Saluto del Presidente del Consiglio dell’Ordine di Napoli

21 Nov 2009 | 1999-2003

Saluto del Presidente del Consiglio dell’Ordine di Napoli –

Avv. Francesco Landolfo

– Io prendo la parola di buon grado, ma soltanto per porgere il saluto del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli che ho l’onore e il privilegio di presiedere e di rappresentare.

Debbo plaudire all’iniziativa che ci vede insieme questa mattina e in particolare un ringraziamento va al collega carissimo Mario Santoro, presidente delegato della biblioteca nella quale ci troviamo. Santoro è sempre sensibile rispetto alle iniziative che ci vedono impegnati, soprattutto sul piano spirituale. Mi piace anche il titolo del convegno: “Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro avvocato”. Ecco, l’aspirazione è che gli avvocati siano, come d’altra parte diceva la preghiera che abbiamo letto poc’anzi, scrupolosi osservanti delle regole, deontologiche in particolare, ed abbiano presente sempre l’insegnamento che ci viene dal nostro Creatore. Io logicamente parlo ai colleghi che sono dei credenti. Io vado fiero di essere tra costoro. Io sono un credente e sono anche un praticante, per cui vorrei che tutti gli avvocati facessero la stessa cosa. Un ringraziamento particolare alla collega Catenaro, la quale è veramente encomiabile per l’impegno che profonde nell’organizzare questi incontri. Un saluto ovviamente devoto, va al Padre Ildebrando Scicolone, che io ringrazio a nome del Consiglio. Ella saprà che la Biblioteca è un ente morale autonomo, che però è legato, dipende dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. L’Ordine degli Avvocati di Napoli è l’Ordine più glorioso d’Italia. Lo possiamo ben affermare nel momento in cui noi ci troviamo in questa meravigliosa biblioteca, che è la biblioteca giuridica più importante d’Europa. Qui vennero celebrati i processi del 48 e qui venne condannato a morte Luigi Settembrini, proprio in questo locale nel quale ci troviamo.

Ringrazio ancora voi tutti che siete presenti. Non siamo molto numerosi però siamo tutti quanti uniti da, comune desiderio di portare avanti il discorso di cui alla preghiera letta. Grazie.