Avevo fame

13 Nov 2009 | Riflessioni

AVEVO FAME

Dopo dieci ore di preghiera ebbi fame.

Ero presso una chiesa dalle 12 di mattina ed erano quasi le 22; c’era un programma pastorale di veglia notturna ed avevo intenzione di fermarmi finché ce l’avrei fatta.

A pranzo avevo bevuto un succo di frutta e mangiato una brioche; da tante ore ero in preghiera, ma era necessario; il desiderio di restare ancora qualche ora con Gesù era forte; avevo solo un problema: mettere qualcosa sotto i denti, AVEVO FAME.

Di fisico sono gracile, sicché nei giorni di digiuno al massimo arrivo sino a sera; la sera, infatti, ho bisogno di cenare. Solo in due occasioni particolari sono riuscita a saltare anche la cena.

Iniziai a chiedere in giro dove fosse un bar, dove potessi andare per trovare qualcosa da mangiare; non sapevano, non erano del luogo, a quel punto venne spontanea la domanda “ma allora voi come fate a restare tutta la notte senza mangiare, come vi arrangiate?” La riposta fu che non sapevano, che non avevano nulla; nessuno potè aiutarmi a reperire qualche cibo.

Avevo 4 cioccolatini, ne mangiai due e ne offrii il resto ad una persona che sarebbe rimasta anch’essa tutta la notte a digiuno. Li prese ma non li mangiò.

Decisi ciononostante di restare in preghiera sino a quando ce l’avrei fatta, fino a mezza notte, l’una, pensavo di farcela; d’altra parte trovandomi in una zona di campagna preferivo tornare indietro verso casa insieme ad una di quelle signore presenti, perché disse che non avrebbe fatto tardi.

Erano circa le 22 e sentii la debolezza assalirmi, forse la glicemia si era abbassata, volevo andare a riprendere i miei cioccolatini ma non ebbi né la forza, né il coraggio per farlo. Ad un certo punto tutte le persone a cui avevo chiesto qualcosa da mangiare sparirono.

Io continuai a pregare, alle 23 sentii che non ce la facevo più, ero troppo debole, avevo paura di svenire, decisi di cercare quella signora che disse sarebbe andata via presto; una ragazza gentile si offrì di accompagnarmi nella stanza dove avrei potuto trovarla, entrai e…vidi un tavolo rotondo apparecchiato con tanto ben di Dio, un dolce intero fatto in casa al cioccolato, dolcetti secchi…

Chiesi alla persona che cercavo a che ora aveva intenzione di andare via, “non subito”.

Così tornai dal Signore.

Nessuno ha pensato di portarmi una fetta di pane. Certo non ero invitata, ero lì per caso! Chi mi ha chiamato a pregare li?

Si formulò allora questa domanda dentro di me: ” E se fosse stato invece di me Gesù in persona a chiedere?” Fu così che mi tornò in mente il passo della Gn 18,1-15 sull’incontro di Abramo con il Signore.

” Il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo:< Mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore… > Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse

< Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne tre focacce>

Abramo, quindi riconobbe subito nei forestieri che passavano da lui il Signore e gli corse incontro, lo supplicò di fermarsi e di accettare l’ospitalità e chiese che si preparasse da mangiare per i forestieri.

Abramo non sarebbe mai divenuto il padre di una moltitudine di persone se quel giorno non avesse accolto Dio, se non gli avesse offerto ospitalità, perché fu proprio in quell’occasione che il Signore gli disse che Sara, sua moglie, avrebbe avuto un figlio.

Il giorno dopo, passata la sofferenza e la prostrazione fisica, ho iniziato a riflettere su cosa Dio volesse comunicare a me attraverso quello che era accaduto.

Iniziai a cercare nella mia mente se avessi fatto mancanze di carità.

