L’istituzione dell’Eucarestia

13 Nov 2009 | Riflessioni

L’Istituzione dell’Eucarestia tra il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro 

  L’istituzione dell’Eucarestia avviene in un contesto particolare: tra la profezia o dono di conoscenza che ha avuto il Signore annunciando il tradimento di Giuda e la predizione del rinnegamento di Pietro.

  In  Mc 14,17-30 leggiamo [1]:” Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. Ora mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: < In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà> Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l’altro : <Sono forse io?> Ed egli disse loro: <Uno dei dodici, colui che intinge con me nel piatto…>. Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzo e lo diede loro, dicendo:< Prendete, questo è il mio corpo>. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse:< Questo è il mio sangue…> E dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi .Gesù disse loro :< Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. Ma dopo la mia resurrezione vi precederò in Galilea > Allora Pietro gli disse : <Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò >. Gesù gli disse: < In verità ti dico: proprio tu oggi , in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte >.

 

Gesù dice, riferendosi naturalmente a Giuda: “Uno di voi, chi mangia con me, mi tradirà “. Meditiamo come noi, persone che seguono da vicino Gesù hanno aspettative come quelle di Giuda Iscariota.

Giuda che cosa aveva immaginato a proposito di Gesù? Che cosa aveva capito? Aveva capito un progetto di Gesù che non era quello vero!

Gesù, certo, aveva detto: ” sono venuto a portare la guerra, sono venuto a mettere madre contro figlia, suocera contro nuora” ; aveva parlato quindi di guerra, di rivoluzione; il popolo in effetti aspettava un capo rivoluzionario che facesse giustizia, il Signore parlava di giustizia nei suoi discorsi, illustrava il progetto che era venuto a realizzare sulla terra… però Giuda  aveva avuto una sua interpretazione.

 

Spesso anche noi facciamo la stessa cosa, interpretiamo quello che vuole il Signore secondo il nostro progetto mentale.

Giuda allora cosa fece? Gli sembrò di capire quello che fosse il progetto di Gesù e, secondo il suo progetto, volle accelerare quello che riteneva fosse il programma del Signore. Tant’è che quando lo  tradì, si aspettava che il Signore reagisse, Giuda non voleva che lo mettessero a morte; dalla scrittura non risulta questo! Risulta semplicemente che lo ha venduto per quattro denari. Ma perché?

 Perché voleva costringere il Signore a ribellarsi, pensava che così facendo Gesù finalmente avrebbe fatto la rivoluzione che era venuto a fare.

Giuda forse pensava che i tempi non erano ancora giusti, maturi, però se  lo avesse costretto… Gesù si sarebbe ribellato e finalmente si sarebbe avuta la rivoluzione.

 

E’ un po’ come  quando noi a volte vogliamo delle grazie a tutti i costi e diciamo

” Adesso aiutiamo il Signore…” e ci mettiamo la nostra parte  per costringere il Signore a farci quella grazia perché pensiamo: ” sicuramente Dio la pensa come noi”; perché noi pensiamo che siamo entrati nell’ ordine di idee di Dio, che abbiamo capito perfettamente il Signore, pensiamo di essere in sintonia con il Signore, pensiamo di conseguenza che il Signore è in sintonia con noi; però, a volte, stiamo ingannando noi stessi perché il Signore dice:” I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie, quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”[2]. Quindi a volte vogliamo costringere Gesù, come Giuda ,a muoversi,  a fare quello che noi vogliamo; ma Gesù non lo fa, ed allora cosa accade?

Abbiamo la stessa reazione di Giuda?

Giuda che reazione ha avuto?

 

 Quando ha visto che il Signore non si è ribellato e si è fatto catturare è subentrata in lui la disperazione totale perchè il quel momento si  rese conto di aver sbagliato; gli è crollato tutto addosso.

Così come crolla a noi quando qualcosa ci va completamente storto e ci rendiamo conto che quello che avevamo pensato non coincideva col progetto di Dio.

 

Allora puoi avere  due reazioni: quella di Giuda o quella di Pietro.

Quella di Giuda che si dispera, cioè che non spera più nel Signore; pertanto invece di abbassarsi, di ritornare alla fonte, di ammettere di essersi sbagliato, sceglie la via della disperazione, la via della fuga lontano da Dio.

 

Anche noi di fronte a delle prove  possiamo avere questa reazione, ci sono persone che si avvicinano di più al Signore, altre invece che decidono di non volerci avere più nulla a che fare. Allora lì ha vinto la disperazione, ha vinto tutto il mio orgoglio, tutto il mio progetto, che è crollato perché il Signore non l’ha realizzato, perché non era un progetto buono ed allora si rinuncia alla via di salvezza.

