Intervento di S E R Mons. Carlo Ghidelli

22 Nov 2009 | 1999-2003

CONVEGNO A LANCIANO DEL 6 DICEMBRE 2002

Intervento di  S E R Mons. Carlo Ghidelli

L’Avv. Catenaro: ” Eccellenza siamo qui riuniti ed in questo mese di dicembre  festeggiamo il nostro primo compleanno come Avvocatura in Missione, a Lanciano; infatti ricordiamo di aver iniziato nel dicembre scorso ad organizzare in questa sede dei momenti di condivisione spirituale aperti ad avvocati e magistrati e da quel primo incontro è sorta una piccola equipe con la quale ci incontriamo periodicamente una volta al mese, ogni venti giorni, ogni volta che io posso tornare da Roma. C’è stata questa costanza nell’incontrarci, anche se pochi ma benedetti dal Signore, perchè questa presenza è stata sempre costante. I partecipanti hanno scelto di dare quest’ora del sabato pomeriggio, rinunciando magari a stare con la famiglia, con le proprie persone care per vivere un tempo in preghiera, in intercessione, per tutti gli avvocati di Lanciano e per tutti gli avvocati e magistrati del mondo.

Questo è un piccolo segno e spero che il Signore ci voglia  benedire in modo che possiamo aumentare di numero  sia a Lanciano, sia nelle altre sedi.

La missione è cominciata a Roma nel 1999 ma la seconda sede , io dico , scelta dallo Spirito Santo è stata Lanciano, la terza è  Pescara, laddove ci incontriamo già da tre mesi ed il 16 dicembre prossimo avremo lì una Conferenza e subito dopo inizierà il gruppo a L’Aquila.

Quindi vogliamo ringraziare il Signore e chiedere a Lei la benedizione e qualche parola d’incoraggiamento.

 

Mons. Carlo Ghidelli :

Bene, volentieri, innanzitutto devo dire il mio compiacimento per un’iniziativa di questo genere che ho conosciuto attraverso la dottoressa fin da quando questo progetto era in gestazione nel suo cuore e ovviamente io non potevo non accogliere e applaudire e favorire al massimo questa iniziativa. Quindi sono qui per dire il mio compiacimento, il mio plauso e tutto il mio sostegno .

“Avvocatura in Missione”. Il titolo è già chiaro, una precisa professione in vista di un compito che è altrettanto chiaro quando lo si chiama missione.

C’è da interpretare questo “in”. Potrebbe essere “in” stato in luogo, o stato verso il luogo.

Mi piacciono tutti e due, cioè avvocati che si sentono già in stato di missione, cioè missionari o che si sentono inviati verso la missione.

Tutte e due  le cose sono belle, perché avendo voi raccolto questo invito, vuol dire che già siete buoni cristiani, lasciamo stare il “buoni” per non peccare di superbia, essere “cristiani” è anche meglio e così questo è il punto di partenza. Se un avvocato sa e rende grazie al Signore di essere Figlio di Dio, fratello di Cristo, membro della Chiesa fin dal Battesimo, questo  avvocato è missionario; è in natura rerum , è nel suo stesso DNA. Però mi piace anche Avvocati verso la missione, perché in Missione si è mandati, non si è una volta per sempre, si è mandati volta per volta.

Come ha potuto nascere questa idea nel cuore della dottoressa? Perché ella si sente mandata e non solo  stabilita; mandata nella missione e così anche noi.

Io stesso come vescovo nella mia situazione mi sento inviato. Mi piace tanto la definizione : “il cristiano non è una persona sistemata, ma una persona inviata” , perché quando uno è sistemato si ” ammoscia”, mentre quando uno è inviato gli prende un brio che non si ferma più.

Ecco siamo avvocati verso la missione e questo è anche bello perché il mondo d’oggi, anche la nostra società, la nostra situazione locale attende missionari autentici.

Io non voglio entrare nel vostro ambito perché conosco poco e voi vi muovete molto più liberamente e consapevolmente di me, ma penso che il  mondo dell’avvocatura sia provocante in ordine alla missione, basterebbe sapere anche i diversi modi in cui si può essere avvocati ed esercitare l’avvocatura oggi.

