Papa Benedetto XVI: La veglia di Pentecoste

15 Nov 2009 | Magistero

VATICANO

Papa Benedetto XVI alla Veglia di Pentecoste: “Lo Spirito Santo vuole l’unità, vuole la totalità. Perciò la sua presenza si dimostra soprattutto anche nello slancio missionario. Chi ha incontrato qualcosa di vero, di bello e di buono nella propria vita, corre a condividerlo ovunque”

Città del Vaticano (Agenzia Fide) – Nel pomeriggio di sabato 3 giugno, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato in piazza San Pietro oltre trecentomila rappresentanti dei Movimenti Ecclesiali e delle Nuove Comunità. Dopo l’ indirizzo di omaggio al Santo Padre del Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Sua Ecc. Mons. Stanisław Ryłko, e la lettura di un Messaggio della Fondatrice dell’ Opera di Maria (Movimento dei Focolari), Chiara Lubich, ha avuto luogo il canto dei Vespri della Vigilia di Pentecoste. Ad ognuno dei tre Salmi sono seguite le riflessioni di Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità! di Sant’ Egidio, di Kiko Argüello, Fondatore del Cammino Neo-Catecumenale e di Mons. Julián Carrón, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. Dopo la lettura breve, il Santo Padre ha pronunciato l’ omelia in cui ha ricordato l’analogo incontro, nella stessa piazza, il 30 maggio 1998, con Papa Giovanni Paolo II.

“Chi o che cosa è lo Spirito Santo? Come possiamo riconoscerlo? In che modo noi andiamo a Lui ed Egli viene a noi? Che cosa opera?” A queste domande Papa Benedetto XVI ha risposto spiegando che “il mondo in cui viviamo è opera dello Spirito Creatore… la Pentecoste è anche una festa della creazione. Il mondo non esiste da sé; proviene dallo Spirito creativo di Dio, dalla Parola creativa di Dio… Proprio chi, come cristiano, crede nello Spirito Creatore, prende coscienza del fatto che non possiamo usare ed abusare del mondo e della materia come di semplice materiale del nostro fare e volere; che dobbiamo considerare la creazione come un dono affidatoci non per la distruzione, ma perché diventi il giardino di Dio e così un giardino dell’uomo… Tuttavia, la creazione buona di Dio, nel corso della storia degli uomini, è stata ricoperta con uno strato massiccio di sporco che rende, se non impossibile, comunque difficile riconoscere in essa il riflesso del Creatore”.

Lo Spirito Creatore è entrato nella storia poiché “in Gesù Cristo, Dio stesso si è fatto uomo e ci ha concesso, per così dire, di gettare uno sguardo nell’intimità di Dio stesso… Esiste il Figlio che parla col Padre. Ed ambedue sono una cosa sola nello Spirito che è, per così dire, l’atmosfera del donare e dell’amare che fa di loro un unico Dio. Questa unità di amore, che è Dio, è un’unità molto più sublime di quanto potrebbe essere l’unità di un’ultima particella indivisibile. Proprio il Dio trino è il solo unico Dio”.

La Pentecoste è questo: Gesù, e mediante Lui Dio stesso, viene a noi e ci attira dentro di sé “ha sottolineato ancora Papa Benedetto XVI, che ha messo in rilievo come “lo Spirito Santo ci porta vita e libertà”. Guardando entrambe le cose più da vicino, il Santo Padre, citando la parabola del Figliol prodigo, ha ricordato che “quando della vita ci si vuole soltanto impadronire, essa si rende sempre più vuota, più povera; facilmente si finisce per rifugiarsi nella droga, nella grande illusione. Ed emerge il dubbio se vivere, in fin dei conti, sia veramente un bene… La parola di Gesù sulla vita in abbondanza si trova nel discorso del buon Pastore… La vita la si trova soltanto donandola; non la si trova volendo impossessarsene… In secondo luogo, il Signore ci dice che la vita sboccia nell’andare insieme col Pastore che conosce il pascolo… La vita la troviamo nella comuni! one con Colui che è la vita in persona… Il pascolo, dove scorrono le fonti della vita, è la Parola di Dio come la troviamo nella Scrittura, nella fede della Chiesa”.

Riguardo al tema della libertà, il Papa ha spiegato ancora che nella Sacra Scrittura questo concetto è legato a quello di figliolanza.  “La vera libertà si dimostra nella responsabilità, in un modo di agire che assume su di sé la corresponsabilità per il mondo, per se stessi e per gli altri…. Lo Spirito Santo ci rende figli e figlie di Dio. Egli ci coinvolge nella stessa responsabilità di Dio per il suo mondo, per l’umanità intera. Ci insegna a guardare il mondo, l’altro e noi stessi con gli occhi di Dio. Noi facciamo il bene non come schiavi che non sono liberi di fare diversamente, ma lo facciamo perché portiamo personalmente la responsabilità per l’intero; perché amiamo la verità e il bene, perché amiamo Dio stesso e quindi anche le sue creature. È questa la libertà vera, alla quale lo Spirito Santo vuole condurci. I Movimenti ecclesiali vogliono e devono essere! scuole di libertà, di questa libertà vera.”

Il terzo dono dello Spirito Santo, dopo la vita e la libertà, è quello dell’ unità. Per illustrare questo concetto, il Papa ha citato la risposta data da Gesù a Nicodemo: “Lo Spirito soffia dove vuole” (Gv 3, 8).  “Ma la volontà dello Spirito non è arbitrio – ha spiegato Papa Benedetto XVI -. È la volontà della verità e del bene. Perciò non soffia da qualunque parte, girando una volta di qua e una volta di là; il suo soffio non ci disperde ma ci raduna, perché la verità unisce e l’amore unisce… Lo Spirito soffia dove vuole, e la sua volontà è l’unità fatta corpo, l’unità che incontra il mondo e lo trasforma… Lo Spirito nei suoi doni è multiforme – ha proseguito il Papa -. Ma in Lui molteplicità e unità vanno insieme… Egli vuole la vostra multiformità, e vi vuole per l’unico corpo, nell’unione c! on gli ordini durevoli – le giunture – della Chiesa, con i successori degli apostoli e con il successore di san Pietro… Ancora una volta: lo Spirito Santo soffia dove vuole. Ma la sua volontà è l’unità.”

“Lo Spirito Santo vuole l’unità, vuole la totalità – ha proseguito ancora il Santo Padre – . Perciò la sua presenza si dimostra soprattutto anche nello slancio missionario. Chi ha incontrato qualcosa di vero, di bello e di buono nella propria vita – l’unico vero tesoro, la perla preziosa! -, corre a condividerlo ovunque, in famiglia e nel lavoro, in tutti gli ambiti della propria esistenza. Lo fa senza alcun timore, perché sa di aver ricevuto l’ adozione a figlio; senza nessuna presunzione, perché tutto è dono; senza scoraggiamento, perché lo Spirito di Dio precede la sua azione nel “cuore” degli uomini e come seme nelle più diverse culture e religioni. Lo fa senza confini, perché è portatore di una buona notizia che è per tutti gli uomini, per tutti i popoli”.

Infine il Santo Padre ha rivolto ai Movimenti ecclesiali ed alle nuove Comunità l’ esortazione ad essere, ancora di più,  “collaboratori nel ministero apostolico universale del Papa, aprendo le porte a Cristo” ed ha concluso la sua omelia invitando a pregare  “affinché la celebrazione della solennità di Pentecoste sia come fuoco ardente e vento impetuoso per la vita cristiana e per la missione di tutta la Chiesa”. (S.L.) (Agenzia Fides 5/6/2006 – righe 78, parole 1.219)