 

Vediamo dall’altro lato Pietro che si mostra sempre come la persona forte tant’è che dice a Gesù ” se tutti ti tradiranno io non ti tradirò mai”, ” Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò”; Pietro è tutto sicuro di sé. E’ l’esempio di quelle persone che pensano di essere molto solide nella fede, che pensano di essere arrivate, di aver incontrato il Signore e quindi di non fare più peccati. Persone che si sentono sicure di se stesse.

Il Signore facendoci vedere queste debolezze di Pietro, ci vuol far comprendere che nessuno può essere sicuro fino alla morte che non tradirà il Signore.

Persino P.Pio aveva sempre il timore di perdere la fede.

E’ tutta questione di grazia. Avere la fede è un dono, rimanere nella grazia o avere la grazia è un dono di Dio.

Certo sta nella nostra volontà discernere e reagire come ha fatto Giuda o come ha fatto Pietro.

Guardando il comportamento di Pietro notiamo che questi in effetti lo ha rinnegato, così come Gesù aveva preannunciato.

Che differenza c’è, quindi,  fra Giuda e Pietro?

Noi siamo soliti condannare sempre Giuda e dimentichiamo che anche Pietro ha rinnegato profondamente il Signore.

 

Si tratta di due avvenimenti dai risvolti estremamente negativi, due momenti tragici nella vita di Gesù, due personaggi : Pietro e Giuda che benchè abbiano avuto sorte diversa hanno ambedue contribuito a rendere ancora più amara la passione di Cristo.

Tutti e due erano discepoli, che dolore quindi può aver provato Gesù dal tradimento di Giuda e dal rinnegamento di Pietro!

Forse che il tradimento di Pietro è stato meno grave di quello di Giuda?

 

 Sono stati due tradimenti ambedue pesanti perché inflitti da persone predilette, che mangiavano, che vivevano notte e giorno con Gesù, che avevano scoperto tutti i segreti del Signore.

Il Signore aveva detto loro ” io vi rivelo il volto del Padre; chi vede me, vede il padre”; Gesù ha rivelato tutto.

Addirittura Pietro, Giacomo e Giovanni li aveva portati con sé sul monte Tabor, questi avevano assistito alla trasfigurazione: il Signore che si era trasfigurato quando scesero Mosè ed Elia, tant’è che Pietro aveva detto:

 ” Facciamo tre tende”, cioè ‘ rimaniamo sempre qui, stiamo così bene!’

 

Cosa avrebbe dovuto pensare Gesù di Pietro? Io il Signore ti rivelo tutto quello che c’è di bello, di buono, ti ho rivelato tutto me stesso e …tu mi tradisci!!!?

 

E’ ciò che accade quando un amico, una persona molto vicina a noi ci tradisce, la persona sulla quale noi abbiamo riposto la nostra fiducia ci tradisce!

Gesù aveva scelto personalmente i 12 discepoli, li scelse dopo essere salito sul monte a pregare, li scelse proprio lui ,il Signore!

 

Quante volte noi scegliamo l’amico/a del cuore a cui rivelare i nostri più intimi segreti e sono poi proprio loro a tradirci, esattamente come Gesù è stato tradito.

 

Allora qual è la differenza fondamentale tra Giuda e Pietro? Non certo il Signore è rimasto meno ferito dal tradimento di Pietro. Pietro gli aveva assicurato che avrebbe dato la sua vita per Lui, che anche se altri l’avessero rinnegato, lui non l’avrebbe mai fatto, lui stesso disse a Cesarea di Filippo in risposta a Gesù che chiese: ” Voi chi dite che io sia?” Egli rispose: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Quindi Pietro aveva capito chi fosse Gesù.

Se Giuda Iscariota ‘poveraccio’ non aveva le idee chiare, nonostante vivesse a contatto con il Signore, non aveva capito nulla…Pietro invece risulta che era stato illuminato.

Ciò può accadere anche a noi: nonostante viviamo una vita di sacramenti, di sacramentali, di vicinanza a sacerdoti, possiamo avere le idee confuse e non aver capito nulla del Signore, allorquando non accettiamo le prove, le sofferenze, la croce.

Il Signore ce l’ha detto: “Chi vuol venire dietro a me prenda la sua croce e mi segua”.

 

Se Giuda da un lato può essere pure scusato perché viveva uno stato confusionario, Pietro invece aveva avuto le idee chiare, era stato super-illuminato dallo Spirito Santo; addirittura Gesù gli disse ” non lo dici da te stesso ma il Padre mio te lo ha rivelato”.

Ciò nonostante Pietro per la paura, per la vergogna, per la paura di fare la stessa fine di Gesù cioè di essere catturato, per ben tre volte asserisce “Io quest’uomo non lo conosco”.

