P. Ildebrando Scicolone

21 Nov 2009 | 2004-2010

P. Ildebrando Scicolone

” Lo Spirito di Verità vi introdurrà alla Verità tutta intera” ( Gv 16,13)

 

É la seconda volta che mi capita di parlare su invito di Anna. É stato il mese scorso  a Napoli ed oggi qui a Roma e devo ringraziarla perché mi ha fatto pensare ad un aspetto della vita che io non avevo mai considerato perché normalmente io mi occupo di liturgia e a celebrare la liturgia sono i cristiani, non gli avvocati. Vero è che qui io penso di parlare ad avvocati, o a magistrati di ispirazione cristiana. Mi riesce difficile pensare che sia venuto qui qualcuno che non abbia questa ispirazione e quindi dò per scontato che un pò di Vangelo, di Sacra Scrittura la conosciamo un  tutti.

Mi ha fatto pensare, dicevo, ad un aspetto della Scrittura, la Bibbia, Vangelo, al quale non avevo mai pensato perché quando mi ha detto: ‘Noi normalmente partiamo da un testo biblico’. Allora io ho dovuto pensare a qualche testo biblico.
Eravamo nel contesto della Pentecoste, cioé della Celebrazione della discesa dello Spirito Santo e sono andato a cercare nel Vangelo di Giovanni e così ho trovato nei capitoli 14, 15 e 16 tre frasi che si inseriscono proprio nel discorso o nel tema processuale, giudiziario. A Napoli il titolo era: «Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Avvocato». La Bibbia nostra traduce qualche volte Consolatore, ma di per sé Paraclito significa Ad Vocatus.

Oggi il tema è dal capitolo 16, “Lo Spirito…”- dice Gesù – “Lo manderò a voi,( il Paraclito), e quando Egli verrà, confuterà il mondo in fatto di peccato, di giustizia e di giudizio’. ‘In fatto di peccato perché non credono in me, in fatto di giustizia perché io me ne vado al Padre e voi non mi vedrete più e in fatto di giustizia, perché il Principe di questo mondo è già giudicato”.

Sembrerebbe di stare proprio in un’aula di tribunale. “Ancora molte cose ho da dirvi, ma non le potete portare per ora. Quando verrà lo Spirito di Verità, Egli vi guiderà in tutta la Verità. Non parlerà infatti da Se stesso, ma quanto sentirà, dirà, e vi annuncerà le cose venture. Egli mi glorificherà, ecc…ecc… Perché prenderà da me, ve lo annunzierà”.

Gesù fa questo discorso ai suoi discepoli e Giovanni lo colloca alla sera del Giovedì santo. Non capiscono nulla quella sera, lo capiranno il giorno di Pentecoste.

Quando Giovanni scrive la parola Verità, cosa intende?

Già all’inizio del Vangelo abbiamo questa parola, quando parla della “Legge”.

“La legge fu data per mezzo di Mosé ma la grazia e la Verità è stata fatta per mezzo di Gesù Cristo”; dunque c’è la legge mosaica, la legge antica – prefigurazione del compimento; invece con Cristo è arrivata la Verità, cioè la realtà – rispetto alla figura – e la Grazia.  Non è che qui si parla di grazia e giustizia come il titolo del Ministero, però capite, le parole sono quelle… Dunque, la Legge, la Grazia e la Verità.

Per Giovanni la Verità significa la Verità dei fatti, non Verità di dottrina, cioè delle frasi.

Capire la Verità significa riconoscere il fatto e il fatto è Gesù Cristo.

La novità é Gesù Cristo. Per cui leggere le vicende della vita di Cristo, comprendendole. Perché finora i discepoli non avevano capito?

Ma non soltanto il fatto della sua passione… morte. Capire quello è già importante, ma quello che significa poi alla luce della Risurrezione, tutto quello che Gesù aveva detto. Che significa capire la Verità? Capire la Verità non da un punto di vista umano, o quello che noi pensiamo essere la verità di questo mondo, ma la Verità assoluta… è quella che supera gli interessi di questo mondo, ed è la Vera Verità, cioè uno si domanda allora perché Gesù Cristo è morto.

Per rendere testimonianza alla Verità. Era già morto Giovanni Battisti… bisognava arrivare fino a morire? Quanti sono morti per la verità!

Giovanni Battisti era morto per rendere testimonianza alla Verità. Gesù è morto per che cosa? Vi farà capire lo Spirito Santo.

E’ morto per risollevare l’uomo dalla condizione mortale e farlo entrare nella condizione divina.

