Siate realisti chiedete l’impossibile

22 Nov 2009 | 1999-2003

La Conferenza del 3 dicembre 2001 inizia con il saluto del Presidente del Consiglio dell’Ordine di Roma, Avv.Federico Bucci, il quale aggiunge: ” in questa aula noi continuamente svolgiamo convegni giuridici e non strettamente giuridici; da qualche anno per mezzo della nostra Collega Avv.Catenaro hanno luogo queste manifestazioni spirituali; è un’emozione quindi per noi, per me personalmente, che ho presenziato ben altre occasioni culturali, dare la parola a questi nostri amici che ci dedicano un po’ del loro tempo e del loro spirito”.

SIATE REALISTI CHIEDETE L’IMPOSSIBILE

La prima relazione di oggi – asserisce l’avv. Catenaro – è dal titolo “Siate realisti chiedete l’impossibile”, questa frase viene estrapolata dal dramma Caligola scritto da Albert Camus. Desidero iniziare nel leggere quanto Camus mette in bocca a Caligola.

Caligola si guarda allo specchio, parla a se stesso e dice: ” Sembra tutto così complicato. Eppure è così semplice: avessi avuto la luna, o Drusilla, il mondo, la felicità, sarebbe stato diverso. Tu lo sai, Caligola, che potrei essere tenero. La tenerezza! Ma dove trovarne tanta da soddisfare la mia sete? Dove trovare un cuore profondo come un lago? Non c’è niente che mi vada bene, né in questo mondo né in quell’altro. Eppure sono certo, ed anche tu lo sei, che mi basterebbe l’impossibile. L’impossibile! “

Ecco, vediamo come nel cuore dell’uomo, nonostante oggi scelga qual è la cosa buona per sé, cos’è che desidera per la sua vita, nonostante scelga una sua coscienza, si dà dei propri valori etici, nonostante riesca a raggiungere il potere, a raggiungere l’apice della gerarchia sociale, come Caligola, dentro il suo cuore ha questo desiderio profondo di tenerezza, desiderio di un cuore profondo, desiderio di un amore che niente e nessuno riesce a colmare; dentro il cuore dell’uomo c’è questo desiderio dell’impossibile.

Allora la frase ” Siate realisti chiedete l’impossibile ” esprime un paradosso, cioè un’asserzione incredibile.

L’aggettivo impossibile sta ad indicare qualcosa di inattuabile, irrealizzabile, difficilissimo, assurdo, ineseguibile. Subito si interpone un interrogativo: come si fa ad essere realisti e a chiedere l’impossibile?

Come si fa , secondo un sentire umano ad essere realisti e a chiedere l’impossibile?

La razionalità, la nostra intelligenza, la nostra cultura, la realtà sembrano dirci il contrario; anzi ci dicono: credi a quello che vedi con gli occhi sensibili, guarda la concretezza delle cose che ti circondano, ed in questo guardare resta sempre nell’uomo un desiderio forte di qualcosa che va al di là di quello che ti sembra di palpare con mano.

Così l’uomo fa l’esperienza della sua impotenza di fronte a cose impossibili.

Reale ed impossibile sembrano termini inconciliabili.

Cos’è che fa sì che l’uomo possa toccare l’impossibile? La risposta è nel cristianesimo.

E dove è? Non nel bigottismo, non nel seguire Cristo in Chiesa la domenica per mero rispetto di leggi che si seguono solo per dovere cristiano o per compiacere il marito, la moglie o la madre.

L’impossibile lo si tocca solo a seguito di un avvenimento imprevisto ed imprevedibile, non programmabile, con comprabile a nessun prezzo; non c’è nessuna tangente per incontrare l’impossibile, non si può pagare nulla per incontrare Colui che è l’Impossibile, perchè l’Impossibile è una persona è lo Spirito santo.

E’ l’incontro con Dio vivo che segna in maniera radicale la vita di una persona tant’è che esisterà da quel momento un prima ed un dopo.

Solo nel momento in cui sperimento la potenza di Cristo nella mia vita entro nella logica di Dio, entro nella logica che a Dio tutto è possibile, pertanto nella mia vita tutto è possibile se io sono di Dio.

Quest’accadimento noi lo analizziamo in un esempio molto semplice.

