La ricerca biomedica e l’insegnamento della Chiesa

13 Nov 2009 | Magistero

La ricerca biomedica e l’insegnamento della Chiesa

Oggi, le tecniche biomediche consentono di intervenire nella fase iniziale della vita dell’essere umano, e cioè nei processi stessi della procreazione.

Dio, Creatore e Padre, ha dato all’uomo un dono inestimabile, il più grande dei doni, il dono dell’esistenza.

Le ricerche scientifiche, biologiche e mediche, hanno portato, non solo a più efficaci risorse terapeutiche, ma anche a nuove ipotesi sulla vita umana, sia all’inizio di essa, sia  nei primi stadi di crescita, sia nel prolungamento della vita stessa.

In altri termini, l’uomo prende in mano il proprio destino.

Ma sino a che punto di ragionevolezza può arrivare questo intervento diretto sul processo della procreazione umana?

La Chiesa, in virtù della propria missione evangelica, non può esimersi dal prendere posizione e dal richiamare l’attenzione del mondo scientifico e dei Cristiani al rispetto del diritto primario e fondamentale della vita e della dignità della persona umana.

La persona umana è dotata  di corpo e di anima spirituale.

E la scienza non può dimenticare questo inscindibile aspetto nel trattare la persona umana.

Un aspetto, che è stato evidenziato e valorizzato al massimo dalla Incarnazione di Cristo, Figlio di Dio.L’uomo è stato portato al più alto livello possibile di dignità, quale  quello del livellamento -tramite la Redenzione- a fratello di Gesù- e  quindi, a figlio stesso del Dio Creatore.

 

I LIMITI DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA

Come già detto, nell’essere umano è inscindibile la composizione di corpo e di anima spirituale.

Ora la ricerca scientifica, la quale limiti la sua attenzione solo al corpo, trascurando le  caratteristiche peculiari e le esigenze dell’anima, è parziale, è monca, non è completa, è imperfetta, è ristretta e non universale, e, quindi non degna di coprire l’orpello di “Ricerca scientifica”, semmai di tecnica di mestiere.

La ricerca scientifica non ha limiti preconcettuali di esclusione di campo di intervento. Essa è universale, negli orientamenti esplorativi, non rifiuta a priori i contrasti e i nessi basati, sia sull’oggetto di ricerca, sia sui metodi esplorativi.

            Essa, se è coerente con la sua funzione,  cerca di rendersi conto della complessità totale  del fenomeno osservato, e cioè delle singole parti e del tutto.

Se la ricerca nega a sè stessa la dignità di essere “scienza”, limitandosi al ruolo di semplice “tecnica”, o tecnica di mestiere, ovviamente dimostra di non essere frutto della ricerca ideale, scaturita dallo sforzo connettivo dell’intelletto e dalla sofferenza del cuore,  per conoscere di più, per il piacere e l’amore di progressi più avanzati, in armonia, ovviamente, con le leggi strutturali imposte alla natura da quell’Essere infinitamente potente e illuminato, che è il Creatore dell’Universo.

Una tecnica, che non è in armonia con le leggi della natura, e, anzi le misconosce, può portare a conseguenze  paradossali e tragiche, come quelle di degenerazioni strutturali dell’essere umano, o quelle dell’olocausto nei confronti di stirpi e persone deboli e indifese, come, del resto, è accaduto nella storia e in modo più accentuato nel secolo scorso, anche nella civile Europa, senza che nessuno muovesse un dito per salvare dall’annientamento quelle masse immani di persone.

Quelle sconvolgenti esperienze disumane erano , appunto, il frutto delle cosiddette tecniche innovative, assolutamente contrarie alla dignità e alla vita stessa dell’essere umano.

E la Chiesa, specie quella attuale, cosciente del ripetersi di queste brutali possibilita’, oggi più che mai, alza solenne il suo grido e la sua voce ammonitrice, invitando il mondo scientifico e i Cristiani del mondo a svegliarsi e a vegliare sul rigoroso rispetto della vita umana, anche dal principio del nascere.

La Chiesa propone di agire in coscienza, secondo un imperativo che proviene dalla razionalità dell’intelligenza e dal proposito corretto del cuore, cioè la legge morale.

E nessuno può sottrarsi a questa legge, neppure lo scienziato, o il ricercatore che passa per tale, , in quanto l’uomo, nella sua identità tra corpo e anima, non può non essere considerato che simultaneamente, anche rispetto allo spirito.

E questa parte spirituale dell’uomo fa riferimento direttamente a Dio Creatore: e a nessuno può e deve essere permesso di calpestarla ed annientarla a piacimento, neppure con l’orribile motivazione dell’irrazionale esperimento tecnico  contro l’uomo.

