Siate Santi perché il Vostro Padre è Santo

22 Nov 2009 | 1999-2003

“Siate Santi perché il Vostro Padre è Santo”

Sala avvocati presso la Corte di Cassazione di Roma

Pubblichiamo qui di seguito il testo integrale della relazione di Padre Augusto Drago sul tema “Siate Santi perché il Vostro Padre è Santo”, tenutasi il 15 maggio 2001 nell’Aula Avvocati  della Corte di Cassazione di Roma.

Bene sorelle e fratelli sono ben lieto oggi di essere qui con voi , fratello tra fratelli, ed intendo subito darvi il saluto di San Francesco,  avete sentito ora che vengo da Assisi. Il Saluto di Francesco  è “il Signore vi dia Pace”.

Parleremo di Santità, qualcuno ha detto in maniera  provocatoria e subito diciamo che non c’è Santità senza una pace  profonda del cuore, senza una pace profonda nel cuore, non c’è santità senza una spiritualità, ma soprattutto non c’è  santità se non abbiamo come punto di riferimento  il Signore Gesù ,colui che  nel Vangelo è chiamato il Santo di Dio .

Ed è in virtù  di questo rapporto con Cristo che noi possiamo  essere chiamati Santi, come dice Paolo nella lettera ai Romani al cap. 1, “…Santi per vocazione…”.Allora lasciatemi ripetere  il saluto di Francesco “ Il Signore vi dia Pace!”. Voglio subito aggiungere  il fatto che mi sento felice  ed emozionato al tempo stesso, emozionato non tanto  perché mi trovo in questo luogo che è il Santuario della Giustizia  fra virgolette ma sono emozionato  perché in questo luogo, in questa sala, in questo palazzo  (i romani lo chiamano il Palazzaccio ), risuona  oggi la parola GESU’. E come vorrei che tutti noi potessimo essere l’eco  di questa parola, che  travalichi i muri di questo palazzo e vada ben oltre. Lo so e sono chiaramente consapevole  di questo, di parlare di persone  che come Voi  hanno una grande responsabilità all’interno della società. Persone consapevoli di amministrare  una giustizia  e consapevoli che  dietro ad ogni evento, dietro ad ogni fatto  che siete chiamati  a giudicare o a difendere   o ad accusare non ci sono semplicemente  le carte  ma c’è sempre all’origine   una persona che come me, come Voi, è stata amata da Dio, creata a sua immagine  e somiglianza, c’è sempre  dietro  ogni caso  che vi capita tra le mani una persona  che come me e come Voi è stata redenta dal sangue prezioso dell’agnello Cristo  Gesù, il Signore , Figlio del Padre,  il Santo di Dio.Voi amministrando la giustizia  nell’ambito della legislazione non vi fermate ad applicare  i codici e le leggi, che pur sono necessarie, ma dovete interpretarle  alla luce di Gesù Cristo che ci fa comprendere  che dietro ogni caso c’è  una persona creata da Dio, amata da Dio, una persona per la quale Gesù ha effuso il Suo Sangue.

 Sia dunque l’amore a guidare i vostri gesti, sia l’amore ad illuminare  i vostri giudizi , sia dunque  l’amore a determinare  le parole che dovete dire   in difesa  o in accusa , sia l’amore  a guidare il Vostro giudizio, l’amore inteso come rispetto.

Allora capite subito che il problema  della santità non è un problema  di provocazione , o se lo è, e’ una provocazione positiva, il problema della santità che riguarda tutti i cristiani è un problema o meglio una realtà  vissuta  che è totalmente  intrecciata con il nostro rapporto con Cristo Gesù  e la sua Parola.

Lasciatemelo dire  le leggi oggi  ci sono, domani saranno  cambiate,  e i codici oggi ci sono e vanno  rispettati, domani saranno cambiati, dico domani per dire in futuro, un codice  di ordinamento giudiziale  oggi c’è  ma domani  potrà essere cambiato, ma l’unico codice che non sarà mai cambiato è la Parola di Gesù che dura in eterno, quella Parola  di cui Pietro nel Vangelo dice rivolgendosi al Signore Gesù  “Tu solo hai parole  di vita eterna” .

Considerate  fratelli e sorelle  20 anni, 20 secoli di storia  cristiana .

