Sen. Patuanelli ( M 5 Stelle)
Grazie buon pomeriggio a tutti, ringrazio Avvocatura in Missione per aver organizzato nuovamente un momento di confronto oggi addirittura più ampio rispetto al tema che ci ha coinvolti un anno fa, più o meno nella stessa formazione, ringrazio ovviamente anche il collega Romeo Massimiliano, l’amico Massimiliano, per essere stato il promotore tra i vari capigruppo delle varie forze politiche a questo confronto, oggi il tema non soltanto la guerra in Ucraina ma anche la pace in generale, abbiamo visto un servizio iniziale terribile che ci riporta al pensiero che una guerra a prescindere da dove sia sul pianeta porta morte e distruzione e noi dovremmo preoccuparci di creare le condizioni affinché si arrivino in tutti i territori coinvolti da guerre a una pace stabile e duratura e la convivenza tra i popoli e una convivenza tra i popoli che dia atto delle differenze e diversità e che porti a vedere quelle diversità come un valore collettivo un valore di comunità, è stato citato volentieri chi ho visto da vicino l’ultima guerra che ha visto coinvolta l’Europa perché di fatto ricordo nei balcani ai confini della mia città i carri armati, la distruzione, il rumore dei bombardamenti, li sentivamo fino a lì, eppure la prima considerazione che mi viene da fare è che l’uomo non impara dai propri errori, si parlava di intelligenza artificiale all’inizio di questo dibattito, di questo confronto, oggi oltre ad occuparci dell’intelligenza artificiale dovremmo cominciare a chiederci perché manca quella naturale, perché questo è forse uno degli elementi cardine, è che manca la capacità di comprendere che se continuiamo ad aumentare le disuguaglianze, ad allungare le catene sociali, a creare sempre maggiori differenze nel pianeta, su dove si sta bene e dove si sta male, in un pianeta che arriverà presto a 10 miliardi di abitanti e continuerà a crescere, ecco quello è l’humus su cui nascono i conflitti, è da lì che bisogna partire perché il portare la pace dove c’è un conflitto è fondamentale, ma ancor più importante è creare le condizioni perché dove non c’è conflitto non si crei, e il tentare di far convivere i popoli in questo piccolo pianeta, questo è l’obiettivo che dobbiamo avere durante la fase più eccezionale, io dico solo che siamo in un contesto e ringrazio nuovamente Suor Anna e ringrazio Avvocatura in Missione, io non ho il dono della fede, purtroppo sto perdendo anche la speranza, ma la più grande frase che ho sentito in questi ventiquattro mesi è stata detta da Papa Francesco, bisogna avere il coraggio della bandiera bianca, in queste settimane in questi giorni abbiamo visto anche nelle aule parlamentari tante bandiere prevalentemente tricolore, ieri abbiamo visto anche quelle delle varie regioni durante il dibattito sull’autonomia differenziata, oggi l’importanza della bandiera bianca è determinante, bisogna avere quel coraggio, stiamo riaffrontando l’argomento della Pace esattamente come un anno fa, come stiamo cercando di fare sul tema Ucraina da più di due anni, di fatto però non è servito ancora a nulla, non è servito a finire la frase cessare le bombe, a fare cessare i morti, nel frattempo è scoppiato un altro conflitto, devo fare una piccola correzione perché poi anche l’informazione ha un ruolo importante nel nostro paese e nel mondo, quando si citava nel servizio iniziale i morti tra i militari israeliani e poi si è citato le decine di migliaia di morti tra le file di Hamas. Non sono 25.000 morti tra le file di Hamas, sono 25.000 morti palestinesi e onestamente dividere sempre a gruppi i morti è qualcosa che non aiuta e non agevola la pace, perché un bambino che muore non è un isreliano che muore, un palestinese che muore, un ucraino che muore, un russo che muore, è un bambino che muore… o ci convinciamo di questo, oppure la speranza che si arrivi alla pace in senso generale, non soltanto in questi scenari di guerra, credo che si affievolirà sempre di più, io ho poco da aggiungere credo che servono azioni concrete, ci sono alcuni elementi molta parte degli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto li sposo totalmente, il superare il concetto di deterrenza è fondamentale. Io credo che dovremmo fare qualcosa di più, dovremmo dire basta, l’occidente deve smetterla di inviare le armi, non abbiamo imparato nulla neanche da quel discorso magistrale di Kennedy il 10 giugno 1963 quando parlava di pace e diceva “ma quale pace non certo una pace americana prodotta dalle armi americane” dobbiamo riprendere il filo di quel ragionamento, di quel discorso, le armi portano a distruzione e morte e oggi l’unico strumento, io non ho la verità in tasca come non ce l’ha nessuno, ma l’unico strumento il tentativo che si può avere di discontinuità in questo percorso che negli ultimi due anni, quasi due anni e mezzo, non ha portato a nulla è il sospendere l’invio di armi, per costringere le parti a una pace che non sarà il ritiro della Russia dalle aree che ha occupato, non condivido quanto diceva il senatore Romeo sul fatto che la Russia pensava in due settimane di arrivare a Kiev, io sono certo che non aveva nessuna intenzione di arrivare li, e hanno ottenuto quello che volevano, e due anni in conflitto non l’ha portato a recuperare neanche mezzo centimetro di quei territori, ma hanno prodotto centinaia di migliaia di morti. Bisogna avere il coraggio, lo dico da ateo, citando le parole del Santo Padre, bisogna avere il coraggio della bandiera bianca, dobbiamo averlo nei conflitti, dobbiamo averlo pubblicamente anche noi quando in aula ci scontriamo, il principio della bandiera bianca deve essere un principio che ci accompagna quotidianamente anche di fronte al lupo, bisogna avere il coraggio della bandiera bianca. Grazie.