La Chiamata di Anna Egidia Catenaro, Presidente dell’Associazione Avvocatura in Missione

23 Feb 2014 | Testimonianze

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La Chiamata di Anna  Egidia Catenaro (avvocato) 

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Era  sabato 1° febbraio del 1992 erano le 4 di pomeriggio ed ero giunta ad un incontro di preghiera carismatico, era la prima volta che andavo, credevo di essere stata spinta ad accettare l’invito di un conoscente perché  vivevo un momento di grande sofferenza interiore, non avevo ancora capito ma l’invito era da parte di Dio.

Mi chiamava.

Fino a quel giorno ero stata una cattolica qualunque, praticante a volte sì altre no, ma in quel momento di prova mi ero rivolta con tutto il cuore al Signore e Lui in coerenza alla sua Parola :”Voi mi invocherete ed io vi darò risposta “ non si è lasciato attendere molto perché nel giro di pochi giorni fui  invitata a partecipare a quel momento di preghiera che cambiò la mia vita.

Ebbi l’incontro!

Fu l’inizio della mia conversione. Le parole che venivano pronunciate dal sacerdote sull’altare mi entravano dentro e sembravano dette apposta per me.

A distanza di anni le ricordo ancora, egli in maniera accorata diceva:”se siete qui non è un caso è perché Cristo si è rivelato a voi, se siete qui è perché qualcuno ha pregato per voi, così fate anche voi per gli altri”.

Io non capivo cosa significasse quel “Dio si è rivelato a voi” ma lacrime cogenti uscivano dai miei occhi, un pianto che non riuscivo a frenare, non era di tristezza, non era  angoscia ma era liberazione, era purificazione.

Da quel giorno la mia vita fu trasformata e da quel momento posso dire come Giobbe:”Signore prima ti conoscevo per sentito dire adesso ti conosco realmente”.

Nel giro di pochi giorni mi licenziai dallo Studio più famoso d’Italia, lo Studio Carnelutti, fondato dal famoso giurista e misi lo studio in proprio e ciò al fine di non avere obblighi di orario, poter avere tutto il tempo che desideravo da dare al Signore, e quindi scegliere quando lavorare e quali pratiche prendere o rifiutare.

In un attimo ero stata liberata dell’idolatria del lavoro.

Appena laureata, infatti, volevo diventare l’avvocato più famoso d’Italia ed in effetti ero su quella via perché fui presa a lavorare nel grande Studio Carnelutti, ma dopo l’esperienza viva del Signore, che feci quel sabato, e che continuai a fare  ogni volta che andavo in quegli incontri di preghiera, cambiarono i miei modi di pensare e decisi di mettere Cristo al primo posto nella mia vita, perché capii che quello è il suo posto.

Così iniziai a parlare di Lui ai colleghi, ai magistrati che incontravo ma anche a qualche cliente.

Soprattutto quando si trattava di cause delicate, attinenti il diritto di famiglia, le separazioni; con grande gioia, pur senza ricevere un compenso professionale, sperimentavo che a seguito del colloquio e con la preghiera alcune coppie si riconciliavano.

Ho fatto l’esperienza di un Dio vivente, che entra nella vita delle persone e le trasforma, da qui il mio desiderio di comunicare la fede, e tale desiderio fu sempre più crescente sino a quando nel 1999 il Papa Giovanni Paolo II, in preparazione del grande Giubileo del 2000, esortò ad andare negli ambienti di lavoro e portare Cristo.

Dentro di me risuonava forte il grido di Paolo: “Guai a me se non annunciassi il vangelo”.

Perché questa è la chiamata del cristiano, Gesù ci ha detto: “Andate in tutto il mondo ed annunciate il vangelo a tutte le creature”.

Chi ha fatto l’esperienza di Cristo non può e non riesce a tenerlo per sé.

Cosi nel 1999 iniziai ad organizzare dentro la Corte di Cassazione a Roma  dei convegni a contenuto spirituale, il primo ad intervenire fu P. Raniero Cantalamessa.

Vidi che gli avvocati e magistrati presenti, circa 200, erano attenti e scoprii che non è vero che non c’è più fame di Cristo; così pensai di organizzare periodicamente delle conferenze aventi sempre come tema la Parola di Dio.

Ma non avevo capito che la mia potesse essere una chiamata vocazionale.

