Eccomi, manda me (Is. 6,8)

13 Nov 2009 | Riflessioni

“Eccomi, manda me !”( Is 6,8)

In Isaia cap.6,1 e ss. leggiamo la vocazione di questo profeta e partendo da tale testo vogliamo meditare sulla nostra vocazione, vogliamo riflettere sulla chiamata: quale chiamata io ho, quale chiamata ho io cristiano, quale chiamata ho io avvocato, quale chiamata ho io aderente all’equipe di Avvocatura in missione.

” Nell’anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l’uno all’altro:< Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria>.

Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:< Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti>.

Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e mi disse:< Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato>.

Poi io udii la voce del Signore che diceva:<Chi manderò e chi andrà per noi?> E io risposi:

< Eccomi, manda me!>”.

Questo testo di Isaia esprime compiutamente il progetto, la chiamata di Avvocatura in missione e ne traccia completamente il percorso. Ma è anche la chiamata di qualunque battezzato.

Isaia è dentro il tempio, è lì che contempla la gloria di Dio, è lì che ha la visione del Signore e nel contemplare il Signore sente con le proprie orecchie il canto degli angeli, dei serafini, i quali attorno al trono dell’Altissimo non facevano che osannare il Santo dei Santi e cantavano il tre volte Santo, lodavano il Signore. Ecco questo accade quando fai un passo per andare incontro al Signore, Egli si rivela a te, hai la sua rivelazione, nel tuo intimo, per grazia, puoi percepirne quasi tangibilmente la sua presenza ed alla sua presenza l’unica voce o pensiero che puoi ascoltare dentro di te è un canto di meraviglia, di stupore, di lode, di benedizione, di osanna, osanna , osanna a te.

Ma la visione di Dio porta Isaia a vedersi in uno specchio spirituale e riconosce le sue impurità.

Di fronte al candore di Dio, alla sua luce non si può che non renderci conto di essere nelle tenebre, di essere impuri, come Isaia :< un uomo dalla labbra impure io sono>.

Ma ecco che quando lo Spirito Santo ci illumina e ci fa vedere il nostro peccato, viene in aiuto alle nostre debolezze e ci purifica, ci fortifica.

Infatti, appena Isaia sente tutto il dolore per i suoi peccati e per quello del popolo che lo circonda, uno dei serafini vola verso di lui e gli purifica le labbra con un carbone ardente.

Il carbone ardente è segno della purificazione, del crogiuolo, della prova, che servono per la purificazione dal peccato; infatti, il serafino gli dice:< Questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità>.

Ma quel tocco ha anche il significato che le labbra sono state toccate dallo Spirito Santo, che si è ricevuto lo Spirito Santo, che dalla contrizione dei propri peccati si passa all’essere riempiti di Spirito Santo.

Ed allora il percorso da seguire è questo : entrare alla presenza di Dio, incontrarlo con potenza nella propria vita, lodarlo, benedirlo insieme a tutti gli angeli, ai cherubini, ai serafini; lasciarsi purificare e quindi inondare dallo Spirito Santo per poi essere pronti per la missione , essere pronti come Isaia. Di fronte alla domanda di Dio <Chi manderò e chi andrà per noi?> Isaia fu infatti pronto nel rispondere < Eccomi, manda me! >.

Questa deve essere la risposta del battezzato, del cristiano, di colui che davvero ha incontrato il Risorto.

Se non si è pronti a dire < Eccomi, Signore manda me! > allora interroghiamoci a che punto siamo nel nostro cammino, forse è il caso di supplicare Dio di rivelarsi a noi, di darci orecchi attenti per ascoltare la sua voce ed occhi limpidi per riconoscerlo e cuore puro per seguirlo e volontà forte per dire <Eccomi >.

Roma, 22 aprile 2002
Avvocatura in missione