Il ricercatore tecnico, se non è miope, non può pensare  di avere raggiunto l’apice e di sostituirsi alle leggi universali poste dal Creatore nella vita dell’essere umano. Anche perché ogni stadio di avanzamento della stessa tecnica non può essere che una tappa nel progressivo cammino verso più avanzate mete, nella direzione della scoperta del mistero della Creazione e dell’esperienza esistenziale.

Il vero ricercatore scientifico non può ignorare nell’essere umano l’esistenza dell’anima e che questa anima- a prescindere dal fatto freddo ed oggettivo che lui creda o non creda- è una  realtà dimostrata ex re, è una scintilla viva ed  evidente di presenza divina, destinata ad un potenziamento di spiritualità che culminerà nella dimensione eterna dell’immedesimazione totale nella mente di Dio.

 

LE TECNICHE DI PROCREAZIONE ARTIFICIALE DELL’UOMO

Per i progressi della tecnica, è possibile, oggi,  la procreazione senza rapporto sessuale, mediante l’incontro in vitro delle cellule germinali, precedentemente prelevate dall’uomo e dalla donna.

Ma questo, che è tecnicamente possibile, contrasta assolutamente con la legge della morale, imposta da Dio nella natura.

La procreazione umana richiede una collaborazione responsabile degli sposi, i quali, con atti specifici, loro propri, rendono possibile l’inizio e la trasmissione del dono della vita, nell’ambito delle leggi della natura e dell’unione matrimoniale

 

IL RISPETTO DELL’UOMO ANCORA IN EMBRIONE

L’essere umano è da rispettare, come persona, sin dal primo istante della sua esistenza.

L’insegnamento della Chiesa, nel Concilio Vaticano II, ha riproposto all’Umanità contemporanea il grande fondamentale principio che “ La vita umana, una volta concepita, deve essere protetta, con la massima cura. E l’aborto, come l’infanticidio, sono abominevoli delitti”.

Nella “Dichiarazione sull’aborto procurato” è scritto che ”Dal momento in cui l’ovulo è fecondato, si inaugura una nuova vita, di un nuovo essere umano, che si sviluppa per proprio conto”.

Pertanto, il frutto della generazione umana, sin dal primo istante della sua esistenza, esige il rispetto incondizionato dovuto all’essere umano, nella sua totalità corporale e spirituale, con il riconoscimento di tutti i diritti della persona, primo fra tutti il diritto alla vita del corpo e dello spirito.

Le sperimentazioni sugli embrioni e sui feti umani vivi non può essere lasciata alla libera esercitazione, ma nei casi, ove è ammessa, sempre con il consenso libero e informato dei genitori, deve essere sorretta dalla certezza morale di non arrecare danno alcuno, né alla vita, né alla integrità del nascituro e della madre.

Né, tanto meno, i genitori possono disporre della integrità fisica e della vita del nascituro, in quanto quella nuova vita, da loro concepita, e che ancora non ha visto la luce, prima di appartenere a loro personalmente, fa parte del mondo umano contemporaneo, del contesto civile della società.

Infatti, la dignità esistenziale del nascituro, oltre che dalle leggi morali della coscienza e del rispetto del comandamento di Dio “Non uccidere”, è anche tutelato dalle leggi civili e penali dell’ordinamento giuridico vigente.

E, come corollario di tale rispetto della vita umana nascente, anche gli embrioni o feti umani abortiti devono essere rispettati come spoglie umane e non considerati come oggetto di mutilazioni o autopsie, senza il consenso della madre, vietando ogni pratica di natura commerciale.

E’, inoltre immorale produrre embrioni umani, mediante fecondazione in vitro, per sfruttarli come materiale biologico disponibile.

In tal modo, il ricercatore si sostituisce e, forse senza saperlo o senza riuscire a capirlo, si fa padrone del destino di  di altri, in quanto sceglie, arbitrariamente,  di fare vivere, e di fare morire,  commettendo il gravissimo delitto di sopprimere degli esseri umani  senza difesa alcuna e senza neppure la coscienza di esistere.

E c’è di più. Le tecniche  di fecondazione in vitro possono portare a manifestazioni imprevedibili, assurde –orribile dictu- come la fecondazione tra generi umani ed animali, gestazioni di embrioni umani in uteri animali, uteri artificiali per l’embrione umano.

Queste, speriamo non auspicabili, previsioni priverebbero l’uomo nascente della propria dignità umana.