Ve lo immaginate che l’amico più intimo sul quale avete riposto la fiducia più piena vi tradisce in tal modo? Gesù aveva detto a Pietro “Tu sei Cefa e su questa pietra edificherò la mia chiesa!” Gli aveva detto :  Tu sarai capo della Chiesa .

Vi immaginate il dolore di Gesù quando vide questo tradimento e cosa uno di noi penserebbe?: ” Io debbo affidare la mia Chiesa a questo che mi tradisce ancor prima che mi mettono in croce? ”

L’avevano catturato, certo, ma la sentenza di morte non era ancora stata emessa, in teoria Gesù poteva ancora essere prosciolto!

 

Il giudizio non era concluso perché lo sballottavano tra Erode e Pilato.

 

Nel contesto di annuncio dei tradimenti Gesù cosa fa? Istituisce l’eucarestia….cioè offre se stesso in maniera permanente. Una cosa che nessuna persona umana avrebbe mai fatto.

 

Immaginiamo di avere degli amici quasi tutti spariti, due di questi addirittura ci tradiscono, uno ci vende per pochi soldi ,l’altro nega di conoscerci.

 

In tutto questo Gesù offre completamente la sua vita per loro e per tutti gli altri che faranno come loro, per noi, perché i nostri tradimenti quotidiani, i nostri peccati più gravi, sono ugualmente dei tradimenti come quelli di Giuda, come quello di Pietro e di tutti quanti gli altri.

 

 Lui in quel momento istituisce l’eucarestia, ce la dà come dono permanente; quindi permanentemente dice ” Io adesso offro la mia vita per voi e la continuerò ad offrire per l’eternità”.

Infatti l’eucarestia è un memoriale , che non è semplicemente un fare memoria, un ricordare qualcosa di accaduto in passato ma è un sacrificio che si perpetua, un sacrificio incruento, allorquando sulla croce fu un sacrificio cruento; il Signore in quel momento, tra i due tradimenti ha avuto il coraggio di offrire completamente la propria vita.

E’ cosa sulla quale dobbiamo veramente riflettere per riuscire a capire l’amore immenso di Gesù  che va al di là del nostro peccato, il suo amore che è sempre  al di sopra delle nostre debolezze.

 

Noi per quanto possiamo contraccambiare non riusciremo mai a pareggiare il suo amore. Nella nostra vita qualche mancanza vi è sempre, anche il Santo si dice che pecca sette volte al giorno.

La nostra vita per quanto ci sforziamo di renderla sempre più perfetta, non riusciremo mai a restituire al Signore quell’amore profondo che lui ha avuto per tutta l’umanità.

 

Come si fa a trasmettere agli altri quest’amore di Cristo?

 

Solo iniziando a meditarci sopra… i santi hanno scoperto l’amore di Cristo quando meditavano la sua passione.

I santi meditando sulla passione di Cristo, sulle sue sofferenze si sono convertiti sempre di più ottenendo anche guarigioni perché il Signore offrendo la sua vita l’ha fatto per la nostra guarigione.

( Per le sue piaghe siamo stati guariti , dice la scrittura).

L’offerta fu fatta per dare le sue forze anche a Pietro, egli infatti avvisò i discepoli :

” sarete passati al vaglio…sarete dispersi…il pastore sarà catturato e le pecore saranno disperse senza padrone…sarete passati al vaglio della prova…però io pregherò per voi” .

 

Il Signore quindi ha pregato per noi , che potessimo, nonostante passare attraverso la prova, riuscire a rimanere saldi, riuscire a ritrovarci nella fede, passato il momento della tempesta riuscire a dire:” va bene Signore ho peccato, Signore ti ho tradito, Signore ti ho rinnegato ma spero nella tua misericordia , nel tuo perdono”.

 

Qui le due differenze tra Giuda e Pietro: mentre Giuda si è lasciato prendere dalla disperazione, Pietro ha avuto la contrizione.

 

Se di fronte ad una prova grande dove tu hai tradito il Signore, o se rinunci a chiedere misericordia e rinunci ad avvicinarti al Signore, allora c’è per te la disperazione,  a prescindere dal fatto che ci possa essere il suicidio fisico, la morte fisica, c’è sicuramente il suicidio spirituale; perché stando lontani dal Signore non si ha più vita, non si ha più gioia.

Pietro dopo il tradimento ha incrociato il suo sguardo con gli occhi di Gesù, l’incontro con quello sguardo lo portò a piangere amaramente. Tanto pianse che dicono che gli si sono formati due solchi di rughe sul viso.

Proprio per questa contrizione forte il Signore lo ha riaccolto.

 

 In Gv 21,15 leggiamo l’ultimo discorso di Gesù a Pietro; ha scelto proprio Pietro per fargli questo discorso, perché nonostante lui lo abbia rinnegato, il Signore però è fedele, gli aveva infatti promesso:  ” tu sarai Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” . Il Signore aveva fatto questa promessa e non la ritirò indietro anche se Pietro lo aveva tradito.

