Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Mt 10,8)
Sono l’Avv. Catenaro, io sono abruzzese di Sant’Apollinare vicino Lanciano, esercito la mia attività professionale di avvocato a Roma da circa 15 anni. Debbo dire che forse non è stato un caso che io fossi andata a lavorare a Roma. Le mie aspirazioni come tutti i neolaureati, credo, erano quelle di diventare l’avvocato più famoso d’Italia, e devo dire che senza che me ne accorgessi il Signore, che era nella mia vita anche se io non me ne rendevo conto, ha esaudito questo mio desiderio tant’è che sono entrata a far parte dell’allora Studio Carnelutti per ben tre anni, dove quindi ho sperimentato la fama del successo, del potere, della gloria. Il nostro studio era megagalattico, avevamo segretarie madrelingua, tappeti persiani, moquette, pomelli del bagno ottonati; però la mia vita in quel momento non era appagante, mi ritrovavo la sera con una profonda tristezza interiore, finché compii trentatré anni; era il 25 gennaio 1992 e qualche giorno dopo fui invitata ad una celebrazione eucaristica. Fu un incontro di preghiera che durò per ben quattro ore in un sabato pomeriggio. Io all’epoca non ero abituata a questi ritmi di preghiera ero una cattolica “normale” che va in chiesa qualche volta, non sempre, quando avevo bisogno di qualche cosa da chiedere a Dio ma non avevo un rapporto profondo con il Signore e… di solito quando andavo a Messa per la durata di mezz’ora guardavo l’orologio perché sembrava che l’omelia non finisse mai.
Invece, stranamente quel giorno accadde qualcosa di particolare; io per quattro ore di fila, dalle 16 alle 20 non mi sono annoiata affatto. Le parole che venivano pronunciate dal sacerdote mi toccavano profondamente tant’è che a distanza di oltre dieci anni riesco ancora a ricordarle. Egli diceva:” Se siete qui non è un caso è perché Cristo si è rivelato a voi“.
Io cominciai a piangere lacrimoni perché sentivo vere queste parole anche se non le comprendevo. Non avevo nessuna visione mistica, sentivo semplicemente dentro il mio cuore che qualcosa si stava sciogliendo e ripeté ancora:” Se siete qui è perché qualcuno ha pregato per voi e così fate anche voi per gli altri“.
Ecco, queste due frasi a distanza di anni posso ancora ricordarle; quel giorno la mia vita è stata totalmente trasformata, non riesco a spiegarvi cosa sia avvenuto in pratica. Riesco semplicemente a dire che da quel giorno ho cominciato man mano ad andare a messa tutte le domeniche, poi anche tutti i sabati, poi tutti i giorni, poi a fare adorazione, poi a cominciare a vedere la mia vita in maniera completamente diversa, e così i miei rapporti professionali e le mie scelte professionali. Mi licenziai dallo Studio Carnelutti, misi lo Studio in proprio dove potevo scegliere i miei clienti, gli orari di lavoro; ho cominciato a mettere ogni giorno sempre di più Gesù al primo posto.
La professione è importante ma la professione è diventata quella cosa che può servire per aiutare gli altri, per aiutare me stessa, ma non è al primo posto, al primo posto nella vita vi è unicamente Gesù.
Allora man mano che cresceva in me il desiderio anche di evangelizzare, nel 1996 pensai di iniziare ad organizzare conferenze presso la Corte di Cassazione dove noi a Roma abbiamo un’aula avvocati molto grande. Andai a parlare con uno dei consiglieri per farmi autorizzare ad usare la sala, ma dentro la mia mente probabilmente vedevo qualcosa di ancora più grande. Infatti andai insieme ad un Collega in giro per Roma alla ricerca di una sala grande ed approdammo al teatro Brancaccio e quindi posso ricordare come data esatta il 10 ottobre 1996 perché trovo scritto sulla mia agenda di Studio ” teatro Brancaccio 1200 posti”.
Non so cosa volessi fare con 1200 posti, fatto è che non ricordo come mai non portai avanti questa iniziativa. Qualcosa mi ha fermato, forse pensavo di non essere in grado.