Non solo. Ma evidenzierebbero assenza totale di razionalità umana e professionale in quei ricercatori, ormai in balia del delirio di affermazione, con novità qualsiasi, portatrici di celebrità, ormai caduti e prigionieri nell’abisso orribile di negare  dignità umana e coscienza morale a sé stessi, alla classe ricercatrice e alle vittime del loro operato.

 

LA FECONDAZIONE ETEROLOGA

Ogni persona umana, che viene al mondo,  deve essere accolta, sempre, come un dono e una benedizione del Dio Creatore.

Dal punto di vista morale, una procreazione veramente responsabile, anche nei confronti del nascituro, deve essere concepita nell’ambito del matrimonio e frutto di esso.

La fedeltà degli sposi, nell’unità del matrimonio, comporta il reciproco rispetto del loro diritto a diventare padre e madre, soltanto l’uno attraverso l’altro.

I genitori devono trovare nel figlio una conferma ed un completamento della loro donazione reciproca.

Il figlio è l’immagine vivente dell’amore dei genitori, il segno permanente della loro unione coniugale, cioè la sintesi viva ed indissolubile della loro dimensione paterna e materna.

Da punto di vista sociale, poi, il bene dei figli e dei genitori contribuisce fortemente al bene e all’equilibrio della comunità.

E la vitalità e lo sviluppo armonico della società richiedono che i figli vengano al mondo in seno ad una famiglia, che sia stabilmente fondata sul matrimonio, ove trovare una atmosfera di affetto , amore e rispetto della dignita’ di essere umano.

E la fecondazione artificiale eterologa, con donatore diverso da uno degli sposi,  si dimostra palesamente contraria alla unità del matrimonio, contraria alla dignità e all’onore degli sposi, contraria alla vocazione propria dei genitori, contraria al diritto del figlio di essere concepito e messo al mondo nel contesto di un matrimonio tra un uomo e una donna.

La maternità sostitutiva, poi, è contraria all’unita’ del matrimonio e alla dignità della procreazione della persona umana.

Essa rappresenta una mancanza oggettiva di fronte agli obblighi dell’amore materno, della fedeltà coniugale e della maternità responsabile, offendendo anche la dignità e il diritto del figlio ad essere concepito, portato in grembo, messo al mondo ed educato dai propri genitori, nel calore affettuoso di un completo e felice focolare domestico.

 

LA FECONDAZIONE ARTIFICIALE OMOLOGA

L’atto coniugale ha due significati: uno unitivo, l’altro procreativo.

Cioè, l’atto coniugale, mentre unisce gli sposi, nello stesso tempo, li rende capaci di generare nuove vite secondo le leggi, imposte alla natura umana dell’uomo e della donna dalla eterna intenzione di Dio, Creatore della stessa vita, della vita umana e dell’incommensurabile Universo.

A questo punto, bisogna considerare il nesso tra procreazione e atto coniugale.

Dall’atto coniugale, quindi, il profondissimo vincolo degli sposi e l’attitudine a generare nuove vite.

Già la contraccezione priva, intenzionalmente, l’atto coniugale della sua apertura alla procreazione ed opera una dissociazione volontaria delle finalita’ del matrimonio, nel quale si dovrebbero realizzare i due significati dell’atto coniugale predetto nell’ambito del matrimonio.

E, ancor più, la fecondazione artificiale omologa, la quale persegue una procreazione che non è frutto di  un atto specifico di unione coniugale, opera, obiettivamente e più ampiamente, una netta separazione tra i significativi scopi del matrimonio.

Ragione per cui, la procreazione, quando non è voluta, come frutto dell’atto coniugale di unione degli sposi, viola la legge morale e anche fisica del matrimonio, privando la nascita stessa della nuova creatura di quei valori sociali, tradizionali ed intimamente umani e poetici, che sono connessi con la struttura anche spirituale del matrimonio e dei frutti di esso.

Il figlio che non è frutto di donazione reciproca, realizzata nella cooperazione all’atto coniugale, diventa il prodotto di tecniche mediche e biologiche, come un semplice oggetto passivo ed inanimato di ricerca.

Ed è qui la rilevanza morale, e strettamente umana, tra i significati specifici dell’atto coniugale, in quanto la dignità dell’essere umano nascente, già nella sua concezione, ad opera di fredda tecnologia, viene crudelmente privata della fiamma e del calore umana necessario dei coniugi genitori, da cui scaturisce non solo la speranza dell’attesa del nascituro, ma anche una vis attrattiva della venuta di una nuova creatura di Dio nell’universo sistema dell’esistenza e del Creato.

La Chiesa auspica una procreazione umana responsabile.