Sono passati  imperi, regimi, sono passati ordinamenti giuridici, ma l’unica parola che è rimasta come segno indelebile scritto da Dio Padre  attraverso l’umanità  di Gesù Cristo è appunto la Parola di Gesù, il Vangelo. Se volete sapere  se, come e quanto la vostra vita è protesa  alla santità  non c’è da cercare  delle risposte  trascendentali , c’è solo da sapere che tipo di rapporto  avete dunque  con Cristo Gesù, con la Parola del Signore , che rapporto avete con il Vangelo.Vorrei  che vi interrogaste: quante volte ho letto il vangelo di Gesù,  la Parola di Gesù per intero, quante volte ho fatto riferimento  nei miei giudizi , nei miei comportamenti , nel mio modo di pensare, nel mio modo di comportarmi, quante volte  ho fatto riferimento a questa Parola  che non mi viene mai meno; “Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno mai”. Se non lo avete fatto mai, non solo devo dire che non siete protesi alla santità, ma devo  concludere semplicemente che avete dimenticato il vostro battesimo, la forza dirompente che nasce dall’essere cristiani, guidati dallo Spirito di Gesù che ci ricorda, in ogni passo del nostro cammino, in ogni passo della nostra storia la parola di Gesù. “Egli” dice Gesù nel Vangelo di Giovanni, lo Spirito Santo “vi ricorderà ogni mia parola”. Il che significa vi porterà ad applicarla in tutte le situazioni della vostra vita, e per situazioni intendo anche il nostro ministero, il nostro lavoro, il nostro impegno politico, sociale, economico e così via. Se abbiamo una forte coscienza cristiana, questa coscienza non può che coincidere con l’intimo convincimento che tante cose vanno rinnovate nella linea della verità, nella linea di una giustizia che non è scritta solo nei codici di comportamento ma che prima di tutto  deve essere riscoperta nel cuore di Dio Padre che è la sorgente della santità. Ma che significa “Siate Santi come il Padre vostro che è nei cieli è santo”. Avete visto nell’invito che vi è stato dato come alla fine di questa frase c’è una citazione.  Significa che questa frase è tolta dalla 1° lettera di Pietro. E’ un’ opera, una lettera che si trova  all’interno del Nuovo Testamento, quindi è Parola di Dio che ci giunge per mezzo di Pietro, 1° lettera di Pietro capitolo 1 vv. 14-16. Vorremmo per un istante leggerla insieme? Vogliamo rileggerla brevemente. Certamente saprete che per comprendere una frase non basta leggere la frase in sè ma bisogna coglierla nel suo contesto. E allora allarghiamo la nostra lettura ai versetti precedenti e a quelli che seguono. Comincerei a leggere dal versetto 13: “Perciò” scrive Pietro ai Cristiani, e quindi a ciascuno di noi, a tutti, ”dopo aver preparato la vostra mente all’azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà. Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: Voi sarete santi perché io sono Santo…”. Mi fermo qui ed il contesto ci dice che siamo in un omelia  scritta che l’autore rivolge ai neofiti, cioè a coloro che da poco hanno ricevuto il battesimo. Già il Battesimo. Il contesto ci obbliga a ricordarci che tutti abbiamo ricevuto il battesimo e che il battesimo in virtù della grazia ricevuta è la fonte della nostra santità dal momento che con il battesimo in tutto e per tutto siamo assimilati a Cristo. Mi viene in mente ciò che dice Giovanni Paolo II nella lettera enciclica “Novo millennio Ineunte”, scritta alla fine dell’anno giubilare: ”…Avere ricevuto il battesimo significa avere ricevuto una chiamata alla santità, la quale santità realizzata in noi dallo Spirito santo ci apre attraverso Cristo e in Cristo alla contemplazione del volto del Padre. D’altra parte nel mondo d’oggi…” continua il Santo Padre ”…c’è una diffusa esigenza di spiritualità…”. Allora come vedete c’è un legame profondo tra battesimo e santità. Uno quando sente parlare di santità pensa a chissà quale vita di penitenza, di ritiro, a quale vita miracolistica. Come già disse a suo tempo il Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium la santità  è una chiamata nativa dovuta al battesimo, una chiamata che coinvolge tutti i Cristiani. Non c’è una classe chiamata alla santità come i religiosi, le anime pie, le anime sante, devote, ma tutti siamo chiamati alla santità. Ma in che cosa consiste la santità? Ritorniamo al testo dell’esortazione petrina, nella 1° lettera di Pietro si dice “…Siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando  Gesù Cristo si rivelerà…”. Ritorna