essere sopperita dando la comunione fuori della Messa come prevede il canone, portandosi il sacerdote presso i malati e per chi è in grado di uscire di darla, nel rispetto delle distanze indicate dentro la chiesa o se si ritiene anche fuori della porta della chiesa, sempre nel rispetto delle distanze, questo perché le chiese potrebbero non essere sanificate.

Così per la confessione si potrebbe rispettare il metro di distanza o per altri sacramenti quali viatico o visita presso un ammalato il sacerdote potrebbe proteggersi con indumenti ad hoc.

Come il medico o infermiere si accosta al malato avendo cura di proteggersi, il sacerdote, al pari del medico potrebbe proteggersi.

La CEI, potrebbe chiedere al Governo una interpretazione chiara ed estensiva del Dpcm del 9 marzo che non lasci margini di confusione, nella autocertificazione deve essere contemplata la possibilità di recarsi  presso un luogo di culto vicino per accedere ai sacramenti, così tutto avverrebbe nella legalità, nell’obbedienza e nella uniformità.

Con devozione filiale,   

Il Presidente

Avv. Anna Egidia Catenaro

Avvocatura in Missione

Associazione privata di fedeli

Via Luigi Laterza, 30

00123 Roma