Chiamata alla santità

13 Nov 2009 | Riflessioni

CHIAMATA ALLA SANTITA’

Questo tema, probabilmente dovrebbe essere trattato dopo aver fatto un lungo cammino di fede in quanto lo spessore della tematica potrebbe spaventare ma è importante, invece avere le idee chiare subito.

Io per prima dopo la conversione avevo le idee confuse al riguardo. Pensavo “bene, adesso mi sono convertita, ricevo spesso i sacramenti, ma …non voglio far la santa, mi accontento di ricevere una grazia (in quel momento la mia conversione era leggermente interessata).

Il Signore approfitta anche delle nostre debolezze per salvarci, così, mentre io continuavo a pregare per ottenere una grazia che sembrava buona per me il Signore trasformava sempre più il mio cuore.

Non ottenni quella grazia ma ottenni l’inizio della trasformazione del mio cuore e qualche luce sulla santità.

Io pensavo errando che i santi fossero solo quelli posti nelle nicchie degli altari e così non volevo diventare santa, cioè non volevo fare cose straordinarie come quelle dei Santi.

Non avevo capito una cosa fondamentale: per entrare in Paradiso bisogna essere santi, altrimenti dopo questa vita ci toccherà una lunga purificazione altrove.

In Paradiso ci sono sicuramente quelle persone che la Chiesa ha canonizzato per aver avuto una vita particolare e perché possano fungere da modello, ma troveremo anche tanti altri sconosciuti, che sono ugualmente santi e godono della beatitudine eterna.

Essere Santi significa quindi poter stare al cospetto di Dio.

Mi sono chiesta: come stare al suo cospetto?

Mi venne in mente una similitudine: noi avvocati possiamo stare di fronte al giudice in udienza se indossiamo la toga, cosa che una persona qualunque non può fare; occorrono dei requisiti particolari: una laurea in giurisprudenza, un’abilitazione alla professione, l’iscrizione ad un albo.

E così per stare al cospetto di Dio dobbiamo rivestirci di vesti pure, candide ed in vita esserci formati, allenati ad una vita di santità.

Qualche sacerdote ha detto che l’anima quando arriva al momento finale della vita e sa di non essere pura è essa stessa a fuggire perché non sopporta la luce è come se venisse abbagliata e non riuscisse a reggere tanta luce, per cui arretra.

Quindi per entrare nella luce dobbiamo noi stessi essere luce.

Ciò premesso è inutile dire incontriamoci per fare un momento di condivisione o pèarecipiamo ad un’associazione culturale o filosofica; no, noi vogliamo fare un cammino vero, verso la santità; perché questo è il progetto di Dio su di noi ed è lo scopo per cui siamo sulla terra, altrimenti facciamo come l’ateo “non credo nel futuro, quando muoio finisce tutto”.

Chiediamoci: il Santo chi è ? Il cammino è proprio questo: scoprire come fare a diventare santi.

Essere Santi significa essere centrati in Cristo, cioè mettere Cristo al primo posto nella propria vita. Immaginiamo un cerchio tracciato da un compasso: dove ho posto la punta del compasso è il centro, tutto quello tracciato dal compasso gira intorno al centro. Così è per Dio.

Se lui è al centro, tutto il resto gira attorno.

Questo sembra facile da dire ma è molto difficile da realizzare.

Infatti se facciamo un esame di coscienza vediamo che tante volte nella nostra vita Dio non è stato posto al centro, ma vi abbiamo messo le scelte professionali, la famiglia, gli interessi culturali o addirittura il potere, l a gloria, la lode personale.

Il cammino quindi è questo: spogliarci di volta in volta per perdere quello che è di troppo, si parte dallo strato più esterno per poi arrivare al cuore.

E’ chiaro che ogni volta che il SIGNORE plasma un’anima per condurla alla santità questa attività fa male, si passa attraverso varie prove, si è provati come l’oro.

Il cammino verso la santità, quindi, non è facile, ma ne vale la pena!

A Santa Bernardette la Madonna ha detto: non ti prometto la felicità su questa terra, te la darò dopo!

Ma vediamo ancora quante grazie piovono a Lourdes, per l’accoglienza da parte di una fanciulla di lasciarsi forgiare da Maria e offrirle quello che le chiedeva: penitenza per i peccatori!

E’ Dio che da la Grazia per fare questo cammino.

Più facciamo un cammino di santità e più scopriamo la nostra vera identità, la nostra figliolanza divina, l’essere a sua immagine.

Nel fare questo cammino si scopre che il progetto che Dio ha su ciascuno di noi , sarà la scoperta della missione o la vocazione a cui Dio ci sta chiamando e cioè attraverso quali vie mi andrò a santificare.

La vocazione non è semplicemente un stato religioso o matrimoniale, ma ci sono tante altre chiamate all’interno delle quali c’è sempre quella che noi abbiamo fin dal battesimo: quella dell’evangelizzazione, la stessa di Cristo che è venuto ad annunciare il Vangelo.

Egli infatti venne e disse “convertitevi e credete al Vangelo”. Dentro ognuno di noi c’è questa chiamata a formarci, a scoprirci, per poterci preparare a quella che è la missione di ogni battezzato: l’evangelizzazione, la predicazione, l’annuncio del Regno di Dio.

Gesù è in mezzo a noi e quando lo si chiede con il cuore egli di manifesta; quando si legge una preghiera, un salmo non è più un qualcosa di stereotipato ma lo ricomincia a proclamare con il cuore. Esso ci sveglia: “svegliatevi arpa e cetra” dice un salmo ed accade proprio questo: più ci si avvicina al Signore più il nostro sguardo diventa attento agli altri e a se stessi.

La sera, dopo una lunga giornata di lavoro, il cuore ti da amaezza se hai fatto qualcosa non molto bene; man mano che si fa un cammino di fede il cuore si sveglia come delle campane e ti fa sentire la gioia, la pace.

La via verso la santità è proprio questo: tornare dentro se stessi e chiedere scusa tutte le volte che si è sbagliato contro qualcuno.

Il salmo dice ” NON TRAMONTI IL SOLE SOPRA LA VOSTRA IRA” prima di andare a dormire fare la pace con la propria moglie, o con la persona con la quale si è avuto un contrasto.

Questi piccoli consigli fanno si che ci si possa santificare nell’ordinario, non occorrono grandi gesta ma essere fedeli sempre nell’amore: cioè all’amare Dio con tutto il cuore, con tutte le forze, con tutta la mente, quindi ad essere fedeli a quel Dio che si è posto al centro della propria vita.

IL CONCILIO VATICANO II annunciato il 25 gennaio 1959 da Papa Giovanni XXIII ha portato una grossa innovazione all’interno della Chiesa, uno di questi è il riconoscimento che con il battesimo siamo tutti re, profeti e sacerdoti e siamo tutti uguali davanti alla Chiesa ed il ruolo stesso dei laici viene rivalutato, perché attraverso di essi tutto il sociale si può santificare.

Un documento conciliare: la costituzione Lumen Gentium al n. 40 fissa un principio basilare: “La santità, vocazione di tutti i membri della Chiesa nella loro qualità di figli di Dio: a) il Signore Gesù a tutti e ai singoli suoi discepoli di qualsiasi condizione ha predicato la santità della vita, di cui egli stesso è autore e perfezionatore: “Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste!”.

Mandò infatti a tutti lo Spirito Santo che li muova internamente ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze (Mc 12,30) e ad amarsi a vicenda come Cristo ha amato loro (Gv. 13,34).

I seguaci di Cristo, ….nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi…b) tutti i fedeli di qualsiasi stato e grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità”.