quanto detto prima che non c’è santità senza un rapporto personale e comunitario con Cristo. Già Cristo Gesù si è rivelato a ciascuno di noi. Probabilmente però questa rivelazione  di Gesù si è smarrita lungo il cammino del nostro vivere quotidiano. Già questa rivelazione di Gesù si è smarrita lungo le strettoie  del nostro cammino faticoso, lungo i sentieri difficili e forse anche dietro a tanti compromessi, o forse perché abbiamo scelto il carrierismo, l’affarismo, mammona al posto di Gesù. Avendo smarrito questo rapporto con Cristo ci rimane estraneo il cammino alla santità, perché la santità è proprio quello che Pietro ci dice qui: Cristo che si rivela ai nostri cuori, Cristo che viene accolto nei nostri cuori, Cristo che per mezzo dello Spirito continuamente ci fa memoria della sua Parola  perché ogni nostro comportamento deve essere dettato, ogni nostro giudizio deve essere mosso, ogni nostro comportamento deve essere improntato alla Parola di Dio  che lo Spirito Santo come memoria di essa fa emergere nelle profondità e dalle profondità del nostro cuore. Ma per averne memoria occorre averla nel cuore. C’è questa rivelazione di Gesù in noi, c’è questa Parola di Gesù dentro di noi ma probabilmente si trova sepolta sotto le macerie di tanti fallimenti, si trova sepolta sotto le macerie di tante frustrazioni esistenziali o sopra i falsi edifici che noi abbiamo costruito in onore al nostro carrierismo, in onore ai nostri favoritismi, servilismi o altro. Occorre tornare alla sorgente, scavare, buttare via queste sovrastrutture per ritornare con semplicità umile, con utilità semplice all’origine della nostra vita spirituale e umana che è Gesù Cristo. Dico spirituale e umana perché una vita autenticamente umana non può non coltivare una vera e autentica spiritualità. Allora diventare Santi non significa fare chissà che, significa far emergere dalla profonda memoria del nostro cuore  attraverso lo Spirito Santo la Parola di Dio Cristo Gesù come ispiratrice di tutto ciò che siamo, di tutto ciò che facciamo e perché no di tutto ciò che abbiamo. Siamo così talmente divisi tra l’essere e l’avere che questa divisione ha portato la perdita della nostra identità o per meglio dire è come se avessimo due identità, una sul piano dell’avere l’altra sul piano dell’essere. O meglio una doppia identità che naturalmente, quando le cose si sdoppiano avviene sempre così, è una identità mascherata perché la dove c’è divisione non c’è pace, non c’è unità interiore. La santità è un cammino verso il recupero dell’unità interiore e quindi non è un rinnegamento di sé, ma la santità è esaltazione di sé. Voi potreste dirmi, Gesù dice “… Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua…” e tu ci vieni a dire che la santità è esaltazione di se stessi! Si lo affermo, lo affermo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la forza.Perché rifacendomi anche alle parole  del Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium  più ci avviciniamo a Dio più l’uomo diventa se stesso. Quel “…Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi se stesso…” deve essere letto in un’altra prospettiva, nel senso del rifiuto di ogni logica dettata dall’egoismo, dalla superbia e dall’orgoglio; rinnegare se stessi a se stessi per  divenire dono fatto da Dio agli altri, donati da Dio per mezzo di Gesù agli altri. Allora la vita diventa servizio e quando diventa servizio allora è già avviata verso la santità. Ecco allora la Parola di Dio l’abbiamo nel cuore, la rivelazione di Gesù l’abbiamo nel cuore. Dobbiamo ritrovarla smantellando via tutte le sovrastrutture che abbiamo costruito sopra. Avremo mai questo coraggio di prendere pala e piccone per picconare e spalare cosicché il nostro cuore ritorni ad essere il giardino della Parola di Dio, quel giardino che porta frutti, fiori di cui Dio possa gloriarsi? Capite allora in ultima analisi la santità è rendere felice Dio per la mia vita, una vita intesa come dono di amore, una vita intesa come servizio, una vita totalmente permeata dalla Parola di Dio. Allora Dio, il Padre è felice, come nell’ambito  delle nostre famiglie un padre è felice quando il proprio figlio si realizza, realizza la propria vita. Così Dio nostro Padre è felice quando realizziamo la nostra  vita e non c’è altra realizzazione se non realizzarla in Cristo Gesù, per mezzo di Cristo Gesù, a nome , a lode e gloria di cristo Gesù per la gloria del Padre nello Spirito Santo. E torniamo