E’ l’esperienza di Zaccheo (Lc 19,1-10). Quest’uomo, capo dei pubblicani e ricco, esattore della dogana di Gerico la cui fama era pessima in quanto gli esattori erano considerati pubblici peccatori, disonesti, avidi; Zaccheo sapeva che Gesù sarebbe passato dalle sue parti, allora preso dalla curiosità s’ingegna, sale su un sicomoro per tentare di vedere Gesù tra la folla, questo suo gesto così ardito, pur se mosso dalla semplice curiosità, viene premiato; il suo desiderio di vedere con gli occhi della carne Gesù viene esaudito perché riesce ad incontrare Cristo nel suo intimo ed a riconoscerlo. Infatti, quando Gesù giunse sul luogo, alzò lo sguardo e gli disse.” Scendi Zaccheo perché oggi debbo fermarmi a casa tua” . Quest’ometto scende in fretta dall’albero e lo accoglie pieno di gioia, fa strada a Gesù che entra nella sua casa ed in modo imprevisto ed imprevedibile entra nella sua vita ed in Zaccheo, che all’inizio sembrava mosso dalla semplice curiosità di vedere chi fosse Gesù, si realizza l’impossibile, cioè un cambiamento radicale del suo modo di vedere le cose, la vita, i valori, entra nell’ottica della giustizia.

Nel riconoscere Cristo, infatti, riconosce il suo peccato e spontaneamente dice:” Ecco Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto” .

Quel giorno Zaccheo è stato pronto ad accogliere Gesù ed è stato aperto allo Spirito che gli ha permesso di riconoscere Cristo e di prendere la decisione di cambiare la propria vita.

Se l’esempio di Zaccheo è quello della apertura allo Spirito che riesce a fare di lui una persona nuova, una persona libera, l’esempio inverso invece è dato dal giovane ricco in Mt 19,16 o dall’ uomo ricco citato in Mc 10,17-27 il quale resta nella sua chiusura e non riesce a comprendere la possibilità che il Signore gli offre: quello di essere liberato dall’attaccamento ai beni.

Infatti, pur prendendo egli stesso l’iniziativa di interrogare Gesù dicendogli “Maestro buono che cosa devo fare per avere la vita eterna?”, Gesù gli rispose “Tu conosci i comandamenti …” ” certo queste cose le osservo fin dalla giovinezza” Allora Gesù che ben conosceva il cuore di quell’uomo gli disse: “Una sola cosa ti manca: và vendi quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi” Ma egli rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, perché aveva molti beni.

Ecco che l’attaccamento alle ricchezze non ci permette di incontrare Cristo, non ci permette l’apertura allo Spirito santo. Allora Gesù, commentando con i suoi discepoli disse:” Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio” I discepoli rimasero stupefatti e Gesù rincara la dose:” Figlioli com’è difficile entrare nel regno di Dio! E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio” Essi erano sbigottiti ma non perché avessero ricchezze materiali, perché noi sappiamo che erano pescatori, ma perchè pur poveri si rendevano conto di avere molti beni e per questo avevano paura, perché avevano anche loro degli attaccamenti.

Noi oggi potremmo dire che abbiamo il nostro attaccamento al potere, il nostro attaccamento alla poltrona, il nostro attaccamento allo Studio megagalattico, il nostro attaccamento ad avere amici super qualificati che ci possano aiutare, abbiamo i nostri attaccamenti: dobbiamo avere la pelliccia, dobbiamo avere il consumismo che ci dilania, dobbiamo avere una immagine che non è la nostra;infatti non è l’immagine del figlio di Dio, perché il figlio di Dio è libero, nonostante le ricchezze.

La libertà non sta nel non avere le ricchezze, la povertà evangelica vera è la povertà dello spogliamento interiore.

Il Signore non ha bisogno delle nostre ricchezze, dei nostri soldi, non ci vuole togliere quello, vuole che noi siamo liberi interiormente perché con il distacco da questi beni possiamo sperimentare la libertà di figli di Dio.

Ed allora i discepoli esclamarono ” E chi mai si può salvare?” Gesù guardandoli, disse: “Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio” e pertanto, è possibile a chi crede.

