lavoro come missione

11 Set 2021 | Testimonianze

Cara Collega, innanzitutto grazie per la tua disponibilità e per avermi fornito i tuoi recapiti telefonici. Come ti accennavo, volevo parlarti un pò di me, cosa che avevo provato a fare lo scorso settembre tramite un indirizzo e-mail che invece appartiene ad una tua omonima. Comunque veniamo a me: io esercito questa professione dal 2002, ma ancora oggi, quando entro in un’aula di tribunale mi sento del tutto inadeguata. Mi vedo circondata da colleghi che sembrano lupi e che farebbero qualunque cosa per vincere una causa o per accaparrarsi un cliente. La mia timidezza poi non mi aiuta affatto, soprattutto quando ho a che fare con colleghi che si sentono Dio in terra. E’ in quei momenti che mi sento l’ultima degli ultimi e rimpiango di avere scelto questa professione. Nel mio cammino ho dovuto spesso abbassare la testa e scendere a compromessi, ma sono arrivata alla conclusione che è meglio avere pochi clienti onesti che centinaia disonesti e truffaldini. Così ho posto fine ad una collaborazione con un collega che durava da anni ed ho deciso di lavorare da sola. Questa scelta ha comportato non poche difficoltà, è stato come se mi affacciassi per la prima volta sul mondo giudiziario. Sto faticando per farmi conoscere, per dare prestigio alla nostra professione e per far diventare il mio lavoro una missione. Per questo mi piacerebbe partecipare a qualche vostro incontro, anche se dalla Calabria mi viene difficile o comunque attivarmi per portare la vostra associazione anche a Crotone. Ti sarei grata se volessi darmi qualche suggerimento. In attesa di un tuo cortese riscontro, porgo cordiali saluti.

                M.Francesca