al testo di Pietro. Dice “ … come figli dell’obbedienza non conformatevi ai desideri di un tempo quando eravate nell’ignoranza…”. “…Figli dell’obbedienza…”. Lo capite, qui Pietro parlando ai neofiti e quindi a noi che stiamo o che vogliamo riscoprire la forza d’urto del battesimo dentro la quale è iscritta la nostra chiamata alla santità, Pietro ci sta dicendo che siamo figli dell’obbedienza. L’obbedienza di chi? “…Figli dell’obbedienza…”. Chi è l’obbediente per eccellenza? E’ Gesù Cristo che nella sua vita ha avuto sempre come riferimento la volontà del Padre. “…Il mio cibo è la volontà del Padre…”. Cristo Gesù è l’obbediente per eccellenza il quale, come dice Paolo,  “…si è fatto obbediente sino alla morte, alla morte di croce…”. Ed  è proprio la morte di croce che deve essere letta come servizio d’amore più grande che Gesù compie nei confronti del Padre. Se noi dunque possiamo valorizzare  la nostra vita nel senso della santità, se noi possiamo esaltare la nostra vita di valori cristiani è perché siamo nati nella dignità di figli di Dio proprio da quella obbedienza. Per questo Pietro ci chiama noi tutti cristiani “…figli dell’obbedienza…” e in nome di questa figliolanza  ci è aperta la porta verso la santità.  Scrive ancora Giovanni Paolo II nel Novo millennio Ineunte “…Le vie della santità sono molteplici e  adatte alla vocazione di ciascuno. E’ ora di riproporre a tutti con convinzione questa misura alta della vita cristiana, che è una via ordinaria non straordinaria. Tutta la vita della comunità ecclesiale, delle famiglie, dei singoli cristiani deve portare in questa direzione. Ma è anche evidente che i percorsi della santità sono personali perché ognuno di noi ha una propria via da percorrere all’interno del proprio vissuto e della sua storia. E’ anche evidente che i percorsi  della santità sono personali ed esigono la vera e propria pedagogia della santità che sia capace di adattarsi ai ritmi delle singole persone…”. Dunque non c’è una santità uguale per tutti ma c’è una santità che lo Spirito Santo personalizza per ciascuno di noi facendoci scoprire il piano di Dio, il disegno di Dio per ciascuno di noi. Perché ognuno di noi è un sogno di Dio , perché ognuno di noi è un disegno di Dio, un progetto di Dio e la nostra vita totalmente riuscita, totalmente realizzata quando avremo centrato questo obiettivo che è deposto nel cuore del Padre e che dal cuore del Padre è travasato nel cuore di Cristo. E chiudo, fratelli e sorelle, sono francescano, lasciatemi che mi rifaccia un po’ a Francesco. Lasciatemi concludere con una splendida invocazione di Francesco di Assisi che ci aiuta ulteriormente a capire quando e quanto e come noi siamo sulla via di una vita perfettamente riuscita sul piano della volontà di Dio. Francesco scrive così in una delle sue celeberrime preghiere, si rivolge a Dio con un “TU” amicale e tra le altre cose GLI dice  “Tu sei il bene, ogni bene,il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero, Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine…” faccio riferimento alle Lodi al Dio Altissimo. Allora siamo su una via  perfettamente riuscita perché abbiamo centrato l’obiettivo del cuore di Dio travasato nel cuore di Cristo quando ognuno di noi in sincerità di cuore e in una libertà che si guadagna giorno per giorno, a fatica spesso, con il sudore della nostra fronte, in piena libertà quando ognuno di noi può dire al Signore “Tu sei il mio bene, ogni bene, tutto il bene”. Se ci sono altri beni che sono “più belli” del Signore, allora ancora non siamo sulla via  di questa vita perfettamente riuscita e realizzata. “…Tu sei amore e carità, Tu sei umiltà, Tu sei pazienza, Tu sei bellezza…”. E concludo con questa preghiera di Francesco che con un “TU” amicale dice a Dio “…Tu sei Bellezza…”. Bene la santità è farsi affascinare da questa meravigliosa, inenarrabile, indescrivibile, ineffabile ma raggiungibile (attraverso Cristo Gesù, Via – Verità – Vita),  bellezza che è DIO. La santità è farsi affascinare da questa bellezza, è quindi chiudere gli occhi perché digiunino da ogni falsa bellezza  che è rappresentata dai beni di questo mondo per aprirli mediante il dono dello Spirito Santo alla contemplazione del volto trinitario di Dio. Non che nel mondo non ci siano cose belle, ce ne sono, ma devono essere viste con l’occhio della bellezza fondamentale che è solo nel mistero di Dio che è amore, solo amore, nient’altro che amore. Alleluia.