CONVEGNO DI LANCIANO:
“Il mio Dio è un Dio vivente” Relatore Avv.Anna Egidia Catenaro
Il Convegno di Lanciano inizia con la presentazione dell’ Avv. Tito Codagnone, Presidente del Consiglio dell’Ordine:” E’ con grande piacere che ho l’onore questa mattina di presentare in questa sala delle Conferenze Padre Carlo Colonna e la Collega Anna Catenaro.
Si tratta di iniziativa ammirevole perché si è venuto a cercare in seno all’avvocatura quel segno che ci è sempre stato – ma che purtroppo l’ansia, la quotidianità o il correre per risolvere i problemi degli altri ci fa dimenticare – l’essere dei cristiani e di avere doveri di altra natura oltre quelli professionali. Sono spiacente che questa giornata è coincisa con uno sciopero generale delle banche, degli uffici, ed alcuni colleghi sono stati trattenuti per affrontare altre problematiche; comunque l’eco di quanto verrà detto questa mattina giungerà anche agli altri. Grazie per aver scelto Lanciano e buon lavoro”.
Avv.Catenaro :
“La scelta di Lanciano, segue subito dopo la scelta di Roma; debbo dire pertanto che è un privilegio per noi di Lanciano seguire questa corrente, questo movimento dello Spirito Santo che sta tentando di invadere il cuore dei giuristi, sia degli avvocati che dei magistrati. Ho scelto il tema:” Il mio Dio è un Dio vivente” in quanto, essendo qui per la prima volta intendo dare la mia testimonianza: innanzitutto di fede e poi intendo raccontarvi quello che lo Spirito sta facendo nel nostro ambiente di lavoro.
Io andai via da Lanciano per trasferirmi a Roma nel 1988/89 dopo aver superato l’esame da procuratore, all’epoca ero una cristiana come ce ne sono tante, andavo a messa qualche volta la domenica ma non avevo ancora fatto l’esperienza di Cristo.
A Roma dopo qualche anno è accaduto quello che accadde a Zaccheo, ( Lc 19,1-10) il quale preso dalla curiosità di vedere il Signore, poiché era basso, pensò di salire su un sicomoro; era avido, un esattore delle tasse; sicuramente non era una persona che poteva essere al seguito del Signore.
Ma Zaccheo fu colto dalla curiosità, il Signore che ben conosce il cuore dell’uomo , appena passò, alzò lo sguardo e gli disse:” Zaccheo scendi perché oggi debbo fermarmi a casa tua”. E’ bastata una semplice curiosità perché il Signore non solo entrasse nella casa di Zaccheo, ma entrasse con onnipotenza nel suo cuore, nella sua vita; egli all’improvviso riconosce che Cristo era il Signore e addirittura applica da sé stesso la giustizia; infatti dice:” se ho frodato qualcuno restituisco fino a quattro volte tanto “.
Quindi, in quel giorno si realizza un miracolo di grazia che solo l’Onnipotente poteva fare.
Il Signore aveva detto:”…quanto è difficile per un ricco entrare nel Regno dei cieli…” a seguito dell’incontro col giovane ricco ( Mt 19,16), il quale non abbandona facilmente le proprie ricchezze e resta attaccato ai propri idoli, non solo alle proprie ricchezze materiali ma ai propri attaccamenti. Gesù dice” Quanto è difficile che un ricco entri nel Regno dei cieli; è più facile che un cammello passi dentro la cruna di un ago”. Quindi per Zaccheo si realizza proprio questo miracolo, lui da ricco che era, mosso dalla semplice curiosità, ma aperto allo Spirito Santo riesce a fare questo incontro.
Diciamo che così è avvenuto anche per me. Un giorno, mossa dalla curiosità – mi avevano invitata ad una celebrazione eucaristica fuori Roma.- accettai l’invito e… io che di solito in mezz’ora di messe ordinarie ero già stanca, quel giorno invece fui colpita dallo Spirito Santo.
Ricordo che il sacerdote quel giorno dall’altare diceva: “Se siete qui non è un caso, siete qui è perché Cristo si è rivelato a voi”. Io non capivo quel “si è rivelato”; io non avevo avuto visioni mistiche; però da quel giorno il mio cuore è cambiato; ho cominciato ad avere una coscienza viva, a guardare il peccato per quello che è realmente, ho cominciato pian piano a fare un cammino che mi attraeva sempre di più, ho cominciato a sentire il richiamo di andare a messa tutti i giorni e questo non è bigottismo religioso perché la persona bigotta è quella che va in chiesa perché deve adempiere ad una legge, va per dovere cristiano o per compiacere la moglie o il marito; nel momento in cui si incontra veramente Cristo vivo tutto questo avviene in maniera libera; c’è un qualcosa che ti attira e pertanto si fa l’esperienza ogni giorno di un Dio vivo.
Nel passo di Mt 16,16 Gesù fece un’indagine, tipo indagine doxa, e chiese: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” I discepoli risposero: “Alcuni dicono che sia Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia, altri un profeta”. A questo punto Gesù interroga direttamente i discepoli : “Voi chi dite che io sia?” Lì ci fu una scena muta.
