Introduzione dell’Avv.Anna Egidia Catenaro del 9 aprile 2003 a Roma presso l’Auditorium della Cassa Nazionale Forense

26 Nov 2009 | 1999-2003, Convegni

Introduzione dell’Avv.Anna Egidia Catenaro del 9 aprile 2003 a Roma presso l’Auditorium della Cassa Nazionale Forense

LAvv. Anna Egidia Catenaro

 

Vogliamo iniziare questa relazione ricordando innanzitutto quanto sta accadendo ora nel mondo; “non possiamo tacere” – è stato detto- “come giuristi” sulla guerra che sta avvenendo dall’altra parte della terra, in IRAQ. In questi giorni abbiamo assistito a varie conferenze qui a Roma, ma anche nei vari media abbiamo assistito a tanti dibattiti sulla legittimità o illiceità di questa guerra. Si è cercato di indagare se il diritto positivo e il diritto internazionale avessero fallito, se i giuristi nel momento in cui si sono messi a tavolino per redigere la Carta dei diritti umani fosse stato un lavoro inutile. Stiamo assistendo quindi al fallimento della giustizia. Un consigliere dell’Ordine diceva giorni fa mentre scendevamo da un ascensore :” La Carta dell’ONU è stata stracciata!” Ebbene sì la nostra giustizia è stata violata, non si può più parlare di diritto positivo, né di diritto internazionale se non nel momento in cui prendiamo in considerazione i diritti fondamentali dell’individuo che sono scritti nel cuore dell’uomo. Quindi più che di diritto positivo si deve parlare della coscienza umana, laddove una coscienza è sopita, è addormentata, la risposta è quello che accade nel mondo che ci circonda.

Allora Avvocatura in Missione come si pone in questo contesto, che cosa ha da dire, quale è la sua originalità? Come ho sempre detto l’originalità di Avvocatura in Missione è quella di non essere originale, è quella di tornare alle radici e di toccare il cuore dell’uomo. La nostra missione è quella che raccomanda Paolo nella lettera a Timoteo (1Tim 2,1-2) ” Ti raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità”.

Cosa fa l’ equipe di Avvocatura in Missione o tutte le equipe di Avvocatura in Missione? Siamo un piccolo resto scelto  veramente dal Signore, incontri di preghiera iniziati nel segreto del mio Studio professionale e che in due anni circa ha raggiunto altre sedi, fuori Roma. Vedete qui la cartina dell’Italia con sopra la scritta “ARDERE PER ACCENDERE” e vedete delle città indicate dove sono sorte  delle piccole fiammelle, delle equipe a Lanciano, Pescara e L’Aquila e l’8 maggio cominceremo la prima conferenza a Napoli. In tutti questi luoghi abbiamo ogni anno almeno due conferenze nei Tribunali e delle piccole equipe magari formate da tre persone, da cinque, da otto da  dieci o da venti persone, siamo pochi ma lo Spirito Santo ci sta benedicendo perché in un anno o più abbiamo già fondato queste altre piccole equipe. La missione di Avvocatura in Missione è quella di andare a toccare il cuore dell’uomo ma non un uomo in generale, l’uomo giurista, il potente della terra; la giustizia è fatta da noi.

I potenti della terra siamo noi.

I magistrati quando emettono una sentenza sono potenti della terra, giudicano il bene e il male; se il magistrato è inondato di Spirito Santo , se ha una coscienza viva sicuramente emetterà una sentenza giusta; se l’avvocato è pieno di Spirito Santo non può dare consigli errati al proprio cliente, non può costruire cause, non può chiedere testimoni falsi; se il legislatore è pieno di Spirito Santo, se ha una coscienza viva le nostre leggi, il nostro diritto positivo sarà equivalente a quello che è scritto nel cuore dell’uomo.

I legislatori , i politici, sono  passati  in gran parte attraverso il campo della giustizia: attraverso le Università di Giurisprudenza, oppure sono ex avvocati o ex magistrati.. Quindi NOI siamo i potenti della terra.

La lettera a Timoteo è stata scritta per noi non per altri.

Molti Colleghi invitati a partecipare dicono “io vado già in parrocchia, io vado al gruppo X”. Benissimo, andiamo pure a formarci  o ad attingere forza nei vari movimenti ma andiamo a dare là dove il Signore ci manda: Dove è la nostra missione? E’ soprattutto nel nostro mondo lavorativo.

Per chiudere vorrei ricordare la frase di Isaia, vorrei che fosse scritta dentro di voi perchè ciascuno  di voi oggi possa rispondere come Isaia rispose.

Il Signore mise sulla bocca di quel profeta questa frase – ma lo dice anche a voi oggi, perché la parola profetica vale nel momento in cui viene proclamata, quindi vale per voi oggi che siete qui. In Is 6,8 leggiamo :” Udii la voce del Signore che diceva:<Chi manderò e chi andrà per noi?> ed io risposi:<Eccomi manda me!> Egli disse <Va e riferisci a questo popolo…>”

Il Signore lo chiede a noi, a noi che siamo qui che crediamo di essere cattolici-cristiani ma se non siamo pieni di Spirito Santo dobbiamo chiedere una nuova effusione, se non siamo disposti oggi a dire: “Eccomi manda me dove tu vorrai, alle tue condizioni, non alle mie” allora dobbiamo ricominciare daccapo il nostro cammino e allora qui  il tema che oggi detterà Don Bruno Forte e che ci chiederà ” Quando verrà il Figlio dell’uomo, troverà la fede sulla terra?”  La missione di Avvocatura è quella di rinverdire questa fede, di farla risorgere, di farla riemergere dalle nostre coscienze perché quando veramente il figlio dell’uomo verrà….non aspettiamo il momento del giudizio, ma oggi il Figlio dell’uomo ci chiede ” Se io vengo oggi nella tua vita trovo la fede dentro di te ?” Facciamo nostra questa domanda che oggi il Signore ci pone.