Le caratteristiche dell’evangelizzatore
Nella prima lettera di S. Paolo a Timoteo possiamo cogliere quali debbano essere le caratteristiche del predicatore in Cristo. Anche se la lettera è rivolta ad un Vescovo è applicabile a tutti coloro che vogliono evangelizzare secondo la legge di Dio.
I Tim 1,5-7; 2; 3,2-5;
Caratteristiche del predicatore in Dio:
– Carità: è necessario un cuore puro, una fede concreta e sincera, amore ( “La carità procede da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede senza simulazioni ” cap.1,5).
– Umiltà: alcuni usano la verbosità, si atteggiano a falsi dottori della legge. Paolo consiglia di usare, al posto della verbosità, l’umiltà, ossia di non pretendere di essere falsi dottori della legge, ma veri portatori della Parola, anche se le circostanze favoriscono la superbia.
– Preghiera: sono necessarie domande, suppliche e preghiere per coloro che si evangelizzano, soprattutto se uomini di potere, ma anche per tutti gli uomini.( “Raccomando…che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni e rendimenti di grazie in favore di tutti gli uomini, per i re e per tutti coloro che sono in autorità, affinché possiamo trascorrere una vita tranquilla e serena “)
Paolo sin da allora esortava di pregare per i potenti della terra , per coloro che detengono le redini del governo delle nazioni. Per coloro che debbono decidere le sorti della umanità, la pace tra i popoli. E vediamo come sia attuale questa parola, in questo momento storico in cui abbiamo venti di guerra e tutti i capi delle nazioni abbisognano della preghiera d’intercessione e della evangelizzazione per poter prendere decisioni alla luce dello Spirito Santo.
Di qui l’importanza di Avvocatura in Missione la cui missione si rivolge ai giuristi, agli avvocati, magistrati ,politici, a coloro che detengono le redini della giustizia e del diritto .
La preghiera ci fa gustare la Parola di Dio, e l’evangelizzatore è uno che ha assimilato la Parola e la vive, non ha imparato a memoria un brano ma l’ha masticata, ruminata, fatta sua e tradotta in vita. Quando non si opera mediante la parola e con la preghiera c’è il rischio di portare se stessi.
– Irreprensibilità dell’evangelizzatore: è meglio che l’evangelizzatore non venga scelto tra i neofiti, altrimenti vi è il rischio che si insuperbiscano.
Paolo al cap.3,2-5 parla dell’episcopo, ma il contenuto è applicabile a qualunque evangelizzatore 🙁 l’evangelizzatore ” sia irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, adatto all’insegnamento, non dedito al vino non violento ma indulgente, non litigioso, non attaccato al denaro, che sappia ben governare la propria famiglia e tenere con grande dignità i figli in sudditanza. Poiché se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà avere cura della chiesa di Dio?”)
– L’evangelizzazione non può essere strumentalizzata per colpire e ferire le persone che ascoltano durante la omelia o durante la predicazione e così la Parola di Dio non può essere usta per un proprio tornaconto personale.
– L’evangelizzatore deve essere dignitoso e sicuro nella fede.
L’evangelizzazione aiuta prima di tutto se stessi, infatti quando si parla di qualcosa poi la si fa propria, così se proclamo la Parola, questa entra prima dentro di me e da me riesce per andare a donarsi ad altri , ma questo accade se io evangelizzatore mi esercito nella pietà e parlo per Dio e non per me.
– Altre caratteristiche del buon evangelizzatore è : tendere alla giustizia, alla carità, alla pazienza, alla mitezza, alla pietà, alla fede; non farsi prendere dall’orgoglio, né da cavilli e questioni oziose; evitare chiacchiere profane, ma avere come punto di riferimento il deposito della fede: la Parola di Dio, le parole del Papa, il Magistero della Chiesa e gli insegnamenti di chi è a capo di una comunità, gruppo di carità.