Avvocato Cassiani

21 Nov 2009 | 2004-2010

Avvocato Cassiani

Ogni volta le stesse cose, però ce le ho nel cuore e le dico: il ringraziamento ad Anna non è soltanto dovuto al fatto che ha organizzato e organizza un incontro importante su un tema altrettanto importante, un ringraziamento a Anna va per il fatto che, rivolgendosi a una categoria di corridori, di gente che ha i minuti contati, di persone strattonate come siamo noi avvocati, da mille impegni che li portano ad interessarsi più degli altri che di se stessi, trascorso un certo numero di mesi – io ricordavo che fosse passato un anno invece è passato un periodo inferiore – di tanto in tanto ci consente una sosta, che è una sosta benefica, per l’anima, per lo spirito e per il cervello. Non so voi, io stamattina ho già fatto mille cose, sono arrivato qui trafelato e poi mi sono trovato come su un’isola, come su un’oasi in mezzo ad amici, in un ambiente sereno, a parlare nientemeno che di un argomento che mi incuriosisce e mi appassiona definitivamente: la Verità.

Dopo aver discusso con giudici, dopo aver parlato con clienti, dopo aver parlato di cose importanti, ma molto terrene, ma molto pratiche…: la Verità.

Quindi un livello superiore, ci sentiamo – io per lo meno, ma credo anche voi – ci sentiamo già con i piedi distaccati dal suolo e soprattutto in previsione di due relazioni affidate ad un gran sacerdote e a un uomo che io personalmente ho conosciuto oggi attraverso la parola di Anna e certamente credo che sia una persona di livello mondiale dotato evidentemente di un carisma e di un passato che gli hanno consentito quei riconoscimenti …

 

La Verità. Io ho recitato insieme a voi con devozione l’ultimo verso che mi pare che sia indicativo, ed introduttivo, ‘in nulla ci discostiamo dalla Verità’, che è un impegno, un impegno apparentemente abbastanza semplice.

Quale cristiano può dirsi tale se si discosta dalla Verità e non la persegue anche a costo di sacrifici – anche a costo (non dico di rimetterci la vita) ma insomma di combattere per poterla affermare?

Il discorso poi – dai piedi per terra, ai piedi sollevati, c’è una distanza abissale – torna per noi avvocati ad una realtà che è quella alla quale accennavo, nella quale le cose non sono così semplici.

La Verità in Assoluto, è il nostro impegno… e deve essere il nostro traguardo nell’esercizio della professione.

Poi il padre ci illuminerà se vorrà toccare anche quest’argomento che diventa un problema di coscienza, un problema che qualche volta ci attanaglia e ci rende le notti insonni perché da una parte abbiamo la difesa del cliente- io parlo da penalista ma credo che il problema riguardi anche i civilisti- dall’altra abbiamo la verità processuale. Al centro forse…forse potremmo intravedere qualche volta la Verità Vera.

Per fortuna questa evenienza è rara perché normalmente noi sposiamo le cause, nel senso che crediamo al cliente, riteniamo che quella sia la verità e ne deduciamo poi che quella verità rischia di essere manomessa o addirittura misconosciuta dal giudice per cui una battaglia che ha un sapore morale in difesa non soltanto del cliente ma della sua libertà e quindi della sua verità.

Quante volte abbiamo sofferto di palpitazione di cuore alla sola idea che quel cliente nel quale credevamo potesse venir condannato dico all’ergastolo – per estremizzare – ma è capitato tante volte anche questo.

Io ho visto avvocati piangere di fronte all’assoluzione, avvocati piangere di fronte a una condanna nella quale non credevano o che ritenevano fosse un gravissimo errore giudiziario. Siamo dilaniati.

Se c’è una categoria che quando parla di Verità parla del proprio dramma quotidiano, è proprio quella degli avvocati.

Io parto dall’idea che l’avvocato faccia il proprio mestiere per passione e per coscienza oltre che, ovviamente, anche per motivi di sopravvivenza.

Quante volte noi ci battiamo con lo stesso entusiasmo, con lo stesso impegno, anche in difesa di clienti non abbienti, di clienti che non hanno nessuna possibilità!

E qualche volta l’impegno è ancora superiore.

Quante volte ci sentiamo dei paladini proprio perché difendiamo il cliente che dal punto di vista pratico, dal punto di vista economico, non avrebbe nessuna possibilità ma che però rappresenta per noi, non un’affermazione di vanità, ma una lotta che merita di essere vissuta.

É un tema del quale parlerei per ore perché parlo della nostra vita, parlo della nostra esperienza.

Mi fermo perché non sono un relatore, sono uno che porge il saluto e un saluto grato, un saluto devoto agli interlocutori, però anche perché sono qui in mezzo a voi in attesa di sentirmi dire – un cattolico, un credente, un cristiano, un uomo impegnato in una battaglia di fede e anche di difesa della Verità –  il momento in cui poi esercita e si trova di fronte alla necessità di operare delle scelte, come si deve comportare?

Anche perché è un problema morale non difendere compiutamente il proprio cliente, o no? É un problema di carattere deontologico ma quindi anche di ordine morale non fare compiutamente il proprio dovere in difesa di una battaglia che si è liberamente accettata e che a volte la battaglia per la vita o per la morte – parlo del penale ma parlo anche di cause civili dalle quali si può uscire distrutti e con le ossa rotte oppure con una possibilità di andare avanti e di ricostituire la propria esistenza.

Ringraziamo Anna prima ancora degli altri perché ci ha dato la possibilità – io credo di parlare a nome di tutti, penso che se qualcuno di voi fosse qui direbbe pressappoco, un pò meglio, le stesse cose – di meditare una volta ogni tanto su questa che è la nostra vita, che è costituita da problemi di carattere tecnico giuridico, ma soprattutto di problemi di carattere morale. Vi ringrazio.