É la Risurrezione il grande messaggio del Vangelo.

Anzi, il Vangelo è la Risurrezione. Ora questo non si può non capire se non con l’aiuto dello Spirito Santo.

I primi a capirlo saranno gli stessi discepoli che poi diventeranno apostoli e  che lo annunceranno agli altri. La Verità tutta intera significa la Verità su Gesù Cristo e la Verità delle parole di Gesù Cristo. Per esempio, una di queste parole che lo Spirito fa capire ai discepoli, è il discorso delle Beatitudini.

Come fai tu uomo, senza lo Spirito, a capire, o a credere, ad accettare ‘Beati voi poveri’ o ‘Beati i poveri di spirito’, ‘Beati quelli che piangono’, ‘Beati quelli che soffrono persecuzioni’, ‘Beati quelli perché saranno…’.

Questo futuro è un punto interrogativo o è la Verità? La Verità è proprio questo punto d’arrivo. Da qui a tutte le altre parole del Signore Gesù, per esempio è Verità amare i nemici? È Verità, ma chi lo può far capire se non lo Spirito Santo?

 La Verità tutta intera é superare il modo umano di vedere le cose e vederle alla luce di Dio.

C’è stato una volta un giudice che non lo capiva; si domandava, lo domandava a Gesù Cristo: Che cos’è la Verità? Era Ponzio Pilato. In veste di giudice in quel momento, sedette per il tribunale e domandava a Gesù, imputato, cos’è la Verità,  ma non c’è risposta. La Verità tutta la farà capire solo lo Spirito santo.

Prima il Presidente del Consiglio dell’Ordine parlava di diverse Verità.

La Verità è una, tutto sta a vedere qual’è, a conoscerla. Ora, nel campo giudiziario, nel campo processuale, il Presidente giustamente sottolineava il conflitto che può avere una persona, specialmente un cristiano, quando si trova di fronte ad un problema di difficile soluzione, cioè quando si crede alla versione del cliente; ma ci può essere anche un cliente che evidentemente se confessa che è colpevole cerca nell’avvocato la difesa perché risulti non colpevole.

Un avvocato cosa fa? Accetta o non accetta quel problema?

Oppure c’è una legge contraria ai diritti fondamentali…Qualche volta l’avvocato può sapere che c’è una legge non giusta, allora bisogna stare per la legge scritta o bisogna stare per la verità? La legge secondo coscienza?

Anche riguardo a questo c’è nel Nuovo Testamento una frase che mette in crisi.

Giuseppe, lo sposo di Maria, ha appena saputo che Maria sua fidanzata, sua promessa sposa, era incinta e lui non ne sapeva niente.

Il Vangelo di Matteo dice: ‘Giuseppe, essendo giusto, non volle denunciarla ma preferiva lasciarla in segreto’. Come è giusto uno che non osserva la legge?

Per la legge avrebbe dovuto denunciarla! Ed invece Matteo dice: ‘Poiché era giusto’. Allora la giustizia di cui parla il Vangelo non è la giustizia della legge, è la giustizia della fede, era giusto per la fede.

E’ un concetto che parte da molto lontano, dal tempo di Abramo.

Abramo è giusto perché credette a Dio. Cioè credette al di là.

Ecco, la Verità è sempre al di là di quello che appare.

Allora Giuseppe è giusto per la fede.

Gesù perché doveva essere accettato, accolto, e ci vuole la grazia dello Spirito Santo per accoglierlo? Perché si è presentato, rispetto alla legge giudaica, come uno condannabile.

Cioè Gesù per la legge non osservava il Sabato, parlava male del tempio(così lo capivano) Gesù non è che parlasse male del tempio, però quando ha detto, ‘Distruggete questo tempio e io ve lo edificherò’, parlavano due linguaggi diversi ma gli altri dicevano: ‘Ha parlato contro il tempio’.

Dunque, secondo la legge di Mosé, non osservava tanti precetti.

Toccava i lebbrosi, parlava con le donne, si faceva toccare dalle prostitute, accarezzava i bambini, ecc…ecc…e diceva ‘puri’ tutti gli alimenti.

Gesù era un rivoluzionario.

Capire la persona di Gesù al di là di questo significava capire la novità che era arrivata.

Vi ricordate l’accenno di parabola quando dice ‘non si può mettere il vino nuovo in otri vecchi’?  Gli otri vecchi erano la legge mosaica. Il vino nuovo era la novità di Cristo. E allora se uno confronta la novità di Cristo con la legge, cosa scopre?

