Avv. Anna Catenaro

21 Nov 2009 | 2004-2010

Avv. Anna Catenaro

Possiamo invitare l’Ambasciatore con la sig.ra Francesca che oggi ci darà questo servizio d’interprete e quindi ascolteremo questo intervento che è più che altro una testimonianza. Prego Ambasciatore.

Applausi.

 Ambasciatore Tony Hall.

Grazie Anna e Francesca. Sono molto contento di essere qui oggi.

Applausi

Io sto studiando la lingua ma io parlo un pò italiano. Io vorrei parlare in inglese, ok? Va bene? Grazie.

Applausi.

 

Sono molto lieto di essere qui. Sono venuto con mia moglie ed alcuni amici. Siamo molto felici di essere qui con voi. Recentemente sono stato in Etiopia e c’erano sette milioni di persone che conducevano una vita a rischio. Ovvero, in un solo Paese, in questo momento, ci sono sette milioni di persone che si trovano sull’orlo della morte a causa della fame, e… questa dovrebbe essere una buona annata per l’Etiopia proprio perché è un anno di piogge e i raccolti sono discreti, eppure in un solo Paese sette milioni di persone stanno morendo di fame.

Abbiamo visto non vi so dire quante persone malate, sofferenti, malati di AIDS, bambini rimasti orfani, che soffrono tutti per la fame. Prima che si concluda questa giornata, la giornata che stiamo vivendo, 25 mila persone saranno morte per la fame. E 25mila ne sono morte ieri, 25mila ne moriranno domani.

Oggi due miliardi di persone guadagnano meno di due dollari al giorno.

Ed in Etiopia il reddito annuo medio equivale a poco meno di 100 euro l’anno a persona.

Che cosa dice a questo proposito Dio, che cosa dice Gesù? Il sacerdote che mi ha preceduto ha detto cose molto significative sulla verità e sulla Scrittura e su molte cose che ha detto Gesù stesso.

La Bibbia è piena di citazioni che parlano di chi soffre la fame, di chi è malato, di chi è in prigione, di chi è abbandonato.

A questo proposito addirittura ci sono oltre 2.500 versetti, almeno, che parlano di cose di questo genere. Avrete forse sentito parlare del capitolo 25 del Vangelo secondo Matteo, credo che sia uno dei brani che meglio parlano di come dobbiamo trattare i poveri.

Se avete la possibilità, leggetelo questo capitolo del Vangelo che parla di questi :‘i più piccoli dei miei fratelli’.

Alcune delle persone con cui ho parlato qui, alcuni dei vostri colleghi si occupano proprio dei poveri nella loro professione, li assistono legalmente.

Ci sono un paio di versetti nel libro dei Proverbi che sono molto particolari, dove Dio dice: ‘Se tu curi il povero, se tu sei attento a lui, tu mi rende onore’. E dice una cosa molto simile un paio di capitoli più tardi, al capitolo 19 dei Proverbi: ‘Se tu aiuti il povero, tu fai un prestito al Signore’. Io trovo incredibile questo fatto, che noi possiamo fare un prestito al Signore, onorare il Signore, aiutando i poveri.

E Dio è compiaciuto quando noi facciamo questo, e Lui non lo dimentica.

Io sono diventato credente e ho incontrato Gesù Cristo 25 anni fa.

Ero parlamentare, membro del Congresso da un anno.

Avevo circa 37 anni. Fino a quel momento avevo una vita di grandi successi.

Ero un atleta, un giovane uomo d’affari, un Senatore a livello di Stato in Ohio, e poi sono entrato a far parte del Congresso statunitense.

Avevo soldi, stima e una posizione di rilievo.

Semplicemente nel mondo godevo di successo.

Ma sentivo che qualche cosa non andava dentro di me.

Mi sentivo vuoto. Mi sentivo vago. Ero stanco del modo in cui cominciavo a pensare. Cominciavo ad essere egoista, orgoglioso e questo mi faceva male dentro.

Sentivo che dovevo cambiare qualche cosa nella vita.

Attraverso una serie d’incontri, attraverso una colazione di Preghiera, attraverso l’intervento di una persona nella mia vita, Gesù è entrato dentro la mia vita.

Può sembrare un poco strano, ma in effetti, fondamentalmente mi sono innamorato di Gesù.

E la mia vita cominciò a cambiare, nei confronti di mia moglie, dei miei figli e del mio lavoro. Era incredibile costatare quale trasformazione stava avendo luogo.

Avevo un amico a quel tempo che veniva, passava del tempo con me, leggevamo le sacre Scritture insieme, pregavamo insieme, discutevamo un pò come ha suggerito il sacerdote, vedevamo il collegamento tra la Scrittura e la nostra vita concreta.

Questo amico che mi assisteva in questo cammino, a un certo punto mi disse: ‘Non pensi che sia giunta l’ora di portare Dio nel tuo posto di lavoro?’

Io dissi: ‘sono d’accordo, sì, però come si fa questa cosa, perché io non so, non voglio imporre Dio a nessuno, non voglio inculcarlo nella gente, non voglio avere una spilla con la scritta ‘Amo Dio’ o cose di questo genere’.

Allora ho cominciato a pregare a questo proposito e a chiedermi nella preghiera come    io avessi potuto manifestare questo cambiamento nella mia vita senza essere una persona che parla di Dio e che poi d’altra parte fa il politico, fa l’uomo importante e suona falso.

Io non volevo essere questo falso per il resto del mondo.

E non molto tempo dopo, nell’84, mi recai proprio in Etiopia.

Era la prima volta che andavo in quel Paese. Era un momento di grande carestia in terra etiope, 6 / 7 mila persone al giorno morivano a causa della carestia.