E’ molto facile rispondere cosa la gente dice, ma tu cosa dici ?
Di fronte ad una domanda diretta rivolta ad una persona individuale non è facile rispondere. E’ come se oggi il Signore ti chiedesse: “Io chi sono per te?”. Io penso che ci sarebbe un po’ di disorientamento.
Nel silenzio degli altri invece Simon Pietro rispose: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” e Gesù gli disse: “Beato te Simone, figlio di Giona, perché né la carne, né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli” .
Quindi Pietro ha fatto una confessione: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” ed è la stessa confessione che io oggi faccio a Voi: “Il mio Dio è un Dio vivente“.
Però questo non è un merito mio. Gesù Cristo non dice infatti : “come sei bravo tu Pietro, sei più sveglio degli altri a dire che io sono il Figlio del Dio vivente; anzi dice ‘un altro te lo ha rivelato’, hai avuto una grazia particolare; sei stato illuminato, beato.
Dall’ esperienza da me vissuta, poiché il Signore dice :”gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” , ecco che vengo a voi per darvi questo annuncio: “Il nostro Dio è un Dio vivente“.
Noi qui a Lanciano abbiamo il miracolo eucaristico, abbiamo una prova scientifica che il Signore è veramente Dio; il Corpo di Cristo noi lo abbiamo qui a Lanciano, purtroppo non ci rendiamo conto di avere questa presenza viva.
Forse per pigrizia, per un blocco interiore, per mancanza di curiosità, non siamo mai andati alla fonte, a chiedere: “Signore rivelati a me, rivela il Tuo volto a me, fa che io possa avere un rapporto personale con Te, fa che io possa sentire veramente la tua presenza viva nella mia vita”;.
A seguito dell’incontro con il Signore, sentivo già nel ’96 di voler andare presso la Corte di Cassazione, là dove abbiamo un’aula delle conferenze del Consiglio dell’Ordine ed iniziai a chiedere informazioni su come avrei potuto usare la sala; con un collega andai anche al teatro Brancaccio, e constatai che aveva 1200 posti, perché avevo in animo di organizzare queste conferenze. All’epoca -non ricordo per quale motivo- accantonai questa idea e solo nel 1999, quando il Papa, in occasione del Giubileo ed in preparazione ad esso disse: “Andate nei vostri ambienti di lavoro e portate Cristo”, allora un gruppo di avvocati e magistrati si è riunito presso il Vicariato per portare l’annuncio, ognuno presso una Corte, Tribunale Civile, Corte di Cassazione, Consiglio di Stato. A me fu affidato il Tribunale dei Minorenni, ho organizzato un incontro lì, ma sentivo di voler realizzare quel mio desiderio: quello di andare presso l’Aula del Consiglio dell’Ordine della Corte di Cassazione- sede naturale di tutta l’avvocatura romana- e di voler portare lì il Vangelo. Così dal 1999 organizzo periodicamente questi incontri, nei tempi più forti dell’anno: Avvento, Quaresima o Pentecoste.
L’affluenza è di circa 200/220 avvocati ed alcuni magistrati a volte più, a volte meno; comunque la risposta è sempre stata positiva perché noto che nel cuore dell’uomo c’è sempre questo desiderio di raggiungere qualcosa che è al di sopra; nonostante con la nostra professione noi viviamo all’apice della gerarchia sociale, abbiamo il benessere, abbiamo quanto molte persone non hanno ; qualcosa dentro di noi ci spinge a cercare l’Onnipotente, anche se a volte, forse, non ce ne rendiamo conto.
A Roma è cominciata questa missione ma io sento che deve continuare nelle varie Corti; pertanto, il primo Tribunale che ho scelto è stato quello di Lanciano che è il mio Tribunale di origine.
Io sono grata a voi che siete venuti ma anche agli altri Colleghi che non sono venuti, perché, in questi giorni, mi hanno accolta con notevole calore, con notevole affetto; ho quasi nostalgia di questo ambiente perché a Roma non è così, a Roma si corre molto di più, non c’è tempo per fermarsi, non c’è tempo per le relazioni personali e pertanto, anche portare Cristo forse è ancora più difficile.
Io mi auguro che voi in questo giorno possiate ricevere un pochino di quello che ho ricevuto io, ve lo auguro con tutto il cuore perché il Signore è grande, il Signore fa meraviglie, basta semplicemente aprirgli il cuore e Lui è venuto per amarci, per dirci che da sempre ci ha amati e per dirci che qualunque sia la nostra condizione, che può essere anche quella di peccato, Lui ci accoglie…perché è misericordioso.
Per oggi ho scelto questo tema che svilupperà P. Carlo: “Beati voi operatori di pace…” l’ho scelto proprio pensando agli avvocati, e non sapevo che proprio per oggi il Santo Padre avrebbe indetto un giorno di digiuno, di preghiera per la pace
Pertanto, questo è un segno forte che lo Spirito Santo voleva per voi oggi dare quest’annuncio : “Beati voi operatori di pace“.