Gesù pone al centro della sua attenzione, non la legge scritta, ma la persona.

Le persone tutte, anche quelle che per la legge sono da allontanare: i lebbrosi, i pubblicani, i peccatori, le prostitute, anzi, dice, ‘Le prostitute vi precederanno’. Perchè ce l’ha contro i farisei? Sembrerebbe che Gesù ce l’abbia solo contro i farisei; non i farisei in quanto setta o in quanto classe. Di per sè la parola ‘fariseo’ significa ‘osservante della legge’. Ma avevano fatto di tale osservanza della legge una tale osservanza ipocrita che ormai il fariseo è sinonimo di ipocrita.

Osservavano la legge esternamente.

Invece Gesù sembrerebbe prediligere i peccatori che non osservano la legge ma che hanno il cuore sensibile.

I farisei di oggi li potremmo assimilare alle persone “per bene”.

Voi conoscete le persone per bene? Forse come le conoscete voi avvocati o magistrati non le conosce nessuno perché voi conoscete quanto sono per bene di fuori e quanto non sono per bene di dentro.

I nemici di Gesù erano i farisei, cioè gli ipocriti.

Quindi se Gesù dice che lo Spirito vi introdurrà alla Verità tutta intera significa che lo Spirito vi farà avere il suo stesso modo di pensare.

Di fatti dice: ‘Prenderà da me e ve lo annuncerà’. E San Paolo poi ci dirà che noi dobbiamo avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù.

Il Vangelo  presenta tanti casi in cui Gesù o è chiamato a giudicare o ad insegnare.

Qualche volta non vuole mettersi a giudicare, insegna tra l’altro a non giudicare, ‘Non giudicate per non essere giudicati’.

Ma questo non lo posso dire a voi.

Nella Chiesa antica c’era un problema serio.

Proprio perché potevano esserci conflitti di questo genere, talvolta si poteva dare l’ergastolo, ma non solo, anche la pena di morte, per la Chiesa antica, nella tradizione apostolica del terzo secolo, si dice chiaramente che un cristiano non può ricoprire cariche di magistrato, che abbia potere di vita o di morte, o se obiettore di coscienza nell’esercito, se è un soldato e gli viene comandato di uccidere non esegue l’ordine. Tutto è scritto chiaro. Perché uno può esser costretto dalla propria professione a dare una sentenza di morte quando il cristiano è per la vita, sempre.

No, pensate un pò. Allora c’erano questo tipo di conflitti.

Oggi ci sono ancora, però al centro bisognerebbe mettere la persona e qui il conflitto dell’Avvocato è: questa persona qui, ha ragione? Ha agito bene? È la legge contraria? Sono gli altri che lo vogliono sopraffare?

Però di per sè la Verità oggettiva per quanto é possibile bisogna ricercarla, bisogna privilegiare le persone, cioè vedere un pò quella persona nella situazione concreta, come aiutarla ad uscire da quel problema, allora lì i cavilli giudirici possono servire.

Il tutto è per servire la Verità, la dignità, la libertà di una persona o i suoi diritti.

Lo Spirito Santo, è lo Spirito di Verità.

Lui solo ci può far capire qual è il senso del nostro servizio in ordine alla Verità.

Io penso che in questo mondo se c’è un campo importante dove la Verità è difficile da ricercare ma dove dev’essere invece perseguita perché questo è lo scopo, è proprio il mondo giudiziario.

Il magistrato deve ricercare la verità, ma gli avvocati anche.

Anche qui un altro aspetto tipico del Vangelo. Lo Spirito prenderà da Cristo e… Gesù è venuto ad evangelizzare i poveri.

Il Presidente ha ricordato che molto spesso gli avvocati prendono il patrocinio di quelli disabbienti.

Questo è un servizio grandissimo che viene offerto alla società intera ed è importante che qualcuno si prenda cura di quelli che non hanno potere, che non hanno voce; proprio perché la dignità, la Verità delle persone è tutta uguale.

É scritto ‘La legge è uguale per tutti’ ma di fatto più ci sono soldi, più è facile avere la difesa.

Invece dovrebbe essere un servizio alla Verità e alla dignità di qualunque persona umana, anzi, ‘Beati i poveri’  significa che bisognerebbe aiutare piuttosto questi perché ‘Vai a predicare, vai a dire, vai ad annunciare ai poveri un lieto messaggio’, rimane parola vuota se in concreto poi questo povero ha un problema e nessuno lo aiuta.