Nel luglio del 2000 andai per la prima volta a Parigi con l’intento di visitare Rue du Bac, dove è apparsa la Madonna lasciando la medaglia cosiddetta miracolosa.

In quel luogo un giorno ascoltai l’omelia di un sacerdote il quale spiegò che lì vi era il cuore di S. Vincenzo de’ Paoli il quale ebbe la chiamata di andare dai poveri.

Io in quell’istante sentii forte nel mio cuore: “i veri poveri non sono poveri, ma i ricchi, i potenti della terra perché per loro è più difficile incontrare Cristo”, “non sarà la globalizzazione a risolvere i problemi mondiali ma solo se si va alla radice del problema, il cuore dei potenti della terra”.

Quindi a Rue du Bac ebbi la conferma che l’evangelizzazione iniziata doveva essere continuata, capii profondamente che per risolvere i problemi di tutto il mondo, della fame, della guerra, delle diseguaglianze sociali,  occorre che lo Spirito Santo tocchi i cuori dei ricchi, dei potenti della terra.

Mi resi conto che i ricchi siamo noi che amministrazione la giustizia, sono i legislatori, i governanti ed allora è proprio qui che è necessario portare Cristo.

Parigi, in quella circostanza, fu anche importante perché ero in visita al Palazzo di giustizia e conobbi  un collega francese il quale fu gentile con me; io gli parlai subito della missione che svolgevo in Italia e dell’esperienze fatte, ma condividevo con lui anche i pensieri che avevo avuto a Rue du Bac ed in particolare della certezza interiore che dopo Roma, capitale d’Italia, la prima città straniera, per questa missione, sarebbe stata Parigi, capitale della Francia.

Dopo la conferma sulla mia chiamata che ebbi a Rue du Bac iniziai in Italia a formare delle equipes stabili di preghiera e di evangelizzazione e quindi l’Associazione Avvocatura in Missione che da Roma si va diffondendo in altre città d’Italia e la prima città straniera dove è stato svolto il primo Convegno (nel 2003) è proprio Parigi.

Avvocatura in missione è quindi sorta a Roma ma l’ ispirazione l’ho avuta in maniera chiara  a Parigi.

Il Signore da quel sabato 1 febbraio del 1992 a quel luglio del 2000 aveva lavorato entro il mio cuore, mi aveva spogliato delle mie idolatrie, anche dell’idea di un matrimonio umano, ponendo sempre di più dentro il mio cuore il desiderio di Lui.

Ho lottato molto contro la chiamata del Signore.

A livello irrazionale senza accorgermi ho lottato contro Dio, e ahimè a volte anche razionalmente, nonostante pensassi di essere ormai convertita, di seguire un cammino spirituale; non volevo arrendermi, volevo sposarmi, volevo un amore umano finchè il Signore la domenica in albis del 1997 non mi ha aperto gli occhi.

Ha fatto cadere le squame dai miei occhi, mi ha aperto il cuore e la mente e con una esperienza – quasi mistica direi- mi ha fatto sperimentare l’amore e la fusione delle anime in Dio.

Lì ho capito subito che non sarei più tornata indietro, sperimentato l’amore di Dio ed elevato  l’amore per il fratello in Dio non mi sarei mai più accontentata di un amore umano.

Così la mia idolatria del matrimonio svanì in un istante eterno.

Capii che il Signore voleva darmi quello per cui il  mio cuore era stato creato.

Capii che il desiderio del mio cuore, sempre inquieto, aveva finalmente trovato la sua ragione di quiete.

Gesù mi voleva per sé.

Eh dove?

Eremitaggio, vita di clausura, vita fraterna, evangelizzazione.

Ma come coniugare tutto ciò?

Non fu semplice e non lo è ancora, ma il Signore ha illuminato, ha tracciato una via, non si vede ancora il punto d’arrivo ma il Signore continua a costruire.

E’ sorta Avvocatura in Missione, ho affidato la mia consacrazione ed i miei voti nelle mani di un Vescovo, il nostro Statuto è approvato, altri laici si sono consacrati nel mondo e attendiamo gli altri chiamati dal Signore che vorranno rispondere con generosità alla sua Chiamata.

Anna Egidia Catenaro

Avvocato e Consacrata allo Spirito santo