Un giorno mi recai in una zona recintata che si trovava più all’interno rispetto alla capitale Addis Abeba per andare a trovare le suore della Carità, le Missionarie fondate da Madre Teresa.

E il dottore che mi accolse, mi disse. ‘Vieni con me, voglio che tu venga con me nel campo che è stato invaso da persone che vengono a cercare assistenza. Io purtroppo dovrò selezionare 6 o 7 bambini perché è tutto quello che possiamo fare e io vorrei che tu venissi con me. In quel campo si erano radunati migliaia di bambini e purtroppo noi ne dovevamo scegliere 5 o 6 non di più, e gli altri erano condannati a morte. C’erano  queste migliaia di persone che pensavano che io fossi un dottore e sollevavano i loro bambini dicendo: ‘Dottore, prendi questo bambino’.

Purtroppo, ne abbiamo potuti prendere pochi.

Fu una giornata dalla quale mi fu molto difficile riprendermi.

Quello stesso giorno mi recai su un altopiano dove si erano radunate 50 mila persone che avevano sentito dire che ci sarebbe stato cibo, assistenza medica, e assistenza per i poveri.

Queste 50 mila persone che si erano radunate lì alla ricerca, in attesa di alimenti, cibo e medicine, videro che non c’era nessuno, si stesero e cominciarono a morire.

É stato un evento difficile da superare, un evento che non dimenticherò mai.

Tornato a casa, ricominciai a pensare a ciò che mi aveva detto il mio amico: ‘É ora che tu porti Dio nel tuo posto di lavoro’.

Quindi cominciai a meditare, a pensare alle Scritture, a quei 2.500 versetti che parlavano dei poveri, e a quello che avrei potuto fare nel Congresso, aiutare i poveri in Etiopia, nel mio Paese, nel mondo intero.

E nell’ambito del Congresso abbiamo promosso leggi a protezione dei poveri, abbiamo stanziato maggiori fondi per dar loro da mangiare, per farli vaccinare. Abbiamo passato anni ad occuparci dei poveri.

Quindi, così avevo trovato il modo in cui avrei potuto portare Dio nel mio posto di lavoro.

Avrei lavorato col mio lavoro quotidiano, avrei amato Dio, avrei aiutato i poveri. Oggi sono l’Ambasciatore degli Stati Uniti presso le Agenzie ONU ubicate a Roma. Sono Ambasciatore degli Stati Uniti presso la FAO.

Sono Ambasciatore presso il Programma Alimentare Mondiale e anche presso l’IFAD.

Insieme a queste organizzazioni riusciamo a nutrire 110 milioni di persone ogni anno.

Il lavoro che viene effettuato qui a Roma in questo senso è incredibile.

Gli Stati Uniti forniscono un contributo al Programma Alimentare Mondiale che equivale al 57 % di tutti gli aiuti alimentari che sono dati nel mondo. Il rimanente 43% è il contributo degli altri Paesi. Non dico questo per elogiare gli Stati Uniti, ma semplicemente per dirvi che negli Stati Uniti c’è veramente molta attenzione a dare da mangiare ai poveri e questo non sempre viene riconosciuto.

E permettetemi di fornirvi ancora qualche statistica. Questi 110 milioni di persone che noi riusciamo a nutrire, costituiscono solo il 10% del totale di quelli che devono essere sfamati.

Il 90% delle persone nel mondo che hanno fame, i rimanenti 810 milioni di persone affamate, non le riusciamo a raggiungere…

Si può fare meglio. Si può fare molto di più.

Penso che questo fare di più spetti proprio a noi, a chi ama il Signore; ci sono anche due aspetti da considerare: c’è la mancanza di volontà politica così come la mancanza di volontà spirituale.

So che alcuni di voi aiutano i poveri, lavorano a loro favore e quello che io faccio forse non  sembrerà gran cosa, sembra poca cosa. Ma, una volta qualcuno disse questa cosa a Madre Teresa, ‘Non pensi che quello che stai facendo è solo una goccia in un secchio d’acqua?’. E lei disse: ‘Non è una goccia nel secchio, è una goccia nell’oceano’. Ma poi prosegue Madre Teresa: ‘Se io non lo facessi, ci sarebbe una goccia di meno’.

Quando si agisce in questo modo per fede, Dio è là, provvede col suo sostegno, e aggiunge la sua potenza’.

Non c’è molto da dire, da annunciare a tal proposito  da parte vostra.

Quando voi siete con Dio, quando vi riunite nel nome di Dio, Dio dà una potenza particolare a queste persone.

Io ho visto questo fatto tantissime volte, ho girato 115 paesi, ho visto quest’esperienze moltiplicarsi in tutti questi paesi.

Recentemente il mio amico John è venuto con me, come parte della delegazione che si è recata in Etiopia, una delegazione di 15 persone.

Uno dei membri di questa delegazione non credeva, non credeva in Dio. Non ne sapeva molto. Ma siccome questa persona stava con noi, ha visto cosa facevamo, ha visto queste persone meravigliose in Etiopia, la sua vita ne è uscita completamente trasformata. Alla fine del viaggio questa persona mi ha detto: ‘Io comincerò a leggere la bibbia e comincerò a credere in Gesù’.

Non c’è nulla da imporre a nessuno, la gente semplicemente lo vedrà in voi.

E la gente vi guarderà e si chiederà: che cosa c’è di diverso in te? Anche io voglio questa cosa.

Quindi, ecco cosa volevo condividere con voi.

Vi voglio ringraziare, voglio ringraziare Francesca l’interprete, e voglio anche ringraziare Anna che mi ha invitato ad essere qui con voi.

Sarò felice di rispondere ad eventuali domande che vorreste rivolgermi. Grazie. 

Applausi.

I Colleghi degli U.S.A.

I Colleghi degli U.S.A.