(La presunzione unica dell’uomo è che è lui che decide cos’è il bene e cos’è il male e poi sperimenta la disperazione che vi sia qualcuno che possa provvedere.)

Zaccheo appartiene a quella categoria di persone di cui Gesù aveva detto:” E’ più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno dei cieli“(Lc 18,25).

In lui si realizza questo miracolo, egli è la figura della potenza di Dio che sa trasformare un uomo capovolgendogli la direzione della vita.

Allora da questi due esempi possiamo estrapolare che solo l’apertura allo Spirito santo ci fa entrare nella logica dell’impossibile.

Allora diciamo che lo Spirito Santo è la parola, il nome teologico che esprime l’impossibile.

La storia del cristianesimo è costellata di ipotesi in cui la realtà e l’impossibilità si fondono, anzi l’impossibile che si fa reale.

Siamo in periodo di Avvento ed allora ricordiamo come ( Lc 1,31-35) “L’Arcangelo Gabriele apparve a Maria e le disse: “Ecco concepirai un figlio…” Ed Ella “Come è possibile?”. “Lo Spirito santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”; ed ancora in Lc 1,37″Elisabetta nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e tutti la ritenevano sterile” e dice la scrittura: “nulla è impossibile a Dio”.

Allora dall’incontro con Dio ne emerge che si entra nella logica di Dio, nella logica cioè che tutto è possibile a Dio. I casi sono tanti disseminati in tutta la scrittura , per esempio in Is.42,10-16 leggiamo ” Farò camminare i ciechi per vie che non conoscono, li guiderò per sentieri sconosciuti, trasformerò davanti a loro le tenebre in luce, i luoghi aspri in pianure”. E nel Sl 134,1-12 leggiamo ” Tutto ciò che vuole il Signore lo compie, in cielo e sulla terra, nei mari e in tutti gli abissi”.

Ma è bello ricordare, pensare, e riflettere su alcuni esempi eclatanti di impossibilità realizzata: una vergine che si fa madre,

un cammello che passa entro la cruna di un ago,

una prostituta che diventa santa,

un Dio che si uomo,

Pietro che rinnega per ben tre volte il Signore e diviene capo della Chiesa;

tutto questo è paradossale.

L’incontro con Cristo ti fa entrare nella logica dell’impossibile, ti dà l’audacia di chiedere l’impossibile : in Lc 17,6 “Se hai fede quanto un granellino di senapa dì a quest’albero sradicati e questo accadrà”.

Accadrà il tuo cambiamento, accadrà il miracolo nella tua vita, accadranno i miracoli attorno a te, miracoli di qualsiasi genere, non soltanto di conversione ma anche di guarigione, di liberazione, perché il Signore libera i prigionieri, perché il Signore ci fa rendere conto della nostra schiavitù, e lì viene sradicato l’albero che è dentro di noi, che è incancrenito dentro di noi; soltanto la potenza dell’Altissimo può renderci conto di questo.

Allora concludendo, se fossimo in una comparsa conclusionale direi: riassumendo concludendo dico : cos’è che ha reso possibile a Maria il concepimento nonostante la verginità? La sua apertura allo Spirito.

Cos’è che ha reso possibile a Pietro peccatore di diventare capo della Chiesa? La sua obbedienza a Cristo di rimanere nel cenacolo, insieme agli altri apostoli spaventati dopo la morte di Gesù, per chiedere e ricevere lo Spirito santo .

Cos’è che ha fatto di quegli apostoli spaventati di fare la stessa fine di Gesù e per questo barricati dentro il cenacolo, delle persone capaci di annunciare con franchezza il vangelo, di essere liberati dalla paura e di uscire dal cenacolo? L’aver ricevuto lo Spirito santo.

Cos’è che ha fatto di quella prostituta Maria Maddalena una santa? L’essersi piegata ai piedi di Gesù, avergli lavato i piedi con le sue lacrime ed aver accolto il suo amore. Gli occhi dell’amore di Cristo che ti guardano e non ti condannano.

Infatti alla donna Gesù disse: “neanch’io ti condanno”.

Pertanto, è lo Spirito santo che rende possibile ciò che è impossibile, prepariamoci quindi ad accogliere con animo aperto lo Spirito santo.