Nel 1999, con la missione cittadina, quindi in attesa del Giubileo, il Papa esortò “Andate e portate Gesù negli ambienti di lavoro”. Lì io sentii una conferma alle mie ispirazioni e cominciai quindi a realizzare quel progetto, quell’ispirazione mentale che avevo avuto anni prima. Così organizzai una prima conferenza presso il Tribunale dei Minori, a Roma, dove esercito l’attività di difensore di ufficio e quindi iniziai laddove avevo pensato: presso la Corte di Cassazione, nell’Aula Avvocati, con la presenza di circa 200/220 avvocati, soprattutto quando vengono relatori qualificati, come ad esempio padre Raniero Cantalamessa ed altri. Ogni volta vedevo un crescendo di attenzione da parte dei partecipanti, ed ho scoperto che quei colleghi che magari incontravi per strada o nei Tribunali sentivano il richiamo del Signore. A Roma non è come nei nostri ambienti abruzzesi, lì è un fiume… al Tribunale civile in viale Giulio Cesare – pensate che siamo quasi 20.000 iscritti all’albo – incontri un fiume di gente e di qui il pensiero: Come si fa a raggiungere tutte queste persone…non è possibile! Cominciai pian piano prima con delle équipe mobili, nel senso che invitavo colleghi ad aiutarmi solo nel momento in cui organizzavo le conferenze, successivamente ho avvertito l’esigenza di organizzare delle équipe fisse di preghiera e di evangelizzazione. Abbiamo iniziato prima in piccolo nel mio studio ed ora siamo ospiti di un Istituto Religioso che ci mette a disposizione dei locali e la cappella per i nostri incontri settimanali a Roma. E ciò per fare preghiera di intercessione e soprattutto di invocazione allo Spirito Santo, perché senza lo Spirito non possiamo fare nulla. Dopo Roma, è iniziata da un anno l’attività a Lanciano, la mia sede di origine, e poi da qualche mese si è iniziato a Pescara, incontrandoci nello studio di un Collega, e dalle prossime volte presso un Istituto Religioso. Il titolo per la relazione da me scelto è “Gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date”. Io cosa ho da darvi? Non ho fascicoli di domiciliazione da darvi, non ho cause, non ho denaro…, mi piace molto la frase di Pietro quando incontrò lo storpio davanti la porta del tempio, si fermò, poi sentì qualcosa dentro di sé , una compassione, si vuotò le tasche e disse: “Non ho né argento né oro, ma quello che ho te lo do, nel nome di Gesù Cristo il Nazareno alzati e cammina” e lo storpio camminò. Allora, io vengo qui per dirvi : non ho ricchezze da darvi, non ho denaro, non ho fascicoli , non ho domiciliazioni , ma quello che ho ve lo do, la mia testimonianza di fede, di aver incontrato il Signore vivo, non scritto su un libro antico, ma che è vivo, come io ho potuto sperimentare, e l’ho sperimentato anche fisicamente perché sono anche una miracolata. Gesù ha avuto tanta compassione di me, ho avuto nel 1996 un incidente mortale, tornando da Roma, e dopo Francavilla, quasi all’uscita di Ortona, mi sono cappottata. Benedico il Padre che ha avuto verso di me la stessa compassione che ha avuto verso il Figlio, neppure un osso mi è stato rotto. Avevo solo la frattura del seno mascellare, dell’orbita e del setto nasale, e dopo aver ripreso conoscenza a 14 ore dall’incidente, verso le 22, feci chiamare da mia madre un sacerdote e delle persone di preghiera che hanno pregato per me ed io il lunedì non avevo più le fratture. Mi avevano trasportato da Ortona a Pescara proprio perché dovevo subire un’operazione delicata, e l’indomani mattina una lastra ha rivelato che non avevo più fratture. Il medico non mi disse nulla, e quando mi operarono al setto nasale io non dissi nulla, e solo quando andai a fare il controllo oculistico prima di uscire dall’Ospedale la dottoressa, che era una credente , leggendo il mio fascicolo mi disse: “Ma ha ringraziato il Signore?” “Beh, certo non sono morta!” Lei disse “Non per questo ma perché qualcuno ha messo le mani sul tuo viso e questi non è stato il primario”.
Infatti a distanza di un giorno sulle lastre erano sparite le fratture all’orbita ed al seno mascellare destro, mi rimase solo l’operazione più semplice al setto nasale.