Questa è una cosa molto bella!

Se il Signore promette qualcosa, lui resta fedele , tant’è che dopo la risurrezione, nel dialogo con Pietro dice “Simone di Giovanni mi ami tu più di costoro? ”

Vedete il comportamento di Gesù… ma anche di Pietro…si legge una profonda umiltà in Pietro. C’è Gesù che continua a chiedergli “Mi ami? “; Pietro lo aveva rinnegato per tre volte così  Gesù per tre volte gli chiede “Mi ami tu? ” “Pietro ma tu mi ami? “, “Sei sicuro che mi ami? ”

 

E’ come quando noi ci sentiamo traditi da una persona a noi molto vicina; dopo il tradimento abbiamo bisogno di conferme ed allora Gesù anche se leggeva nel cuore di Pietro è come se volesse delle conferme.

Ma più che volerle lui, voleva che Pietro si rendesse conto, prendesse consapevolezza dell’amore che provava per Gesù.

 

Pietro era un uomo ferito, aveva tradito il Signore e noi sappiamo che quando siamo nel peccato, o quando sappiamo che ci siamo comportati male nei confronti di una persona, anche se questa persona ci perdona, noi abbiamo dentro di noi un senso di inferiorità, il pensiero di non essere accettati, questo perché siamo noi a non esserci completamente perdonati .  Il Signore interrogandolo per tre volte “Mi ami tu ? “, è come se volesse ridare questa fiducia a Pietro, rendendolo consapevole che veramente lo amava.

 E mentre prima Pietro aveva quasi sfidato Gesù, di fronte alla sua profezia di rinnegamento: ” Oh io non ti rinnegherò”, ora Pietro ha capito che Cristo poteva leggere nei cuori, ha tratto giovamento dall’esperienza precedente; infatti, quando Gesù gli chiede per la terza volta se l’amava Pietro gli rispose : “Tu sai tutto, tu conosci che ti amo”.

Quindi Pietro aveva preso consapevolezza che Gesù era capace di leggere dentro, di leggere nel cuore dell’uomo e di intuire ancor prima che noi parliamo, che pensiamo, ancor prima che agiamo quello che abbiamo dentro.

 

 In questo passo si può scorgere questo rapporto di amore tra Gesù e Pietro, ed è lo stesso rapporto che può intercorrere con ciascuno di noi; anche noi l’abbiamo tradito però Gesù ci chiede “…Ma Manuela tu mi ami?”  “…Anna ma tu mi ami?”  “…Massimo ma  tu mi ami?”

 

 A Gesù non importa che noi lo abbiamo tradito, a Gesù che gli importava che Giuda Iscariota l’avesse venduto per quattro soldi? A Gesù importava che Giuda si salvasse. Certo Gesù ha sofferto molto quando ha visto che Pietro, quello che aveva l’eredità di tutta la Chiesa lo stesse rinnegando, però alla fine cosa è stato importante per Gesù? E’ stato importante vedere quelle lacrime di Pietro.

E’ stato importante vedere che Pietro nella prova rientrava in se stesso e si pentiva.

 Il Signore sapeva che sarebbe arrivato il diavolo che li avrebbe messi alla prova.

 

E’ la tentazione che ti porta a rinnegare Cristo, a rifiutarlo, ad allontanarti perché non vuoi portare la croce, perché non vuoi sopportare le persecuzioni, perché non vuoi essere assimilato a Cristo.

 

Queste sono prove che capitano giornalmente, però  per  il Signore è importante che tu ritorni, e se lui ti ha promesso qualcosa, se ti ha promesso una grazia, se su di te Lui ha un progetto  lo realizza a qualunque costo.

Non sta a guardare la tua fedeltà, ciò che è importante è la sua fedeltà.

 

Lui guarda a se stesso, guarda all’amore che  nutre per la persona  e quindi da questi due comportamenti assunti e vissuti da Giuda e da Pietro possiamo meditare sui nostri comportamenti e capire come noi reagiamo di fronte ad una prova, ad una tentazione.

 

Ciascuno di noi può essere come Giuda che tradisce e si lascia prendere dalla disperazione, o come Pietro che invece rientra in se stesso.

 

E’ meglio essere, comunque come Pietro perchè  è meglio ritornare da Cristo e chiedergli perdono, meglio avere la contrizione del proprio peccato, riabbassarsi umilmente e dire ” Sì Signore io ti amo…”, ritornare a quell’effusione di amore fra te e il Signore.


[1] nonché Mt 26,20;Lc 22,18;Lc22,31;Gv 13,21; Gv 13,36

[2] Is 55,8-9