Quante volte non ho dato a chi mi ha chiesto? Quante volte ho dato solo per dovere e non per amore? E cominciò ad elevarsi dentro di me una preghiera: “O Gesù mostrami tutti gli atti di mancanza di carità, tutte le volte che non ho amato come tu mi chiami ad amare, tutte le volte che io ho rifiutato chi aveva bisogno di essere accolto”.

E gli accattoni per strada? Nel vederne in continuo a Roma, spesso ho pensato: ” sono troppi, non hanno davvero bisogno”. Ma oggi dopo l’esperienza della FAME mi chiedo:” e se invece sentissero la stessa fame che ho provato io? Se stessero lì, lì, per svenire dalla fame?”

O Dio mio perdonami per tutte le volte che non ho pensato di avere davanti a me Te nelle vesti del fratello che incontro per strada!

Ma la riflessione deve andare oltre; se il Signore mi ha provata così duramente deve volermi dire qualcosa di grosso.

La verità non è nel semplice atto di mancanza di carità quotidiano, ma l’atto che mi viene in mente è quello della mancanza di carità di tutto il mondo occidentale, di tutti i ricchi e potenti della terra, di tutti gli appartenenti al ceto agiato.

Sì perché noi ogni giorno ci sediamo attorno a mense stracolme di cibo e noi tutti … noi mangiamo e non ci curiamo di quelli che muoiono di fame, siamo attenti alla nostra cena e, consideriamo degli intrusi quelli che non fanno parte della nostra famiglia.

Se non si sperimenta di persona la fame… quel languore che ti fa sentir male… quella pressione che si abbassa…quella sensazione che stai per perdere il controllo e svenire a terra, no, se non l’hai provata non puoi preoccuparti di coloro che chiedono aiuto, che hanno fame, che muoiono dalla fame.

Io per prima non mi curo che in alcune parti del mondo c’è qualcuno che inizia a provare quel languore forte allo stomaco e non ha la possibilità di prendere una macchina e andare a mangiare qualcosa in centro città; no, quelli si tengono la loro fame, vengono finiti dalla fame, svengono e muoiono.

Saremo giudicati sulla carità, dice la scrittura, allora mi viene da pensare che ci sarà uno sterminio se il Signore non applicherà tutta la sua misericordia per gli stermini umani che ogni giorno noi stiamo realizzando.

Preghiera

Signore donaci occhi per vedere nel fratello che ho di fronte Te,

Signore donaci orecchi attenti per ascoltare Te che chiedi a noi che possiamo;

Signore donaci un cuore libero per poter amare tutti senza preferenza di persone ;

Signore aiutaci a non escludere nessuno dal nostro cuore, dalla nostra mensa, perché quello che Tu ogni giorno offri a noi non lo vuoi negare ad altri;

Signore facci comprendere che tutti i beni della natura, tutto il cibo , sono stati creati per tutti e non solo per zone ricche della terra;

Signore converti il nostro cuore e riempilo dello Spirito Santo, ché Tu non abbia a chiederci qualcosa e noi , per la nostra cecità, non abbiamo a riconoscerti e ti abbiamo a rifiutare.

Che noi Signore non abbiamo ad essere rifiutati da Te quando verremo nella Patria celeste, che non abbiamo a vedere in quell’istante, nel film della nostra vita, rifiuti di amore, di cui non abbiamo avuto neppure il tempo o la luce per pentirci.

Signore perdona le persone che sono causa di sì grande sofferenza, ma non è la mia Gesù, non è quella di migliaia di bambini, è la tua sofferenza, sei tu Gesù ad essere rifiutato!

Signore Gesù grazie per questa esperienza, grazie perché per un po’ ho potuto assimilarmi a te, nell’avere fame, nell’essere rifiutato, non amato, magari deriso.

Francesco direbbe ” questa sì che è perfetta letizia!”

Io non riesco ancora a dirlo, ho ancora molto da camminare per poterla raggiungere, ma ci sto provando.

Roma, 27/2/02
Equipe avvocatura in missione