Io vi porto un esempio che vale solo per analogia.

Ho incontrato un medico tanti anni fa il quale mi diceva ” Io so con coscienza che ogni giorno  posso fare onestamente  dieci- dodici visite, io di più non ne faccio”. Io adesso dico analogicamente: mi si presenta uno che vuole una causa, la esamino e dico in coscienza non posso…ma se io l’accetto quanto meno spunta fuori qualche soldino, questo è il ragionamento!

Invece  debbo analizzare : io questa causa mi sento di difenderla alla luce dei miei principi?

Alla luce del dono che ho ricevuto, dell’essere cristiano?

Alla luce anche della deontologia professionale?

Ecco, vedete è un autocontrollo che è riferito non solo alla onestà naturale che è alla base di tutto ma anche al mio essere cristiano: ecco, dunque, Avvocatura in Missione nasce anche proprio da questa consapevolezza e pertanto questo programma pure in Missione dice anche una modalità, una metodologia; c’è modo e modo di essere avvocato!

Vediamo di dirlo non a parole ma con le scelte che facciamo.

Devono sapere che questo Avvocato si ispira a Cristo, al Vangelo e non ha vergogna di mettersi sotto l’etica di un crocifisso; questo avvocato mi dice come s’ha da fare, come s’ha da esercitare questa professione.

E’ una metodologia, voi non avete da dire agli altri : ‘ questa causa si difende così, in quest’altra così’; no, invece per quello che siete , per il modo in cui vi comporterete  indicherete il modo di essere avvocato.

Ecco la metodologia, è più a monte ancora di quella che è la deontologia professionale, perché questa vale per tutti gli avvocati ma voi sapete che per rispettare questa deontologia non è necessario essere cristiani. Anche chi non è cristiano lo può rispettare benissimo ,anzi si dà anche il caso che uno che è cristiano non la rispetta, allora cadiamo poi nello scandalo; ma se siamo avvocati cristiani la nostra deontologia prende alcuni aspetti particolari.

Lo dico facendo un esempio e so che voi lo fate già: se tu hai diversi clienti, v’è per esempio una vedova che viene e dice” ecco avvocato io le dico subito che le mie entrate sono queste…lei capisce che se mi fa una parcella un po’ esagerata allora io…” “Non si preoccupi signora, mi dica il suo caso poi vedremo cosa fare”, e se su dieci cause una la fai gratis  et amore dei, in realtà metti in atto una deontologia professionale cristiana. Non ingenuamente così da favorire quelli che fanno i furbini, invece a ragion veduta. Allora sono due i versanti: vedere le scelte che sono contrarie addirittura alla deontologia professionale, e sul versante positivo fare determinate scelte che esaltano la tua professionalità in termini di gratuità, di compassione.  Ho sentito proprio ieri uno di questi casi: una signora  è venuta a dirmi “Io ho questo caso, ma a quanto pare il mio avvocato non mi sta servendo, vorrei cambiare avvocato” …

“Adagio Signora, perché Lei potrebbe cadere dalla padella nella brace”; scusate per il mio tono , che può sembrare poco rispettoso, ma sapete con che animo lo dico, perché noi condividiamo gli stessi ideali.

Fare l’avvocato da cristiano ti fa fare qualche colpo d’ala, e ti rende anche un po’ creativo, geniale, fantasioso, vale a dire: questa causa potrebbe rendermi tot, invece non mi rende niente perché voglio avere uno spazio tutto per me, di gratuità ed anche di compassione.

Cerca quindi di farti compassionevole, di non cercare subito il canone del codice, ma prima di tutto cerca di entrare in sintonia con quella persona. Voi sapete che gli avvocati possono diventare anche dei confessori, specie in certe materie matrimoniali  – ne sapete più voi che noi, vero? Però anche qui con molta sensibilità, certi segreti sono parte di un patrimonio personale, devi essere geloso nel custodirli.

Ecco, sono piccoli pensieri che mi vengono alla rinfusa e che però vi affido molto volentieri , sicuro che ne farete tesoro come punto di partenza di un cammino che auguro sia positivo, propositivo ed anche creativo. Grazie