Inoltre ero stata soccorsa in maniera incredibile, perché passò per caso un’ambulanza, vuota e con dentro un chirurgo, ed un infermiere addetto al Pronto Soccorso, tant’è che l’autista venne a trovarmi a Pescara e mi chiese se quel giorno avessi visto qualcosa ( il paradiso?), perché secondo lui era successo senz’altro qualcosa di speciale, essendo impossibile che fossi rimasta illesa con quel tipo di incidente. Io risposi di non aver visto nulla e lui aggiunse “Se quel giorno avessimo dovuto soccorrere il Papa, non sarebbe stato possibile avere un’equipe più specializzata”. Fu importante il soccorso immediato perché avevo avuto: un taglio completamente tondo sulla testa, perdevo tanto sangue, e se non avessero provveduto in maniera urgente anche dentro l’ambulanza non ce l’avrei fatta; allora ringrazio e lodo il Signore per questa guarigione miracolosa, che ha voluto donarmi.
Per me non era tempo di morire forse perché c’era questa Missione d’avvocatura che deve essere portata avanti , ed io sono contenta che il Signore si voglia fidare di me ma anche di tutti quanti voi, di quelli che sentono nel proprio cuore che questa professione ha bisogno di uomini santi.
La santità noi sappiamo che non è solo per i Santi, per i Santi che stanno dentro le nicchie, perché la santità è per tutti, e tutti dobbiamo diventare santi.
Dopo la mia conversione, all’inizio pensai. ” ma io mica voglio diventare santa, mi voglio convertire giusto un po’, non voglio diventare santa !”, perché uno all’inizio ha paura di convertirsi troppo. Non avevo capito una cosa fondamentale: in Paradiso se non si è santi non si entra. Se non si è completamente purificati, tanto da poter indossare l’abito bianco, in Paradiso non si entra.
Bisogna che questa santità la acquistiamo qui – in che modo?
La nostra professione – riflettevo questa mattina con il prof. Reali – è forse una delle più belle.
Se noi riflettessimo su cosa sia la giustizia… io non sono un teologo, abbiamo il professore, abbiamo il nostro vescovo , i quali ci potranno anche spiegare in tempi migliori cosa essa sia. Io posso solo dire : Dio ha riservato a sé la giustizia.
Quante volte noi leggiamo “Dio ha riservato a sé la giustizia” e pensate che poi invece Dio dà agli uomini, in particolare a noi giuristi , il potere di amministrare la giustizia su questa terra. Riflettiamo. Che chiamata!
La professione dell’avvocato, del magistrato è una vocazione particolare, delicatissima, privilegiata, perché noi dobbiamo amministrare quel diritto e quella giustizia che è di Dio.
E come fare se dentro di noi non abbiamo fatto l’esperienza di Dio? Se dentro di noi non sappiamo qual sia la cosa giusta e quale quella non giusta, se dentro di noi ci sono ancora le lotte per il potere, la sedia, la loggetta e i clubs che ci vengono a chiamare, ad invitare; se non abbiamo ancora la forza di dire “No, io sono di Cristo” , cioè la forza di professare la propria fede e di fare le scelte personali e professionali di conseguenza ?
Dobbiamo comprendere che la nostra professione è una vocazione privilegiata.
Allora dico: Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date, non ho né oro, né argento ma come Pietro ma vi do la mia testimonianza di fede e vi esorto per chi non avesse ancora incontrato il Signore a chiedergli :” fammiti incontrare con potenza”; chi l’ha incontrato non tema, non tema di annunziarlo, di testimoniarlo perché Gesù l’ha detto: “Chi non mi riconosce di fronte agli uomini neanch’io lo riconoscerò di fronte al Padre mio”. Non dobbiamo temere perché chi ha ricevuto lo Spirito di Dio non ha ricevuto uno Spirito di timidezza, di paura o di vergogna; no, bisogna essere fieri: Io sono di Cristo e quindi su di me comanda solamente lui.
L’importante è chiedere dentro di sé “Signore voglio incontrarti, voglio aprire il mio cuore a te perché la mia vita possa cambiare secondo il tuo progetto. Voglio essere un tuo servitore secondo il tuo progetto”, perché questa è la nostra chiamata : essere santi.