INTERVENTO SEN. MASSIMILIANO ROMEO (Lega)
Intanto grazie all’Associazione “Avvocatura in missione” per aver organizzato questo incontro, io mi sono solo fatto un po’ portavoce attraverso gli altri gruppi politici per cercare una partecipazione comune, per far sì che a questo evento tutte le forze politiche venissero coinvolte: mi sembra che ci sia stata una risposta importante da parte di tutti (non riuscirà, per motivi personali, un contrattempo, la senatrice nonché già ministro Maristella Gelmini, per il gruppo di Azione, che si scusa e quindi faccio io questo annuncio).
Volevo mettere in campo sicuramente il tema dell’intelligenza artificiale che è una tematica molto tecnica (che tra l’altro stiamo anche trattando nelle varie commissioni competenti): indubbiamente, come tutti gli strumenti tecnologici, se usata in maniera corretta e giusta può portare a qualcosa di innovativo ed importante, può arricchire, essere davvero un supporto e un valore aggiunto per l’essere umano. Purtroppo abbiamo visto anche con internet che ovviamente è uno strumento prezioso che tutti utilizzavano che lo scarso controllo genera inevitabilmente degli abusi che finiscono per andare contro quelli che sono i valori e le regole che una società democratica si è data.
Io penso che il significato più importante di questa giornata sia il fatto di richiamare l’attenzione, con la proposta di costituire questo Osservatorio permanente per la pace. Non è il primo convegno al quale partecipo organizzato dall’Associazione “Avvocatura in missione” come anche alcuni altri colleghi qui (era sempre qui a Roma in una sede fuori dal Senato ma questa volta fatta all’interno del Senato può essere ancora più importante) proprio sul valore della mediazione e del ritorno alla diplomazia; il ritorno anche della politica, di una politica di dialogo e confronto su quelli che sono le varie conflittualità che ci sono nel mondo.
Notiamo che ci sono conflitti che sembra non interessino a nessuno e questa è una delle cose forse più brutte: ho letto di recente che dal 2020 ad oggi in Somalia sono morte a 300.000 persone però noi parliamo di tutto, anche nelle aule parlamentari, ma sembra che questo argomento interessi poco.
Ci sono dei conflitti come quello del Medio Oriente che invece vedono impegnate molte forze e lì forse si vede anche uno sforzo per la diplomazia per essere oggettivi, con l’impegno e il richiamo da parte di tutti ad un cessate il fuoco, ad una composizione del conflitto senza ovviamente, in quel caso, dimenticare quello che è successo il 7 ottobre che è all’origine di questa ulteriore tensione nel Medio Oriente.
Poi ci sono conflitti come in Ucraina dove invece alcune dichiarazioni fatte in alcuni contesti sembrano quasi presagire un aumento dei toni belligeranti anziché invece una definizione del conflitto attraverso la proposizione di negoziati.
Non sono nuove le mie affermazioni su questo tema, le mie idee esposte a titolo personale; ancora prima che al mio partito e che al Governo che sostengo, io penso che un parlamentare debba in primo luogo rispondere alla propria coscienza: io sono Cristiano e, quindi da Cristiano, ho questo dovere di impegnarmi e poter in primo luogo cercare di capire quelle che sono le mie azioni e quello che faccio durante la mia attività politica.
Ribadisco che sia giusto e doveroso il sostegno che abbiamo dato come Occidente, nel quadro di alleanze tradizionali, alla resistenza dell’Ucraina anche a livello militare – perché altrimenti l’Ucraina sarebbe stata conquistata nel giro di poche settimane posto che questo era l’obiettivo posto dall’invasione russa e cioè di arrivare presto a Kiev; dall’altra parte però ritengo che manchi un tassello fondamentale accanto a quello del giusto del sostegno alla resistenza, che è quello comunque di cominciare ad avviare dei negoziati.
Ero pronto quasi a criticare quella Conferenza di pace che si è tenuta pochi giorni fa in Svizzera perché verrebbe da pensare subito che non risulti molto logico fare una conferenza di pace senza invitare una controparte, in questo caso la Russia e addirittura i Paesi che fondamentalmente sono alleati alla Russia in questo momento (perché poi inevitabilmente si sono creati degli schieramenti a livello globale), come la Cina piuttosto che altri Paesi che rappresentano una parte importante del mondo; però ho visto, che da questa Conferenza di pace, cominciare una discussione un po’ diversa da quello che si era sentito nel passato: si richiama l’integrità territoriale ucraina però nello stesso tempo si dice, per esempio, la centrale nucleare dovrà rimanere in mani non russe. Si comincia ad entrare un po’ più nel dettaglio come se ci fosse quanto meno un’apertura a voler discutere e cominciare a mettere qualche tassello, qualche elemento sul tavolo. Voglio guardarla in questo modo. Proprio perché probabilmente ci si sta rendendo conto, anche in Occidente, che continuare a creare illusioni con proposte anche con spirito un po’ troppo belligerante si rischia un po’ di far sì che l’Occidente commetta lo stesso errore della Russia che pensava in due settimane di arrivare a Kiev con una resa fondamentalmente dell’Ucraina.
Così come la Russia non può pretendere la resa dell’Ucraina noi non possiamo pretendere la resa della Russia e forse se mettiamo da parte il discorso della resa si può cominciare a ragionare.
Io non sono ovviamente un diplomatico…quando poi si parla dell’esercito europeo, forse in questo momento ci sarebbe bisogno di un esercito di diplomatici che cerchino di mettere in campo tutte le azioni possibili per aprire i negoziati.
Cito il collega Graziano Delrio che mi colpì molto quando discutemmo all’inizio di questo tema e mi disse: “Bisogna cominciare a far capire che si possono recuperare più territori con la diplomazia piuttosto che con le armi”. Questo è l’elemento centrale del negoziato e non essendo un diplomatico non sapendo come si possa arrivare ad una soluzione cito chi invece della diplomazia ne ha fatta la sua grande carriera, forse uno dei più grandi diplomatici della storia, che è stato Kissinger il quale, proprio sull’Ucraina, disse: “L’Ucraina dovrebbe diventare un ponte tra l’Occidente e l’Oriente e non l’avamposto dell’uno contro l’altro”.
Ci sono questioni che giustamente è meglio lasciare a chi se ne intende e sa come muoversi però l’obiettivo è cominciare a pensare di ragionare su quello che può essere un concetto di neutralità garantendo sicurezza, integrità territoriale e tutte quelle misure che non consentano che un domani la Federazione russa possa non rispettare certi patti e andare in quella direzione come purtroppo succede da un paio d’anni a questa parte con l’invasione, ricordandoci dell’aggressore e dell’aggredito ma cominciando a trattare e parlare.
Ho sentito anche le dichiarazioni del Ministro ucraino Kuleba che ha cominciato a dire: “Prima o poi ci dovremo sedere intorno al tavolo a trattare con la Russia”.
Io penso che alla fine l’obiettivo da parte nostra sia quello di creare quelle condizioni perché questa cultura di dialogo, di mediazione e di diplomazia diventi sempre più forte; anche in questo contesto dove sembra che ci siano spesso e volentieri delle posizioni estremiste, troppo rigide. Tutto ciò anche considerati i costi per il popolo ucraino e tutti i morti che ci sono stati nonché gli altissimi costi che ha sostenuto la Russia per questa campagna militare che si presupponeva essere rapida e veloce.
Ci sono tanti modi però mettiamo questi piccoli semi col Convegno di oggi sperando che sia, come si diceva, un tavolo permanente che porti bene proprio per favorire politiche di pace.
Grazie.