Ma, nella FIVET e nella inseminazione artificiale eterologa, il concepimento umano, ottenuto mediante l’incontro di gameti provenienti da donatori diversi dagli sposi uniti in matrimonio, non può dirsi responsabile, né verso la creatura nascente, né verso uno  o ambedue i genitori, che poi da due diventano tre, cosa assurda anche secondo la legge naturale e civile.

Comunque, l’insegnamento del Magistero della Chiesa ammette, come moralmente lecito, l’inseminazione artificiale, solo qualora il mezzo tecnico utilizzato faciliti l’atto coniugale , o lo aiuti a raggiungere i suoi obiettivi naturali creativi, propri dell’atto coniugale, purchè il mezzo tecnico non si sostituisca appunto a quegli atti creativi.

E, per scendere un po’ più nel concreto, la stessa masturbazione, quale strumento per procurare lo sperma umano da utilizzare nelle tecniche fredde ed inumane dell’inseminazione artificiale, proprio questo orribile espediente , che separa i due alti significati dell’unione tra l’uomo e la donna, si isola in una esperienza brutale, lontana dalla bellezza del significato fisico e spirituale dell’amplesso umano, insito in rerum natura e voluto dalla benedizione di Dio nell’unione matrimoniale tra l’uomo e la donna.

 

I LIMITI DELLA MEDICINA

La medicina deve essere ordinata al bene integrale della persona umana:

Essa non può curare il corpo a scapito dello spirito.

Il medico è al servizio della persona e, nel campo della sessualità, della procreazione umana.

Al medico non compete la facoltà di disporre, né di decidere, né della persona, né della sua sessualità.

Anzi, il medico nel rispetto della dignità fisica e morale della persona,  deve aiutare la realizzazione dell’atto coniugale, sia per facilitare il concepimento, sia per consentirgli di raggiungere il suo fine.

Oggi, appunto, si parla di umanizzazione della medicina, proprio per attuare il totale rispetto dell’integrale dignità della persona umana,  sia nello stesso atto della trasmissione della vita, sia nelle prime apparizioni dell’embrione, sia nella crescita, sia nella senescenza del tramonto.

Questo dovrebbe essere il principale obbligo, morale e professionale, di qualsiasi medico,  credente o non credente, se vuole inserire, positivamente ed evolutivamente, la sua opera nell’incommensurabile ed eterno fieri, del divenire e dell’alternarsi veloce dell’esperienza esistenziale della vita umana sul pianeta Terra.

DE IURE CONTENDO

PROVVEDIMENTI  AUSPICABILI PRESSO LE AUTORITA’ ISTITUZIONALI

E PRESSO LE PERSONE INTELLIGENTI E DI BUONA VOLONTA’

1)      Istituire un sistema di controllo, affinchè il ricorso a tecniche, capovolgenti  i ritmi e i canali naturali della trasmissione della vita, non possano portare a conseguenze irresponsabili e irreversibili, a danno dell’umanità dei nostri giorni e del futuro.

2)      ) Impedire l’eugenismo e le discriminazioni tra esseri umani, onde evitare, sin dal concepimento della vita, offesa grave alla uguaglianza, alla dignità e ai diritti fondamentali della persona umana.

3)      Tenere presente che tra i diritti fondamentali, inerenti inscindibilmente alla natura umana, meritano particolare tutela di ogni tipo:

A)    Il diritto alla vita, nascente, sviluppante e senescente.

B)     I diritti della famiglia e del matrimonio, luogo indefettibile per la venuta al mondo della nuova creatura umana.

C)    Il divieto a che gli esseri umani, sia pure allo stato embrionale, siano trattati come oggetti di sperimentazione, mutilati o distrutti, con il pretesto che risulterebbero superflui, o incapaci di sviluppo normale.

D)    Il divieto dell’inseminazione artificiale post mortem e della maternità sostitutiva.

A tutti gli uomini di buona volontà  l’esortazione a che prendano coscienza delle imprevedibili negative conseguenze della manipolazione genetica e della procreazione artificiale, onde attuare comportamenti proporzionali alle esigenze naturali del genere umano e di rispetto di ogni cratura umana, specie quando non può difendersi, ossia dallo stato embrionale della nascita sino all’ultimo respiro della sua estinzione.

Si auspica, l’impegno, oltre che di tutti gli specialisti in materia, anche la presa di coscienza di tutti i cittadini, affinchè ognuno, con i propri mezzi, e nel proprio ambiente, collabori nella formazione di una opinione pubblica sempre più propensa alla difesa della vita, nel rispetto, evolutivo ed evolvente, della dignità umana di ogni singola persona.

 

(Da “il  rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione: Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede”)